Se la vostra azienda ha impiegato anni per far scalare le classifiche di visibilità al proprio portale, ma ha dimenticato di curarne la versione mobile, oggi qualche testa potrebbe cadere. Eppure Big G stavolta aveva avvisato già a febbraio che qualcosa di grosso era nell’aria, interrompendo una prassi consolidata secondo la quale a Mountain View cambiano prima e spiegano poi.

Malgrado l’avvertimento sono moltissimi i siti che nel nostro Paese risultano impreparati alla rivoluzione, non a caso subito battezzata Mobilegeddon, destinati dunque a precipitare nell’ordine di comparizione del motore di ricerca californiano, a partire da quasi tutti i portali istituzionali.

Per verificarlo basta inserire l’url della pagina in questo strumento di Google, che darà semaforo verde o rosso analizzando il livello di ottimizzazione della pagina. In caso di risposta negativa verranno magnanimamente dispensati consigli su cosa c’è che non va. In realtà praticamente nessun sito che non disponga di una versione specifica per smartphone può comunque superare il test.

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Non passano infatti il portale del Governo Italiano e quello dell’Agenzia delle Entrate, che peraltro dovrebbe essere in piena forma in vista dell’aumento degli utenti della dichiarazione dei redditi online.
Sconfitto su piano dell’innovazione anche il Comune di Roma, mentre passa il test quello di Milano. Semaforo verde anche per il portale dell’Inps e il tanto vituperato italia.it.
Giocando con lo strumento abbiamo scoperto l’arretratezza anche di molte aziende private e perfino di qualche editore attivo nell’IT. Provate, ne trarrete una mappa approssimativa della reale attenzione all’innovazione in Italia che, è bene ricordarlo, è quel paese che a fronte di una popolazione di 60 milioni di abitanti ha solo 36 milioni di connessioni a Internet fisse e ben 82 milioni di connessioni via smartphone. Molto più della media europea.

Se anche la vostra azienda si è beccata il semaforo rosso, e da oggi comincia a ricevere meno traffico da Big G, cominciate a seguire i consigli che trovate a questo link. Comunque non disperatevi, siete in buona compagnia, visto che il 67% delle Fortune 100 non ha ancora un sito ottimizzato. Molti infatti hanno affidato la rivoluzione mobile alle sole App, senza contare che la maggior parte dei contatti che partono da smartphone arrivano ancora attraverso il web, e così sarà per moltissimo tempo.

Per il momento il crollo nel ranking dovrebbe riguardare  esclusivamente le ricerche da mobile, ma la tendenza va colta ed è ora di correre ai ripari.

In ogni caso l’ufficio stampa di Google ha voluto rassicurarci. La valutazione dei siti resta basata su una composizione di oltre 200 fattori, di cui l’ottimizzazione per la visualizzazione mobile è solo una componente. Per cui portali con contenuti di qualità ma non ottimizzati graficamente potrebbero comunque ritrovare le loro pagine più in alto di concorrenti più leggibili ma meno ricchi di informazioni utili.

Per maggiori dettagli sulle novità introdotte col nuovo algoritmo e sulle motivazioni che hanno spinto al cambiamento potete leggere questo post sul blog di Google.