ARM vuole di più: pianifica aumenti del 300% e l’avvio di una propria produzione di chip
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Secondo quanto riportato da Reuters, Arm sta attuando una strategia volta ad aumentare i prezzi delle proprie licenze fino al 300% e a sviluppare chip propri. Questa evoluzione rappresenta una svolta significativa per l’azienda britannica, che per decenni ha mantenuto un “basso profilo” nonostante il ruolo cruciale nel mercato tecnologico.
Arm guadagna principalmente concedendo in licenza la sua proprietà intellettuale utilizzata da colossi come Apple, Qualcomm e Microsoft per progettare chip. Sebbene questa attività abbia generato 3,23 miliardi di dollari di ricavi nel 2024, la cifra è minima rispetto ai ricavi dei suoi clienti, come Apple, il cui fatturato hardware è oltre 90 volte superiore. La nuova strategia di Arm mira a incrementare le entrate annuali di circa 1 miliardo di dollari nel settore smartphone entro un decennio.
La chiave di questa crescita risiede nell’aumento dei tassi di royalty per i chip basati sull’architettura Armv9, ma al tempo stesso Arm valuta l’idea di progettare chip completi per entrare direttamente nel mercato dei semiconduttori. Durante un processo legale contro Qualcomm, sono infatti emersi piani che suggeriscono un cambio di modello di business, con Arm che potrebbe appunto iniziare a vendere chip o “chiplet”.
Questa mossa, se si rivelasse effettiva, potrebbe generare preoccupazioni tra i clienti di Arm, il cui CEO Rene Haas ha però difeso queste strategie definendole “esplorazioni a lungo termine” e sottolineando che “l’azienda deve adattarsi a un settore in evoluzione”.
Dal 2016, sotto la guida di SoftBank, Arm ha infatti ampliato la propria influenza dai chip per smartphone a quelli per PC e data center. Tuttavia, l’intenzione di avvicinarsi al design di chip completi potrebbe trasformare Arm da partner tecnologico affidabile a competitor diretto dei suoi stessi clienti.