Twitter ha bloccato ufficialmente i client di terze parti
Le modifiche alle policy di Twitter dall’arrivo di Elon Musk sono state a dir poco controverse. Tuttavia, poche di esse hanno avuto un impatto diretto e misurabile sull’esperienza di utilizzo del social network. Le cose però stanno per cambiare in modo sostanziale, visto che le nuove condizioni per gli sviluppatori rendono di fatto irregolari le app di terze parti per Twitter su tutte le piattaforme.
Come già accaduto negli ultimi tempi, Twitter ha effettivamente apportato la modifica prima di comunicarla a tutti e prima di inserirla nei termini e condizioni per gli sviluppatori. I principali client di Twitter si sono trovati improvvisamente tagliati fuori dalle API due settimane fa, ben prima della modifica dei termini applicata il 19 gennaio.
Mentre altre piattaforme e strumenti minori possono mantenere l’accesso alle API di Twitter, da oggi agli sviluppatori non è più consentito “creare o tentare di creare un servizio o un prodotto sostitutivo o simile alle applicazioni di Twitter”. Ciò rende il sito web e le applicazioni ufficiali di Twitter gli unici strumenti consentiti per accedere alle funzioni principali di tweeting e navigazione.
Twitter esiste dal 2006, quando era più probabile che gli utenti facessero un tweet con messaggi di testo piuttosto che con un’app mobile dedicata. Ma dall’avvento degli smartphone, i client di terze parti sono diventati una parte essenziale della piattaforma, consentendo agli utenti di accedere a un set completo di funzioni in mobilità: addirittura, TweetDeck, l’interfaccia web avanzata di Twitter, è nata come applicazione desktop di terze parti. Gli sviluppatori di app di terze parti, molti dei quali hanno creato aziende e posti di lavoro grazie al supporto del social network, non sono stati contattati. In passato Twitter ha avuto un rapporto difficile con gli sviluppatori di app, ma negli ultimi anni sembrava aver accettato la loro necessità.
La nuova strategia nell’era Musk sembra essere quella di spingere ancora di più gli utenti verso le proprie applicazioni e i propri siti web, dove può controllare strettamente l’esperienza (e ottenere il maggior numero di entrate pubblicitarie). In quanto società recentemente privatizzata, Twitter non è più tenuta a riportare pubblicamente i propri dati finanziari, ma gli analisti stimano che le sue entrate si siano ridotte fino al 40% dopo che molti inserzionisti hanno abbandonato la piattaforma per timori legati alla stabilità e ai contenuti.