In circa sedici mesi, dal lancio avvenuto sul Nexus 9 nel novembre del 2015 a oggi, Android Lollipop ha conquistato la vetta delle versioni più diffuse del sistema operativo mobile di Google, scavalcando l’ex numero uno KitKat. Le release 5.0 e 5.1 di Android rappresenta infatti oggi il 36,1% dell’intero installato di Android, contro il 34,3% di KitKat e il 22,6% di Jelly Bean.

Molto lenta invece l’adozione di Marshmallow, la versione più recente di Android rilasciata circa sei mesi fa che oggi è installata solo sul 2,3% di smartphone e tablet Android, seppur nell’ultimo mese sia aumentata del 1,1%. A colpire è anche il 2,3% di diffusione di Gingerbread, una release che risale ormai a più di cinque anni fa e che, evidentemente, è ancora diffusa tra i device di fascia bassa e tra chi, forse per ignoranza o disinteresse, non ha mai aggiornato il proprio smartphone.

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Una situazione che dimostra come per l’ennesima volta il macrocosmo di Android sia estremamente frammentato, con produttori che rilasciano aggiornamenti a macchia di leopardo (e a volte non li rilasciano proprio) e con utenti che si ritrovano tra le mani uno smartphone lasciato senza update anche solo dopo due-tre anni dalla sua uscita, sempre che non si voglia ricorrere all’installazione di ROM non ufficiali e al rooting del dispositivo.

Google è però conscia del problema e all’I/O di maggio potrebbero esserci novità su questo versante. L’ipotesi più gettonata è che Google stessa potrebbe prendere il controllo totale di Android, rendendo questo sistema operativo come iOS e Windows Phone ed eliminando le personalizzazioni realizzate dai vari produttori. Dopotutto se il mese scorso iOS 9 era installato sul 87% dei device iOS e Marshmallow solo sul 1,2% dei dispositivi Android, una ragione dovrà pur esserci.