Dal MWC di Barcellona, le Telco chiedono ai governi di collaborare al 5G

Dal MWC di Barcellona, le Telco chiedono ai governi di collaborare al 5G
In un mondo digitalizzato, le telecomunicazioni sono vitali allo sviluppo e al progresso di servizi essenziali e possono contribuire a ridurre consumi e impronta ecologica. Ma le telco chiedono ai governi di collaborare e investire.

Le telecomunicazioni hanno un ruolo importante nello sviluppo dell’economia dei paesi, nell’inclusione delle fasce di popolazione svantaggiate e nella riduzione delle emissioni necessaria a perseguire gli obiettivi di sostenibilità. Il 5G ha il potenziale accelerare drasticamente questi effetti, ma serve la collaborazione del settore pubblico e un diverso approccio ai servizi digitali che permetta alle TLC di competere con i grandi fornitori cloud.

È questo il messaggio che i CEO di alcune delle più importanti aziende di telecomunicazioni al mondo lanciano dal palco del keynote inaugurale del Mobile World Congress, in corso a Barcellona in un’atmosfera gravata dall’incubo della guerra – condannata dal Direttore Generale della organizzatrice GSMA Mats Granryd in apertura – e dell’incognita sul mondo che si disegnerà al suo termine.

L’industria reclama il ruolo avuto nel fornire servizi essenziali nella gestione della crisi pandemica, consentendo cure, lavoro e istruzione a distanza. “Gli ultmi due anni hanno dimostrato che i nostri servizi sono critici. Guardando avanti, il 5G è il catalizzatore per l’innovazione – dice il CEO di Vodafone Nick Reed – e ogni paese cercherà di approfittarne”. Gli speaker sembrano però dire ai governi: “se siamo così essenziali alla società, aiutateci”, reclamando probabilmente una destinazione mirata degli ingenti investimenti messi in campo per la ripresa.

Nick Reed, CEO di Vodafone

Nick Reed, CEO di Vodafone

Per Reed c’è bisogno di un nuovo contratto sociale per la competitività di nazioni e regioni. Ne ha bisogno l’Africa per sviluppare un’economia diversificata, ne ha bisogno l’Europa per rimanere competitiva nei settori industria, sanità, aerospaziale e sicurezza, ma “di questo passo, l’Europa impiegherà il resto di questo decennio per portare il proprio livello di copertura 5G della popolazione (10%) a quello che la Cina raggiungerà quest’anno (60%). Per colmare il gap degli investimenti ed evitare di rimanere tagliati fuori dal nuovo ordine tecnologico, servono soluzioni sviluppate localmente”. Reed fa l’esempio di un progetto in cinque passi sviluppato con il governo spagnolo, che partendo da un piano con le industrie e un assessment della salute finanziaria delle telco, ha delineato un piano per la creazione di un centro di ricerca e sviluppo pan europeo a malaga con 750 posti di lavoro e un V-hub per condividere risorse e best practice aziendali per competere a livello globale.

5G: i servizi digitali e la ricerca dei ricavi

Sullo sfondo, si intravede una difficoltà nel far quadrare i conti degli investimenti fatti per acquisire le frequenze e costruire l’infrastruttura 5G in un panorama dove i casi di successo riguardano prevalentemente applicazioni di business su industrie verticali e infrastrutture dove è forte la presenza del settore pubblico: sanità, trasporti, utilities, smart cities, manifattura.

Si guarda al metaverso con la speranza che possa rappresentare la killer application per le tecnologie di realtà virtuale, che molto beneficeranno delle caratteristiche tecnologiche del 5G, tra la popolazione generale. La sfida è sempre quella: costruire e gestire servizi che giustifichino nel pubblico l’adozione della nuova tecnologia. Una sfida sostanzialmente vinta dalle aziende native del digitale – chiamate in modo dispregiativo “over the top” – nell’epoca dello sviluppo delle connessioni internet.

“Le telco hanno lasciato molti soldi sul piatto [nei primi anni Duemila, NdR]. Hanno costruito la piattaforma per la crescita senza approfittarne più di altri. Non dobbiamo ripetere l’errore di un passato in cui decenni di complessità e cultura su un certo modo di fare le cose non hanno aiutato contro i servizi innovativi e friction-free offerti dalle nuove aziende digital”, afferma Andy Penn CEO dell’australiana Telstra.

L’atteggiamento è cambiato, quindi, ma si continua a reclamare un ruolo privilegiato: “Vogliamo competere sullo stesso piano con l’industria digital. Non chiediamo trattamenti di favore, ma chiediamo rispetto – dice il CEO di Telefonica Josè Maria Alvarez Pellete perché gli li investimenti richiesti per garantire la crescita del traffico sono imponenti. Questa nuova era richiede nuovi valori. Dobbiamo assicurarci che la crescita imiti il meglio dei valori nel mondo fisico. Abbiamo bisogno di un nuovo contratto sociale, in cui i cittadini non sono discriminati nell’accesso e contribuire a superare le ineguaglianze. Per ottenere questo, dobbiamo lavorare con industria e settore pubblico”.

Le sfide della sostenibilità e della sicurezza

Venendo dalla regione che è stata la culla della telefonia mobile (40 anni fa Telia ed Ericsson hanno lanciato la rete 1G nei paesi nordici), e dal paese con più unicorni (le startup che hanno raggiunto il miliardo di dollari di quotazione) pro capite al mondo dopo gli USA, la presidente e CEO della svedese Telia Allison Kirkby, mette l’accento sulla necessità di reinventare in meglio il mondo nella direzione di una maggiore sostenibilità ambientale, evidenziando il ruolo che le connessioni mobile possono avere in questo. Dall’analisi degli dati (anonimizzati) degli spostamenti dei cittadini vengono nuove rotte e orari per il trasporto pubblico che possono ridurre l’utilizzo delle auto, e dati utili al contenimento della pandemia.

Allison Kirkby, Presidente e CEO di Telia

Allison Kirkby, Presidente e CEO di Telia

Kirkby sostiene però che dobbiamo passare a una seconda fase della digitalizzazione, che coinvolga direttamente il core business delle imprese, anche le più tradizionali. Del resto, proprio dall’industria pesante e dalle infrastrutture stanno arrivando alcuni degli esempi più all’avanguardia nel campo delle tecnologie green, che se adottate da tutto il settore potrebbero portare a una riduzione di 11 gigatonnellate di CO2, un quarto della riduzione prevista per il 2050, aveva affermato Granryd in apertura.

Quando però la connettività, internet of things e analytics permeano i processi dei servizi essenziali, ogni punto di connettività diventa business critical: disponibilità e sicurezza diventano cruciali, avverte Kirkby mettendo in campo la geopolitica per promuovere i fornitori scandinavi di infrastrutture: “possedere e gestire la propria rete di comunicazioni – senza intermediari di cui è incerta la proprietà nel mezzo – sarà vitale per i servizi essenziali ai paesi”.

La Cina dal canto suo spinge forte sulla tecnologia e sulla trasformazione delle infrastrutture di telecomunicazioni in servizi cloud. Secondo Yang Jie, Chairman di China Mobile, la convergenza di networking e computing creerà infrastrutture virtuali che possono rispondere a sfide di scalabilità, disponibilità e sicurezza e che possono essere erogate in modalità on-demand per gestire una nuova realtà creata dalla fusione di mondo fisico e virtuale.

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8,2 miliardi di SIM nel mondo, boom degli abbonamenti 5G: 660 milioni

telefonia mobile persone
Il tasso di penetrazione in Europa occidentale è del 124%. I device 5G sono aumentati di 98 milioni di unità nell’ultimo trimestre 2021. I dati dell’Ericsson Mobile Report

Il 2021 si è chiuso con circa 8,2 miliardi di abbonamenti alla rete mobile nel mondo, con una crescita di 24 milioni di SIM nel quarto trimestre 2021, di cui 5 milioni in Cina, 4 negli Stati Uniti e 3 nel Pakistan.

Sono dati tratti dal più recente Mobility Report di Ericsson, uscito in concomitanza con l’inizio del Mobile World Congress (MWC) di Barcellona.

La superiorità del numero di SIM rispetto alla popolazione è una situazione che, dopo aver caratterizzato negli scorsi anni i paesi e le aree più avanzate, oggi riguarda tutto il mondo: il tasso di penetrazione a livello mondiale è infatti del 104% (8,2 miliardi di SIM su una popolazione mondiale di 7,9 miliardi a fine 2021). Sotto il 100% rimangono ormai solo India (78%) e Africa (85%), mentre l’Europa Occidentale è ormai al 124% e la Cina al 117%.

Fonte: Ericsson Mobility Report

Fonte: Ericsson Mobility Report

Il numero di abbonati mobili unici è invece nettamente minore della popolazione mondiale: circa 6 miliardi. Una differenza in larga parte dovuta al numero di persone hanno più di un abbonamento con relativa SIM, e agli abbonamenti inattivi.

Continua a crescere anche l’utilizzo di Internet da mobile. Nel quarto trimestre 2021 il numero di abbonamenti di tipo mobile broadband è aumentato di circa 80 milioni (+6% in un anno), per un totale di circa 6,9 miliardi. Oggi l’85% degli abbonamenti mobile sono appunto mobile broadband, ossia consentono di utilizzare app e servizi online.

Dal punto di vista della tecnologia di accesso a Internet in mobilità, sono cresciuti sia gli abbonamenti LTE che quelli 5G. Gli LTE nell’ultimo trimestre sono aumentati di circa 37 milioni, arrivando a un totale di 4,7 miliardi, ovvero il 57% di tutti gli abbonamenti mobili. I 5G nello stesso periodo sono cresciuti di ben 98 milioni, toccando quota 660 milioni in tutto il mondo. Sempre secondo il nuovo Mobility Report di Ericsson, sono 200 gli operatori nel mondo che hanno lanciato servizi 5G e almeno 20 coloro che hanno implementato reti 5G standalone (SA). Diminuiscono, invece, gli abbonamenti alle sole reti HSPA (-51 milioni) e GSM (-52 milioni).

La crescita degli abbonamenti alla banda larga mobile e il sempre maggiore consumo di video hanno provocato anche un forte aumento del traffico dati da mobile che è cresciuto del 44% tra il quarto trimestre 2020 e lo stesso periodo del 2021, per raggiungere gli 80 Exabyte (EB).

La crescita del traffico dati mobile, fonte: Ericsson Mobile Report

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