La morte di Internet Explorer: addio al browser di Microsoft dopo 27 anni
Microsoft ha finalmente (e ufficialmente) cessato il supporto per il suo storico browser web Internet Explorer. Nel 1993, quando scrissi il mio primo articolo su questa cosa nuova e rivoluzionaria chiamata Web, sapevo che sarebbe stata qualcosa di grande. E ne ero convinto molto più di Bill Gates, che al Comdex del 1994 disse: “Vedo scarso potenziale commerciale per Internet per i prossimi 10 anni”.
Alla fine anche lui, di lì a poco, capì cosa sarebbe diventato Internet, ma non fu Microsoft a portare il primo browser web sul mercato. Il primo browser web grafico “popolare” proveniva infatti dal National Center for Supercomputing Applications (NCSA) presso l’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign e si chiamava Mosaic. Fu creato da Marc Andreessen ed Eric Bina, ma nemmeno questo fu il primo browser web grafico in assoluto, onore che invece spetta al browser Unix ViolaWWW, mentre Cello fu il primo browser web grafico di Windows.
Mosaic, tuttavia, fu il primo browser a consentire di vedere le immagini all’interno delle pagine. Quello fu un punto di svolta decisivo, visto che i browser precedenti potevano mostrare le immagini solo come file separati.
Nel 1995, Gates si rese conto che Microsoft aveva bisogno di qualcosa da offrire a tutti gli utenti che desideravano disperatamente un browser web. Nel maggio di quell’anno, Gates iniziò a parlare di Internet paragonandone l’importanza al PC IBM nel 1981, ma Microsoft non era ancora pronta a compiere il grande passo. La sua risposta immediata fu infatti quella di adottare Spyglass, una versione commerciale di Mosaic che funse da base di Internet Explorer (IE) 1, il cui debutto avvenne nell’agosto del 1995 come parte di Microsoft Plus per Windows 95, un pacchetto di componenti aggiuntivi del rivoluzionario sistema operativo di Microsoft.
IE 1 fu un flop e creò anche cattivo sangue con Spyglass, a cui era stata promessa da Microsoft una percentuale dei profitti derivanti da IE. Ma Microsoft iniziò a offrire IE in bundle con Windows e quindi non ebbe profitti diretti dal browser. Questa base di codice fondata sul binomio Spyglass/Mosaic sarebbe poi rimasta parte di IE fino al rilascio di IE7. La finestra Informazioni su da IE1 a IE6 conteneva infatti la dicitura: “Distribuito in base a un accordo di licenza con Spyglass, Inc.”
Allo stesso tempo, Andreessen prese il codice Mosaic e lo trasformò nel primo browser web di grande successo (Netscape), che secondo il suo creatore avrebbe “ridotto Windows a un insieme di driver di dispositivo non sottoposti a debug”. Microsoft prese sul serio la minaccia di Netscape. Il CEO di Netscape James Barksdale avrebbe testimoniato anni dopo che in una riunione del giugno 1995 Microsoft propose che le due società si dividessero il mercato dei browser, con Internet Explorer come unico browser Windows. Se Netscape non avesse accettato, l’avrebbe pagata cara.
“Non ero mai stato a una riunione nei miei 33 anni di carriera imprenditoriale in cui un concorrente aveva insinuato in modo così palese che avremmo dovuto smettere di competere con esso o che ci avrebbe schiacciati”, disse Barksdale durante il processo antitrust del Dipartimento di Giustizia americano del 2001 contro Microsoft.
Nonostante quell’avvertimento decisamente minaccioso, Netscape continuò a guidare la rivoluzione tecnologica di Internet. JavaScript, ad esempio, è probabilmente il linguaggio di programmazione più popolare a livello globale e fu una creazione di Netscape. Ma anche Microsoft, in tutta onestà, ha avuto i suoi momenti. Ad esempio, IE 3.0 fu il primo browser ad adottare Cascading Style Sheets (CSS) nel 1996.
Ma il vero motivo per cui stiamo dicendo addio a IE solo oggi, molto tempo dopo che Netscape è diventato storia, è che Microsoft ha sfruttato il suo monopolio illegale di PC/Windows per escludere Netscape dai computer. Microsoft spinse infatti i fornitori di PC a mettere il nuovo sistema operativo e il suo browser su tutti i loro PC. L’obiettivo non era tanto quello di eliminare altri fornitori di sistemi operativi desktop (a metà degli anni ’90 non c’era una vera concorrenza in questo settore), quanto quello di distruggere Netscape.
Nella sua causa contro Microsoft, il Dipartimento di Giustizia americano fu d’accordo con questa tesi, sostenendo che il monopolio dei PC di Microsoft rese impossibile a Netscape di competere con IE. Sfortunatamente, il governo USA commutò a Microsoft una pena a dir poco blanda e alla fine (anno di grazia 2003) Netscape morì definitivamente proprio come aveva minacciato Microsoft otto anni prima.
Di fatto Microsoft smise di innovare con IE soprattutto dopo aver rilasciato IE6 con Windows XP nel 2001. Perché preoccuparsi? Dopotutto gli utenti non avevano alternative quando si trattava di usare un browser web, tanto che in quegli anni la quota di mercato di IE era costantemente superiore al 90%.
Qualcosa cambiò quando nel 2005 Firefox, partendo dal vecchio codice di Netscape, divenne una valida alternativa a IE. La vera fine di Internet Explorer iniziò, tuttavia, quando Google decise di creare con Chrome nel 2008 un browser Web moderno, veloce ed efficiente.
Da quel momento in Microsoft rimase sempre dietro in termini di innovazione e non è un caso se oggi Edge, l’attuale browser di Microsoft, è basato su Chromium, la base di codice open source di Chrome. In effetti, ad eccezione di Firefox, tutti i principali browser Web Windows attuali (come ad esempio Opera) sono basati sulle fondamenta di Chromium. Edge offre una funzionalità denominata modalità IE che utilizza il motore Chromium per i siti Web moderni e il motore Trident MSHTML di IE11 per i siti legacy creati per funzionare con Internet Explorer.
Nonostante ciò, le persone usano ancora IE oggi (che Dio li aiuti!). Il Digital Analytics Program (DAP) del governo federale degli Stati Uniti riporta infatti una media di 300.000 visite ai siti governativi con Internet Explorer negli ultimi 7 giorni. Sebbene il supporto per IE11 su Windows 10 sia terminato il 15 giugno, il client desktop IE11 su Windows 8.1 e Windows 7 (e persino su Windows 10 Enterprise, versione 20H2), andrà avanti “barcollando” a suon di aggiornamenti di sicurezza estesi.
Inoltre, la modalità IE in Microsoft Edge sarà ancora supportata almeno fino al 2029 e quindi quei siti Web e app compatibili solo con IE continueranno a funzionare ancora per qualche anno. Ma allora quand’è che IE morirà una volta per tutte? Non lo sappiamo. Microsoft non l’ha specificato. Un giorno, però, riceverete un Windows Update che cancellerà IE definitivamente. Non vedo l’ora!