Se l’assicuratore vuole ispezionare il tuo profilo Facebook…
La compagnia di assicurazioni inglese Admiral sta per lanciare un’offerta commerciale per la RC auto che sembra uscita direttamente da una puntata di Black Mirror, la serie tv della BBC che evidenzia aspetti oscuri del nostro futuro prossimo.
Nella prima puntata della terza stagione della serie, disponibile su Netflix anche in Italia, moltissimi aspetti delle relazioni sociali, dall’accesso al posto di lavoro alla possibilità di affittare una casa in una zona esclusiva, dalla fila per il noleggio di un’auto all’invito a una festa, sono regolati dal “rating” che le persone hanno su un social network. Una persona con un punteggio alto è benvoluta in società e ottiene condizioni migliori; una con punteggio basso, è considerata antisociale o pericolosa.
Ebbene, la Admiral sta per proporre ai neopatentati la possibilità di accedere a sconti che variano in base al risultato di un’analisi effettuata sul profilo Facebook dell’aspirante cliente. Se i post, i like e i commenti delineeranno le caratteristiche di una personalità “coscienziosa e affidabile”, il cliente potrà ottenere una riduzione immediata della polizza, senza dover attendere alcuni anni senza incidenti come normalmente accade.
L’analisi non andrà alla ricerca di singole informazioni, come fotografie di cocktail o post che esaltano infrazioni stradali (sì, c’è chi per vantarsi pubblica video in cui il tachimetro supera quota 200 Km/h). Piuttosto, cercherà nella struttura dei testi delle caratteristiche che l’azienda ha individuato essere rivelatori di una personalità coscienziosa e organizzata: usare frasi brevi e concrete, utilizzare liste, organizzarsi con gli amici per appuntamenti a un ora e in un luogo preciso…
Al contrario, indicatori di una personalità “problematica” dal punto di vista di un assicuratore sono l’utilizzo di espressioni come “sempre” o “mai”, e un abuso di punti esclamativi. In base al risultato del test, il candidato potrà ottenere sconti di diversa entità.
L’abuso di punti esclamativi è indicatore di una personalità poco affidabile per un assicurazione
Al momento, la scelta di aderire a questa proposta è volontaria (chi desidera uno sconto rispetto alla tariffa base, può chiedere di analizzare il proprio profilo), ma la tendenza sembra chiara. Le assicurazioni, il cui business è pesantemente basato sul saper determinare le probabilità in base ai dati statistici, sono da anni alla ricerca di dati per affinare i propri modelli, e per raccoglierli stanno facendo sempre più ricorso alle moderne tecnologie: IoT, big data e ora anche social network.
Un motivo in più per fare attenzione a quel che si condivide sul proprio profilo social, e non solo ai dati visibili al pubblico, visto che in un futuro prossimo un assicuratore, ma anche un potenziale datore di lavoro, potrebbe chiederci di dare una sbirciata anche a quel che pubblichiamo solo tra una ristretta cerchia di amici.
Aggiornamento h. 18:30: Facebook è intervenuta per bloccare l’accesso alle informazioni degli utenti allo scopo di ricavarne una valutazione valutazione sull’idoneità o meno all’accesso a determinati servizi o sconti.
In una nota diffusa dal social network si legge: “Proteggere la privacy delle persone su Facebook è di massima importanza per noi. Abbiamo delle linee guida chiare che impediscono che le informazioni ottenute da Facebook vengano utilizzate per prendere decisioni sull’idoneità delle persone. Abbiamo fatto in modo che chiunque utilizzi questa applicazione sia protetto dalle nostre linee guida e che nessun dato degli utenti di Facebook venga utilizzato per valutarne l’idoneità. Gli account di Facebook saranno utilizzati solo per finalità di accesso e di verifica. Secondo il nostro accordo, Admiral chiederà agli utenti che si iscrivono di rispondere a delle domande che saranno utilizzate per valutare la loro idoneità.”
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