Se ne parla da tempo, e in passato sono state fatte anche sperimentazioni, ma ora sembra che il cambiamento sia stato attivato in modo generalizzato. La stellina per aggiungere un tweet ai propri Preferiti non esiste più. E’ stata sostituita da un cuoricino (rosso quando si passa il mouse sopra all’icona) e la sua funzione è stata ribattezzata “Mi piace”, adagiandosi sulla funzione semantica nata con FriendFeed e resa celebre da Facebook.

Se non altro, la novità avrà il pregio di rendere più evidente il reale significato dell’azione “Aggiungi ai preferiti”, che è diversamente interpretata da varie correnti di pensiero (che gli le attribuisce un significato più profondo del retweet, chi le dà peso minore, chi la vede solo come un promemoria per lettura o azioni future eccetera).

Twitter è da tempo in cerca di nuovi modi per coinvolgere i propri utenti, che col passare del tempo sono sempre meno attivi. Celebrità e media sembrano dominare la piattaforma, ma voci così “pesanti” e spesso unidirezionali aggiungono ben poco coinvolgimento diretto tra gli utenti nel loro complesso. E un network con poche connessioni, non è un network.

Da Periscope a Moments, si sono sperimentate diverse nuove funzioni per cercare nuovi metodi di interazione. Potrà questo semplice stratagemma far tornare a volare l’uccellino? Difficile.

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A Twitter serve una scossa di portata molto superiore. Qualcosa che spinga il social network nella direzione del microblogging, se non della produzione di contenuti più in generale (la stella emergente Medium utilizza il grafo sociale di Twitter e Facebook per creare le relazioni tra i suoi lettori e proporre contenuti rilevanti. Perché qualcosa di simile non è nato in casa Twitter?).

Forse è arrivato il momento di infrangere quello che Twitter considera un tabu intoccabile: il limite di 140 caratteri. Qualcuno* di recente diceva che Twitter sta incontrando difficoltà perché si sta esaurendo il numero di battute salaci che possono essere espresse in così poco spazio, e forse ha ragione.

Un limite nato nell’epoca degli SMS e funzioni di interazione nate come hack in seno alla community (menzioni e hashtag) sono andati bene per la nascita e l’espansione di Twitter, ma è giunto il momento che cresca per davvero in una direzione pianificata a lungo termine.

(* Devo averlo letto su Facebook o Twitter, ma non lo ritrovo più. La funzione di ricerca su Facebook non è ancora arrivata, e se era sul secondo avrà dimenticato di aggiungerlo ai Preferiti – pardon – Mi piace. Se mi segnalate l’autore su @andreagrassi lo citerò volentieri).