WhatsApp presto su Windows e OS X?

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Si rincorrono i rumor che vorrebbero l’imminente arrivo di un’applicazione ufficiale di WhatsApp anche su PC e Mac.

Ormai non passa settimana senza qualche notizia riguardante WhatsApp. Cifratura end-to-end, invio e ricezione dei file Office, rumor sulla funzione di segreteria e telefonica e, oggi, nuove voci di corridoio che vorrebbero come imminente il rilascio di applicazioni stand-alone per Windows e OS X.

Se infatti WhatsApp è stato finora relegato quasi esclusivamente a una fruizione da mobile, in realtà non mancano i modi per utilizzarlo su PC come ad esempio WhatsApp Web, applicazione web che però non ha mai convinto del tutto gli utenti abituati a utilizzare il servizio su smartphone.

I rumor relativi a questa possibilità sono emersi in rete negli ultimi giorni (qui ce n’è un esempio), tramite indiscrezioni trapelate attraverso le stringhe di richiesta traduzione di alcune voci provenienti dai team di sviluppo dell’app. Per il momento comunque non vi è nulla di ufficiale e può essere che gli sviluppatori di WhatsApp stiano solo testando il terreno per un’app desktop, ma che in realtà bisognerà attendere ancora molto prima che questa possa raggiungere un’utenza di massa.

Eppure, a ben pensarci, l’idea di un’app stand alone da scaricare dal Windows Store e dal Mac App Store è tutt’altro che fantascienza. D’altronde ormai quasi tutti i più famosi servizi di comunicazione, social e messaggistica (Skype, Facebook, Instagram, Messenger, Twitter, Viber) hanno la loro app ufficiale in versione desktop e questo passaggio diventa sempre più inevitabile anche per una realtà fortemente mobile come WhatsApp.

Anche perché, con diverse applicazioni desktop che già oggi permettono di chattare su WhatsApp direttamente dal proprio computer (ChitChat, App for WhatsApp, Freechat e Supertab tra le più comuni), l’assenza di un’applicazione ufficiale può iniziare a diventare un problema per la compagnia guidata da Jan Koum.

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Attacchi DDoS: meno lunghi ma più frequenti

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Un nuovo report di Kaspersky Lab sui DDoS nel primo trimestre 2016 evidenzia un decisivo cambio di strategia in questo tipo di attacchi cyber.

Kaspersky Lab ha rilasciato un nuovo report incentrato sugli attacchi di tipo DDoS nel primo trimestre del 2016. Il 93,6% di essi è partito da soli dieci Paesi, con Corea del Sud, Cina e Stati Uniti ancora una volta nelle prime tre posizioni della classifica. Oltre sette incursioni su dieci inoltre hanno avuto una durata che non ha mai superato le quattro ore.

Un valore in netto calo rispetto al trimestre precedente e lo stesso dicasi per l’attacco DDoS più lungo in assoluto nei primi tre mesi dell’anno: otto giorni contro le due settimane di un caso record verificatosi negli ultimi tre mesi del 2015.

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Se quindi la durata degli attacchi cala, il loro numero rivolto a un solo obiettivo invece aumenta (33 contro i 24 del trimestre precedente). A cambiare è anche l’obiettivo degli attacchi, non più incentrato sui canali di comunicazione come era avvenuto nel Q4 del 2015 ma molto più sulle incursioni a livello di applicazione. Gli scenari più frequenti sono sempre relativi ad attacchi di tipo Syn DDoS, Tcp DDoS e Http DDoS, mentre il numero di aggressioni Udp continua a calare a ogni trimestre analizzato.

Altri dati interessanti emersi dal report riguardano sia il giorno della settimana più colpito dagli attacchi (il lunedì con 16,5% di tutte le aggressioni), sia il contributo determinante dell’Europa come numero totale di server command&control implicati negli attacchi, con Francia e Regno Unito a guidare la classifica.

Infine, oltre al dato sulle botnet basate su Windows che si sono confermate le più diffuse, il 99,73% delle vittime è stato colpito da bot appartenenti alla stessa famiglia, mentre gli attacchi condotti con tre o più classi di reti maligne (soprattutto Sotdas, Xor e Billgates) hanno rappresentato soltanto lo 0,01% del totale.

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