Cookie di terze parti in Chrome: Google ne rimanda la rimozione al 2025
Google ha ritardato ancora una volta l’eliminazione dei cookie di terze parti per soddisfare i requisiti dell’Autorità per la concorrenza e il mercato (CMA) del Regno Unito, che ha sollevato diverse preoccupazioni in merito all’impatto che questa mossa avrà sul settore del marketing digitale in generale e sui concorrenti di Google in questo settore.
Già nel 2022, la CMA aveva evidenziato che la rimozione dei cookie di terze parti in Chrome avrebbe avuto un impatto negativo sui concorrenti di Google, conferendo alla grande G un vantaggio sleale. Di conseguenza, la CMA ha chiesto a Google di rivedere il suo approccio all’eliminazione graduale per rispondere alle preoccupazioni espresse.
Google si è conformata su tutti i fronti, ma allo stato attuale non è ancora riuscita a rispondere adeguatamente a tutte le preoccupazioni evidenziate dalla CMA. Di conseguenza, ha annunciato che i cookie di terze parti non saranno rimossi entro la fine dell’anno, come invece era previsto.
“Riconosciamo che ci sono ancora sfide da affrontare e continueremo a impegnarci a stretto contatto con l’intero ecosistema”, ha scritto Google in una nota ufficiale. “È inoltre fondamentale che la CMA abbia tempo sufficiente per esaminare tutte le prove, compresi i risultati dei test di settore, che ha chiesto agli operatori di mercato di fornire entro la fine di giugno. Alla luce di queste due importanti considerazioni, non completeremo la rimozione dei cookie di terze parti nella seconda metà del quarto trimestre”.
È la terza volta che Google ritarda la rimozione del tracciamento dei cookie e ciò ha provocato molta irritazione tra gli operatori del settore pubblicitario. Google sta anche lavorando per sviluppare la sua Privacy Sandbox per sostituire il tracciamento dei cookie e minimizzare l’impatto della perdita di dati nelle campagne, ma a prescindere dalla sostituzione proposta da Google, si verificherà un cambiamento significativo nel settore a causa della riduzione degli insight sui dati.
E anche se Google è sicura che le sue alternative di dati anonimizzati forniranno più o meno gli stessi risultati, si prevede che l’impatto sul settore sarà comunque significativo. Per questo motivo la CMA ha sollevato preoccupazioni così specifiche, nella speranza che gli inserzionisti non subiscano un impatto negativo.