Con un annuncio ufficiale, che in realtà era nell’aria già da diverso tempo, Twitter ha abbattuto uno dei suoi totem rimasti inviolabili fin dall’inizio, ovvero il limite dei 140 caratteri per un tweet. Già negli scorsi mesi la piattaforma di microblogging aveva cercato di aggirare questo limite non contando i caratteri dei link e di altri elementi di testo, ma questa volta si va molto più in là.

Twitter ha infatti cominciato a testare presso alcuni utenti il nuovo limite dei 280 caratteri, raddoppiando così il suo storico trademark. La spiegazione data dalla società riguarda i diversi idiomi linguistici, che se nel caso di quelli asiatici (giapponese, coreano e altri) permettono di esprimere un concetto con pochi caratteri, nel caso delle lingue occidentali ci vogliono molti più caratteri per esprimere lo stesso concetto (l’immagine qui sotto lo evidenzia molto bene).

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Una mossa che si spiega anche e soprattutto con il tentativo di Twitter di svecchiare la propria piattaforma con la speranza di guadagnare nuovi utenti, magari frenati finora dal limite dei 140 caratteri e dalla libertà di scrittura molto più ampia concessa da altri social network. Per mantenere le bacheche pulite e non confusionarie, Twitter continuerà comunque a mostrare solo i primi 140 caratteri di un tweet, che andrà poi espanso dall’utente cliccandovi sopra nel caso lo voglia leggere interamente.

Non si hanno tempistiche precise per l’arrivo di questa “rivoluzione” a livello globale, ma la sensazione è che Twitter voglia arrivare a questo storico appuntamento il più presto possibile, non fosse altro che per numeri sempre più preoccupanti.

Nell’ultimo trimestre ad esempio il numero di utenti non si è praticamente schiodato dai 328 milioni di iscritti del trimestre precedente, senza contare che tra aprile e giugno fatturato è stato di di 574 milioni di dollari contro i 602 milioni dello stesso periodo del 2016 e che nell’ultimo anno le azioni di Twitter hanno perso quasi il 30%.