iPad Pro e la possibile penuria di app professionali
Ora che iPad Pro è finalmente disponibile, inizia a farsi avanti un problema di cui in pochi (Apple compresa) avevano forse tenuto conto: lo sviluppo di app professionali. Il nuovo ibrido di Apple si pone infatti come un device rivolto soprattutto e un’utenza professionale e, benché le app di grandi nomi come Adobe, Microsoft e la stessa Apple non manchino, sono diversi i piccoli sviluppatori (o comunque non al livello dei big) che al momento non realizzeranno le loro app per l’iPad Pro.
A indagare sulla questione è stata The Verge con un articolo che prende in esame proprio alcuni piccoli sviluppatori di app mobile, potenzialmente interessati a espandersi nel mondo mobile di Apple ma frenati da diversi ostacoli. Il problema non sta affatto nell’iPad Pro, che anzi ha potenza da vendere e si basa su iOS (un sistema operativo già molto conosciuto), quanto più nell’App Store e nelle sue policy.
Un piccolo sviluppatore avrebbe infatti non pochi problemi a proporre su App Store per pochi euro la versione mobile di un suo applicativo che in versione desktop ne costa magari 100 volte tanto. Inoltre su App Store non si possono pubblicare versioni di prova gratuite di un’app e anche questo è uno scoglio per ora insormontabile, soprattutto per chi è abituato a un modello di business che prevede prima una prova gratuita concessa al potenziale cliente di un software e poi la possibilità di acquistarlo.
Un piccolo team di sviluppo si trova così di fronte alla possibilità di “svendere” il proprio software a un prezzo irrisorio oppure di pubblicare su App Store quel software allo stesso prezzo (o poco meno) della versione per dekstop. Peccato che proporre su App Store un’applicazione da 30, 40, 50 o 100 euro sia già in partenza una sorta di suicidio economico.
Altro problema, ingigantitosi soprattutto negli ultimi anni, è quello del modello freemium e degli acquisti in app. Un big come Adobe ad esempio può permettersi di uscire su App Store con un’app gratuita che offra meno feature di quella a pagamento, oppure può attirare i clienti con un’applicazione gratis perché tanto il vero guadagno arriverà da un’eventuale abbonamento a servizi cloud, di cui l’app è solo un “contentino”.
Un piccolo sviluppatore però non può assolutamente permettersi un modello freemium/gratuito provenendo da un’esperienza di business completamente diversa. E questo è un grande problema perché le app gratuite con acquisti al loro interno sono destinate, secondo Gartner, a raggiungere nel 2016 il 41% di tutto il fatturato generato dalle app mobile, mentre già oggi 95 delle prime 100 app più scaricate da App Store sono appunto gratuite. Sempre Gartner prevede che il prossimo anno la maggior parte delle app mobile costerà tra 99 centesimi e 3 euro, cifre che come abbiamo già detto significherebbero una perdita quasi sicura per gli sviluppatori dalle spalle piccole.
Il rischio insomma è che l’iPad Pro inizi a soffrire fin da subito di una pericolosa penuria di app professionali, o che a realizzarle sia solo un numero ristretto di sviluppatori di grandi dimensioni. Le possibili soluzioni suggerite da The Verge? O gli sviluppatori cercano nuovi modi per far fronte agli ultimi stravolgimenti della cosiddetta app economy, oppure Apple cambia qualcosa nelle sue policy per rendere più facile l’accesso ad App Store per gli sviluppatori più piccoli.