Qualcomm sfida Intel sui processori per datacenter
Dopo aver guadagnato una netta supremazia nel mercato dei processori per dispositivi mobile con i ben noti Snapdragon, Qualcomm ha intenzione di ingaggiare quella che si preannuncia già ora una lunga e aspra battaglia con Intel per guadagnare terreno anche nel settore dei processori server per datacenter.
Per riuscirci, Qualcomm sta lavorando da diverso tempo (almeno quattro anni) alla progettazione di un potente chip ARM dotato di ben 48 core che sarà realizzato con processo a 10 nanometri FinFET (lo stesso dello Snapdragon 835), sebbene al momento non si sappia se a occuparsi della produzione sarà Samsung o TSMC.
L’approdo ai 10 nanometri ha permesso a Qualcomm di aumentare l’efficienza per area del 30%, di ottenere il 27% di prestazioni in più e fino al 40% di consumi in meno rispetto al precedente processo a 14 nanometri.
I primi sample per le fase di testing sono già arrivati nelle mani dei primi clienti interessati, ma per vedere questi nuovi processori sul mercato in via definitiva bisognerà attendere la seconda metà del prossimo anno, sebbene Qualcomm abbia già mostrato il chip in funzione con Apache Spark e Hadoop su Linux.
Anche se Intel occupa ben il 99% del settore dei datacenter, Qualcomm non sembra insomma spaventata da un simile monopolio e punta a colmare il gap proprio con questa nuova famiglia di chip Qualcomm Centriq 2400 fino a 48 core Falkor ARMv8, pensati per le pesanti operazioni di calcolo dei datacenter che richiedono efficienza energetica.
Nonostante Qualcomm non sia scesa in ulteriori dettagli tecnici, si sa che i core saranno di tipo SBSA compliant, ovvero compatibili con qualsiasi software basato su piattaforma server ARMv8, e che i nuovi chip integreranno anche la soluzione di sicurezza hardware ARM TrustZone.