L’allarme dei produttori di chip europei: le politiche protezioniste danneggiano il mercato
Intervenuti all’evento Electronica & SEMICON Europa in svolgimento in questi giorni a Monaco (Germania), i CEO dei tre maggiori produttori europei di chip (la tedesca Infineon, l’italo-francese STMicroelectronics e l’olandese NXP Semiconductors) hanno dichiarato che le richieste dei governi statunitense, cinese ed europeo di avere una propria produzione di semiconduttori sono un ostacolo sempre più grande per gli affari, spiegando che le loro aziende hanno sofferto a causa dell’incertezza e della tendenza a politiche industriali nazionaliste riscontrate nell’ultimo decennio.
“Il pericolo è che si acceleri questa frammentazione” ha dichiarato Jochen Hanebeck, CEO di Infineon. “La frammentazione sta avvenendo sul lato dell’offerta e potenzialmente peggiorerà a causa dei dazi”, ha continuato Hanebeck, riferendosi nemmeno troppo velatamente alla promessa in tal senso espressa da Donald Trump.
Tutti e tre i produttori di chip sono i principali fornitori europei di processori utilizzati nelle automobili, nei controlli dell’energia elettrica e nell’industria e stanno attualmente facendo grandi affari in Cina, grazie al boom del mercato dei veicoli elettrici. Gli altri mercati dei chip nel mondo sono deboli, ad eccezione dei chip utilizzati per l’intelligenza artificiale dove però, a farla da padrone, è al momento Nvidia.
L’amministratore delegato di STMicroelectronics, Jean-Marc Chery, ha dichiarato che ricreare catene di approvvigionamento e di produzione in continenti diversi per produrre chip “Cina per Cina e Occidente per Occidente” è stato costoso sia in termini di materiali che di ingegneria, mentre Kurt Sievers, CEO di NXP Semiconductors, ha affermato che nessun Paese sarà in grado di dominare l’industria dei chip o di essere indipendente dal resto del mondo.