Data e prezzo di iPhone 6s in Italia e la fine delle offerte con gli operatori

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Servono 779 euro per il (troppo) piccolo iPhone 6s da 16 GB. Ma forse presto ci si potrà “abbonare” a iPhone e averne uno nuovo ogni anno.

Oggi Apple ha annunciato di avere infranto un nuovo record di vendite: sono più di 13 milioni gli iPhone 6s e iPhone 6s Plus venduti in appena tre giorni dopo il lancio, avvenuto inizialmente in 12 paesi. Dal 9 ottobre, i nuovi iPhone saranno disponibili in 40 ulteriori nazioni, tra cui l’Italia. Entro la fine dell’anno, la lista dei paesi in cui iPhone 6s è disponibile salirà a oltre 130.

Apple ha anche comunicato il prezzo degli iPhone 6s e 6s Plus in Italia. Il prezzo al pubblico di iPhone 6s parte da 779 euro per il modello da 16 GB di memoria, 889 euro per quello da 64 GB e 999 euro per il top di gamma da 128 GB.

Per il modello iPhone 6s Plus più grande, con schermo da 5,5 pollici, la soglia di investimento si alza: servono 889 euro per la versione da 16 GB, 999 per quella da 64 GB, e ben 1.109 euro per la versione da 128 GB.

Considerando che ormai i modelli da 16 GB sono ben poco utili, viste le dimensioni raggiunte da alcune app (Word ed Excel occupano insieme quasi 1 GB da sole), si può dire che il prezzo di iPhone ormai si aggira in media attorno ai 1.000 euro.

Gli iPhone saranno come al solito disponibili anche in abbinamento a offerte e piani tariffari degli operatori TIM, Tre e Vodafone. Questa pratica, che vincola l’acquirente a rimanere con lo stesso operatore anche per 30 mesi, potrebbe però presti arrivare alla fine, per via di due innovazioni di Apple, una tecnica e l’altra commerciale, che mirano a indebolire il legame tra i clienti Apple e i loro operatori telefonici.

La fine degli accordi con gli operatori telefonici?

Quella tecnica è costituita dalla SIM software presente sugli ultimi iPad, e che permette di cambiare operatore telefonico senza bisogno di rimuovere fisicamente la scheda SIM dal dispositivo. L’innovazione commerciale, per ora disponibile solo negli USA, è rappresentata dall’iPhone Upgrade Program, un’offerta che prevede di ottenere un nuovo modello di iPhone ogni anno, pagando un canone di abbonamento fisso che parte da 32 dollari per il modello da 16 GB e comprende anche il servizio di assistenza e garanzia estesa AppleCare+ con assicurazione per due danni accidentali.

In questo modo Apple pensa di aumentare il ritmo di aggiornamento degli iPhone, che per chi aderisce a un’offerta degli operatori è solitamente di due anni o due anni e mezzo, portandolo a un solo anno.

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Tutta la potenza dei nuovi iPhone

Tutta la potenza dei nuovi iPhone
Il noto blogger John Gruber ha testato a fondo l’iPhone 6S e le prestazioni del nuovo processore A9 rispecchiano fedelmente le promesse di Apple.

Già nei giorni scorsi abbiamo parlato delle prime prove dei nuovi iPhone 6S e 6S Plus, sottolineando però come si trattasse di recensioni poco approfondite, soprattutto a livello di test hardware e benchmark. A colmare questa lacuna ci ha pensato il noto blogger John Gruber su Daring Fireball, che ha messo sotto torchio l’iPhone 6S con il tool Geekbench per scoprire quanto il nuovo processore A9 di Apple sia superiore al modello precedente montato sull’iPhone 6 dello scorso anno.

Per rendere ancora più interessante la prova, Gruber ha messo a confronto l’iPhone 6S con l’iPhone 6, l’iPhone 5S e il recente MacBook da 12’’ con processore Intel Core M. Nel test di Geekbench riferito al singolo core, iPhone 6S ha ottenuto un punteggio di 2500 e di 4340 punti nel test multi-core, con un miglioramento rispettivamente del 60% e del 50% rispetto ad iPhone 6, confermando quindi quanto di buono promesso da Apple nel keynote del 9 settembre.

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A stupire maggiormente è stato il confronto con il MacBook da 12’’. Come si può infatti vedere dall’immagine sopra, l’A9 se l’è cavata meglio dell’Intel Core M da 1.1 e 1.2 GHz nei test single-core, avvicinandosi inoltre di molto alla versione da 1.3 GHz. Nei test multicore invece l’iPhone 6S risulta indietro rispetto alle tre versioni del processore Intel, pur avvicinandosi moltissimo a quella da 1.1 GHz (4340 contro 4464).

È vero che i benchmark non dicono tutto sulle prestazioni di uno smartphone o di un qualsiasi device, ma vedere così vicine le prestazioni tra un iPhone e un MacBook fa pensare a come le architetture mobile stiano ormai raggiungendo quelle di un notebook, senza contare che altre soluzioni basate su architettura ARM come l’Exynos 7420 di Samsung sono teoricamente ancora più avanzate rispetto all’A9 di Apple.

Se poi pensiamo che l’imminente iPad Pro monterà un processore A9X ancora più piccolo e potente dell’A9, e che secondo Apple offrirà due volte la potenza grafica e computazionale dell’A8X di iPad Air 2, ne vedremo delle belle.

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