TikTok si prepara al bando e gli utenti USA, per protesta, migrano su un’app dichiaratamente comunista
TikTok ha intenzione di eliminare la sua app negli USA domenica 19 gennaio, quando potrebbe entrare in vigore un divieto federale sull’applicazione di social media, a meno che la Corte Suprema non si muova per bloccarlo.
Se TikTok si “spegnesse” per tutti gli utenti statunitensi, il risultato sarebbe però diverso da quello previsto dalla legge, che impone un divieto solo per i nuovi download dell’app di TikTok sugli store di Apple e Google, mentre gli utenti esistenti potrebbero continuare a utilizzare la piattaforma social cinese.
Ma da dove nasce questa situazione? Nell’aprile dello scorso anno il presidente Joe Biden aveva firmato una legge che imponeva a ByteDance (colosso cinese proprietario di TikTok) di vendere le sue attività negli Stati Uniti entro il 19 gennaio 2025 o di affrontare un ban a livello nazionale.
In risposta, ByteDance aveva chiesto uno slittamento più avanti nel tempo per l’attuazione della legge, sottolineando inoltre che il decreto violerebbe il Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Attualmente, gli utenti USA di TikTok sono circa 170 milioni e la società ha già fatto sapere che, anche nel caso in cui la Corte Suprema non bloccasse il divieto federale entro il 19 gennaio, non licenzierà (almeno nell’immediato) i circa 7000 dipendenti americani di TikTok.
Una situazione di incertezza che ha già spinto molti utenti di TikTok negli Stati Uniti (si parla di circa mezzo milione) a trasferirsi in segno di protesta non su Facebook, Instagram o X ma su Xiaohongshu (RedNote sugli app store occidentali), un’app cinese che si può considerare una via di mezzo tra TikTok e Pinterest e che è una diretta emanazione del Governo della Repubblica Popolare Cinese. Addirittura, il nome e le linee guida della community fanno esplicito riferimento al tristemente celebre Libretto rosso di Mao Tse-tung.
Inoltre, per evitare problemi che vanno dallo scontro culturale alla diffusione di contenuti vietati dalle leggi Cinesi, Xingin Information Technology (l’azienda proprietaria di RedNote) starebbe operando una sorta di separazione interna dei contenuti, mostrando quelli prodotti al di fuori del Great Firewall of China solo agli utenti occidentali, e viceversa.
Questo potrebbe diventare un problema per studenti ed espatriati cinesi che usano l’app per tenersi in contatto con amici e avere informazioni provenienti dalla madrepatria e che rischiano di essere tagliati fuori dalle nuove restrizioni geografiche.