Semiconduttori, mercato instabile: -11% nel 2023, +19% nel 2024
Il mercato mondiale dei semiconduttori ha chiuso il 2022 a circa 600 miliardi di dollari (599,6 per la precisione), praticamente sugli stessi livelli del 2021 (+0,2%), e sta per vivere un biennio di “montagne russe”, con quest’anno in sensibile calo (-11,2%) e il 2024 che invece dovrebbe crescere addirittura del 18,5%.
Sono numeri forniti da Gartner, che quindi ritiene uno scenario a breve termine in declino: “I venti contrari per l’economia continuano a imperversare, estendendo la debolezza della domanda dai consumatori anche alle aziende. Per di più un eccesso di offerta dei chip sta facendo crescere le scorte e abbatte i prezzi, accelerando il calo del mercato durante quest’anno”, commenta Richard Gordon, Practice Vice President di Gartner.
Memorie in calo del 35% quest’anno, ma in ripresa nel 2024
Il segmento delle memorie in particolare è alle prese con l’eccesso di produzione e di scorte, che continuerà a influire negativamente sui prezzi (ASP, average selling prices) nel 2023. Questo segmento mostra in modo amplificato l’effetto montagne russe di cui si parlava in apertura, con un declino del 35,5% quest’anno (a 92,3 miliardi) e un rimbalzo addirittura del 70% nel 2024.
Scomponendo ulteriormente, il sotto-segmento DRAM passerà il 2023 sotto il segno della sovracapacità di produzione, dovuto a una domanda debole che si confronta con una produzione piatta. Quest’anno calerà quasi del 40% a 47,6 miliardi, per poi quasi raddoppiare (+86,8%) nel 2024 a causa dell’esaurirsi delle scorte che porterà all’aumento dei prezzi.
Quanto all’altro sotto-segmento NAND, l’andamento dei primi sei mesi del 2023 sarà simile a quello delle DRAM, portando a un declino del 33% a circa 39 miliardi, seguito poi nel 2024 a un forte rimbalzo (+61%) a causa di un forte eccesso di domanda rispetto all’offerta.
Gartner non approfondisce ulteriormente i motivi del rimbalzo previsto nel 2024, comunque nel lungo termine vede una serie di importanti sfide per l’industria dei semiconduttori. “I decenni di grandi volumi e alti margini che abbiamo vissuto stanno arrivando alla fine, soprattutto in mercati come pc, tablet e smartphone dove il tasso di innovazione è diminuito”, sottolinea Gordon.
Mercati, quelli dei pc, tablet e smartphone, la cui domanda langue: insieme rappresentano il 31% del mercato dei semiconduttori, per un totale quest’anno di 167,6 miliardi. “Sono mercati di grandi volumi, ma saturi, ormai solo di sostituzione, e privi di innovazioni tecnologiche notevoli”.
In futuro domanda più frammentata ma meno consumer. Intanto cresce l’onshoring
In compenso altri mercati – come automotive, industria, aerospazio militare e civile – sono più dinamici: la domanda di semiconduttori dell’automotive per esempio quest’anno aumenterà del 13,8% salendo a 77 miliardi.
Secondo Gartner, nel futuro la domanda di semiconduttori sarà molto più frammentata tra mercati end user più numerosi e più piccoli, ma meno esposta alle fluttuazioni del mercato consumer. “Le supply chain saranno più complesse, con più intermediari coinvolti, e più canali commerciali”, conclude Gordon. “Per soddisfare esigenze più differenziate dei vari mercati end-user, anche le capacità produttive dovranno essere differenziate”.
A questi fattori si aggiungono le tensioni commerciali tra USA e Cina, il Covid e la guerra che hanno accelerato il trend della de-globalizzazione e alimentato i “tecno-nazionalismi”, come li chiama Gartner: “I semiconduttori sono diventati una questione di sicurezza nazionale. I Governi di tutto il mondo stanno lavorando per rendersi auto-sufficienti nelle filiere dei semiconduttori e dell’elettronica, e questo sta incoraggiando le iniziative di onshoring in tutto il mondo”.