Facebook elimina il targeting con dati di terze parti dalle sue pubblicità
Le modifiche di norme e pratiche tese a una maggior difesa della privacy degli utenti, rafforzate dopo l’esplosione dello scandalo riguardante Cambridge Analytica, non sono finite. Con una mossa che ha sorpreso molti nell’industria della pubblicità online, Facebook ha deciso di eliminare l’accesso ai dati di terze parti per la targettizzazione delle campagne social acquistate sulla piattaforma.
Questa funzionalità, chiamata Categorie Partner di Facebook, permetteva di utilizzare i profili di alcuni importanti broker di dati come Datalogix, Epsilon e BlueKai per definire in modo più granulare i profili a cui le campagne pubblicitarie potevano essere indirizzate.
Facebook ha usato finora tre diversi livelli di targettizzazione:
- Dati propri: le informazioni che gli utenti rilasciano spontaneamente (come il nome, l’età e il luogo di residenza) o che vengono raccolti dal comportamento (gli interessi dimostrati con i like alle pagine);
- Dati del cliente: l’inserzionista può indirizzare gli annunci solo agli utenti che hanno visitato il suo sito o che hanno compiuto certe operazioni (acquisto, iscrizione a un programma fedeltà…) o a liste di indirizzi email;
- Dati di terze parti: l’inserzionista poteva appoggiarsi a data broker che raccolgono informazioni da fonti diverse (acquisti con carta di credito, iscrizione ad albi professionali, registrazione a servizi online, informazioni pubblicate su altri social, indirizzi email pubblici…) e li aggregano per creare profili individuali estremamente dettagliati.
È proprio ques’ultima categoria di data che sarà esclusa dalle possibilità di targettizzazione delle campagne Facebook entro i prossimi sei mesi.
Director Graham, Product Marketing Director di Facebook, ha dichiarato a riguardo: “vogliamo far sapere agli inserzionisti che chiuderemo le Categorie Partner. Questo prodotto permette ai fornitori di dati di terze parti di offrire le proprie capacità di targeting direttamente su Facebook. Sebbene questa sia una pratica comunemente usata nell’industria pubblicitaria, con la sua eliminazione nei prossimi sei mesi contribuiremo a migliorare la privacy delle persone su Facebook”.
Facebook continuerà a lavorare con alcune di queste aziende, come Experian e Acxiom, ma solo per quel che riguarda i servizi di misurazione delle prestazioni degli annunci e la creazione di report analitici.