Il nuovo smartphone Android BlackBerry Key2 è indirizzato direttamente a chi è rimasto affezionato ai giorni gloriosi delle tastiere fisiche, in particolare agli utenti aziendali che credono ancora al brand BlackBerry (anche se tecnicamente ora è un altro produttore a realizzarne gli smartphone). La pagina ufficiale del nuovo modello rende anche abbastanza evidente il punto di forza del dispositivo, definito come “lo smartphone Android più sicuro con funzionalità avanzate di sicurezza e privacy integrate”.

C’è solo un problema con questa affermazione e quindi anche con la più ampia “narrazione” che circonda il lancio del BlackBerry Key2, in quanto la società ha un record assolutamente pessimo nel fornire aggiornamenti di Android ai propri clienti. Per qualsiasi smartphone uscito sul mercato nel 2018, ma soprattutto per uno che viene presentato come un device orientato alla sicurezza per Serious Business Users, è un limite che non dovreste ignorare.

Non ci credete? Ecco un po’ di storia recente. Il precedente smartphone di punta di BlackBerry, il KeyOne, è uscito nell’aprile del 2017. Per la scorsa settimana era stato programmato l’aggiornamento ad Android 8.0 Oreo, ma il lancio è già stato rinviato al prossimo giovedì. Android 8.0 è stato rilasciato e reso disponibile ai produttori nell’agosto del 2017, quasi un anno fa ormai.

Questo vuole dire per BlackBerry un’attesa di ben 319 giorni per ottenere l’aggiornamento del sistema operativo principale sul suo smartphone di punta, orientato alla sicurezza e alle aziende. E l’aggiornamento non arriverà nemmeno a tutti i possessori del KeyOne, visto che per ora è previsto solo per gli utenti canadesi. È poi vero che KeyOne ha ottenuto patch di sicurezza tempestive e regolari e questo sicuramente conta qualcosa. Ma 10 mesi e mezzo per un aggiornamento del sistema operativo principale? Non importa come la si guardi: è semplicemente imperdonabile.

blackberry-key2-android-100762474-large

Perché tutto ciò è così importante? Semplice. Anche se si mettono da parte per un attimo le aggiunte e i miglioramenti dell’interfaccia introdotti con le principali versioni di Android, gli aggiornamenti del sistema operativo contengono un numero significativo di correzioni fondamentali e miglioramenti orientati alla sicurezza, ad esempio API restrittive, il rafforzamento della crittografia dei dati di backup e l’enfasi sul dirottare le app verso trasmissioni web sicure inclusa in Android P.

Sono apparsi miglioramenti simili in Oreo, comprese nuove restrizioni sulle autorizzazioni, un metodo più completo per verificare l’integrità del sistema operativo ogni volta che si avvia un telefono e un sistema più efficace di sandboxing per mantenere isolate le parti critiche del software da altri processi. È proprio questo tipo di progresso che fa capire il motivo per cui gli aggiornamenti del sistema operativo sono ancora importanti.

Indipendentemente da quanto patching possa essere fatto, e indipendentemente da quanto Google decostruisca Android per aggiornare elementi del software facilmente, frequentemente e in modo universale, alcuni elementi fondamentali legati a prestazioni, sicurezza e privacy possono essere integrati e migliorati solo nel sistema operativo stesso.

L’impegno di BlackBerry nel fornire patch di sicurezza tempestive e il suo processo di aggiungere i propri miglioramenti di sicurezza nel software meritano sì un elogio, ma il mancato sforzo della società nel mantenere i suoi dispositivi aggiornati con tempistiche “umane” alle varie versioni di Android merita altrettanta attenzione. Ciò vale per qualsiasi azienda che vende uno smartphone da svariate centinaia di euro, ma è particolarmente vero per una società che attribuisce la propria reputazione alla sicurezza e al servizio della comunità business.