Zucchetti e il Coronavirus: “Smart Working accelerato per noi e un kit per i clienti”
In questi giorni a causa dell’emergenza Coronavirus stiamo assistendo ovviamente a moltissimi casi di avvio o potenziamento di programmi di Smart Working nelle aziende, soprattutto del Nord Italia. Ma il caso di Zucchetti è particolarmente interessante per diversi motivi. Uno è che si tratta di una delle principali realtà IT italiane – il secondo produttore di software in Italia, secondo IDC, con fatturato 2019 di 850 milioni di euro.
Un altro è che essendo un produttore di software gestionale, e in particolare di soluzioni HR per la gestione del personale, ha messo a punto un “Kit Digital Workplace e Smart Working”, cioè una guida che fornisce ai suoi clienti gli strumenti fondamentali per realizzare forme di lavoro agile e ottimizzare a tale scopo l’uso delle soluzioni Zucchetti.
Ma soprattutto il caso Zucchetti è interessante perché il Gruppo ha sede centrale e diversi uffici nella zona di Lodi, ”zona rossa” fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19 in Italia. E quindi ha dovuto accelerare improvvisamente un programma di Smart Working già in corso, come ci ha spiegato Cristina Zucchetti, responsabile risorse umane del Gruppo Zucchetti.
400 portatili e 1200 VPN acquistati in due giorni
All’istituzione della zona rossa nel lodigiano, nel giro di 48 ore il Gruppo ha acquistato 400 pc portatili e attivato circa 1200 VPN (Virtual Private Network, le connessioni criptate tra il dispositivo aziendale dello Smart Worker e le applicazioni aziendali) per il 98% dei collaboratori delle province di Lodi e Padova, e a chi si trovasse costretto entro i confini della zona rossa, di proseguire l’attività lavorativa in smart working.
Il risultato, dopo circa due settimane, fa sapere l’azienda, è che nonostante gli uffici siano vuoti l’attività del gruppo sta proseguendo a pieno regime.
Smart Working: il piano era l’introduzione graduale. Poi è arrivato Covid-19
“Prima di questa emergenza Zucchetti aveva già iniziative di smart working in corso – ci spiega Cristina Zucchetti –. Per le sedi di Genova, in un’iniziativa che riguarda circa 80 persone per risolvere situazioni contingenti di disagi familiari, sono stati attivati dei “gruppi pilota” dando priorità alle persone che più necessitavano di smart working, per esempio con disabilità motorie temporanee o con necessità di assistere genitori anziani”.
“Inoltre avevamo in programma di far partire ad aprile 2020 un gruppo di 40 persone a Napoli e un altro di circa 20 a Roma, e a maggio un gruppo pilota da più di 100 persone nel Nord Italia, con l’intenzione di estendere progressivamente il Lavoro Agile in tutto il Gruppo, a chi ne avrebbe fatto richiesta compatibilmente con le specifiche attività lavorative e in accordo con il coordinatore del team di lavoro”.
Ma il Covid-19 ovviamente come abbiamo visto ha accelerato tutto. “Oltre a portatili e VPN – continua Cristina Zucchetti – le nostre persone in smart working hanno a disposizione sistemi di videoconferenza, condivisione dei documenti e team collaboration che erano già ampiamente in uso prima dell’emergenza Covid-19, e fanno parte della comune dotazione di lavoro delle persone che lavorano in Zucchetti”.
L’app ZConnect per l’accesso da remoto ai sistemi aziendali
Inoltre tutti i dipendenti hanno a disposizione la app ZConnect, che dà loro accesso agli applicativi aziendali dal proprio tablet o smartphone per inserire giustificativi, chiedere permessi, leggere le comunicazioni aziendali, visionare il cedolino paga. “In questi giorni, ad esempio, ogni collega delle cosiddette zone gialle, tramite app, ha la possibilità di segnalare in tempo reale la sua decisione di lavorare a distanza, in modo tale che il sistema centrale di rilevazione presenze prenda nota della richiesta e non segnali l’anomalia. ZConnect, tra l’altro, è la stessa app fornita in dotazione ai clienti delle soluzioni Zucchetti per la gestione del personale”.
Oltre alle dotazioni tecniche inoltre ovviamente l’azienda ha definito anche una policy specifica per lo Smart Working, con direttive su come utilizzare i dispositivi e come accedere ai sistemi aziendali da remoto. “C’era già una policy in uso per i colleghi di Genova, ma è stata ulteriormente implementata perché i rischi ovviamente aumentano con il numero di persone che si collegano da remoto, anche con dispositivi personali, ai sistemi aziendali. A tutti i collaboratori sono state fornite, quindi, precise indicazioni dall’Ufficio Tecnico, il quale ha predisposto sistemi di alert per verificare che le disposizioni siano rispettate (installazione di antivirus sui dispositivi, generazione corretta delle credenziali di accesso, ecc.)”.
Infine una “regia” sta gestendo giorno per giorno all’interno di Zucchetti il progetto straordinario di Smart Working: “Il coordinamento centrale viene gestito dall’Ufficio Risorse Umane con il Responsabile della Sicurezza, sentiti i pareri dei responsabili delle Business Unit e delle diverse funzioni di staff – precisa Cristina Zucchetti -. Una volta definite le modalità e le persone che possono usufruire dello smart working, in base anche all’evolversi della situazione sanitaria, le attività di ogni team vengono portate avanti come se si fosse “fisicamente” in ufficio, con la supervisione “a distanza” dei rispettivi coordinatori”.