AMD ha lanciato i suoi nuovi processori per server/data center della serie Epyc, comunicandone subito la data di uscita e, per quasi tutti i modelli, anche i prezzi. Gli AMD Epyc 7601 (4200 dollari), 7551, 7501 (3400 dollari) e 7451 sono disponibili già da ora e si tratta dei quattro modelli top di gamma, di cui i primi tre caratterizzati da ben 32 core Zen (l’Epyc 7451 ne monta invece 24).

A fine luglio invece arriveranno sul mercato i restanti otto modelli e anche in questo caso si conoscono già quasi tutti i prezzi in dollari. L’Epyc 7401 a 24 core costerà 1850 dollari, mentre i tre modelli da 16 core sono gli Epyc 7351, 7301 (825 dollari) e 7281 (650 dollari).

amd epyc

L’Epyc 7241 da otto core costerà 475 dollari, mentre i tre modelli della serie P sono destinati a piattaforme a singolo socket rispetto a quelle a doppio socket dei processori appena citati. L’Epyc 7551P con 32 core costerà 2100 dollari, l’Epyc 7401 da 24 core a 1075 dollari e, infine, l’Epyc 7351P da 16 core si potrà acquistare a 750 dollari.

Come TDP si va dai 120W dell’Epyc 7251 ai 180W del top di gamma Epyc 7601, che vanta anche la frequenza maggiore in modalità boost a 3,2 GHz (2,2 GHz di frequenza base). Gli Epyc inoltre gestiscono fino a 8 canali di RAM DDR4 per un ammontare complessivo di 2 TB e una connessione diretta alla memoria su 128 canali PCIe.

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Con questi nuovi processori AMD tenta di tornare nel settore dei server dal quale era ormai “uscita” da diversi anni di fronte allo strapotere di Intel. Le nuove parole d’ordine del produttore californiano sono prestazioni, bilanciamento e sicurezza e, soprattutto su quest’ultimo punto, AMD sembra aver lavorato molto bene.

I processori Epyc infatti integrano un co-processore dedicato già all’interno del Die che si occupa di criptare il contenuto di tutta la RAM (SME, Security Memory Encryption) senza alcun impatto sulle prestazioni. La funzione SEV (Secure Encrypted Virtualization) rende poi possibile assegnare una chiave crittografica diversa a ogni macchina virtuale attiva, mentre sempre a livello hardware viene verificato a ogni accensione che il firmware sia ancora quello autorizzato a girare e che non ci siano state manomissioni.