Google Pixel 2 XL: la recensione del nuovo phablet di Google
Già il fatto che gli smartphone Pixel di Google ricordino molto gli iPhone come concept generale, con uno stesso produttore per il dispositivo e il sistema operativo, la dice lunga sull’interesse che il settore enterprise può avere verso questi device, aggiornati regolarmente e immediatamente senza dover passare per le forche caudine di produttori terzi.
Ora Google, dopo essersi scordata del nostro Paese lo scorso anno all’uscita del primo Pixel, sta per portare in Italia il Pixel 2 XL a 989 euro, mentre la versione standard (Pixel 2) non rientra per ora nei piani distributivi della grande G per il nostro mercato. Il Pixel 2 XL ha praticamente le stesse dimensioni di un iPhone 8 Plus, rispetto al quale però pesa circa 30 grammi in meno e offre un display più ampio (6’) grazie alle ormai abituali cornici sottili (seppur non così tanto come un Galaxy Note 8 o come l’imminente iPhone X).
Hardware e design
Da un punto di vista estetico il Pixel 2 XL taglia i ponti con il suo predecessore che tanto assomigliava ad iPhone 7 Plus. Ora la scocca in alluminio, i due colori posteriori e soprattutto il display con cornici ridotte fanno del Pixel 2 XL uno smartphone con maggior personalità. L’unica connessione fisica è rappresentata da un porta USB-C (non c’è invece il jack audio da 3,5mm), ma in cambio troviamo il Bluetooth 5, che speriamo possa prendere sempre più piede nei prossimi mesi come numero di dispositivi compatibili.
Il display è un eccellente OLED protetto da un vetro Gorilla Glass 5 e con risoluzione di 2880×1440 pixel, che equivale a una densità di 538 ppi (poco più alta di quella del Galaxy S8+ e molto più elevata di quella di iPhone 8 Plus). Troviamo anche la certificazione IP67 per la resistenza sott’acqua fino a un metro e fino a un massimo di 30 minuti.
Le prestazioni sono molto elevate grazie al mix tra il Soc Snapdragon 835 (una sicurezza) e i 4 GB di RAM (ma altri top di gamma ne montano 6), con in più una GPU Adreno 540 e 64 GB di storage intenro non espandibili. A dire il vero esiste anche una versione da 128 GB, ma quella distribuita in Italia è purtroppo la meno capiente.
Prestazioni
Visto che Antutu non dispone ancora di un benchmark compatibile con Android 8 Oreo (la versione installata sul Pixel 2 XL), abbiamo utilizzato la suite PassMark. Il risultato di 13935 punti è leggermente più alto di quello dei vari HTC U11, OnePlus 5, Galaxy S8+ e Note 8, seppur si tratti di differenze davvero minime dovute molto probabilmente a Oreo che invece è ancora assente negli altri smartphone appena citati.
Tutto in effetti è fluido (scrolling delle pagine, app di Facebook, giochi impegnativi), con una sensazione di grande velocità e senza nessun segno di lag o strani “impiantamenti”. Riproducendo in loop un video con il display tenuta alla massima luminosità, abbiamo esaurito una carica della batteria da 3250 mAh in circa 12 ore, sebbene in questo test non abbiamo attivato né Wi-Fi, né 4G. In ogni caso non dovrebbe essere un problema arrivare a fine giornata con ancora un po’ di carica residua e dopo un utilizzo abbastanza intenso.
Il Pixel 2 XL non supporta la ricarica wireless ma una veloce tramite cavo USB-C. Per ricaricare la batteria da 0 a 100%, abbiamo impiegato circa tre ore, ma a tal proposito vanno specificate alcune cose. Nei primi 15 minuti infatti la carica è arrivata addirittura al 40%, per poi raggiungere l’80% dopo altri 20 minuti. Da qui non è cambiato nulla per un’ora e, per raggiungere il 100%, sono passati altri 60 minuti.
Evidentemente gli sviluppatori hanno preferito offrire una carica molto veloce fin da subito in modo da assicurare con il 40% una quantità di autonomia comunque sufficiente per diverse ore di utilizzo, preferendo però non spingersi oltre (ovvero da 0 a 100% in un’ora) per evitare possibili problemi di stabilità alla batteria.
Oreo e intelligenza artificiale
Fin dalla presentazione dei Pixel 2, Google ha insistito molto sul mix tra hardware, software (Oreo) e intelligenza artificiale, incarnata in questo caso da Google Assistant che possiamo lanciare anche “strizzando” lo smartphone ai lati. Al momento Google Assistant non è disponibile in italiano, ma testandolo in inglese il riconoscimento della voce è risultato veloce e accurato e le risposte sono sempre (o quasi) attinenti alle domande e restituite in modo veloce.
Un’altra applicazione interessante dell’intelligenza artificiale integrata nel Pixel 2 XL è Google Lens, una feature che identifica ed espande le informazioni delle immagini scattate. Abbiamo fotografato ad esempio un libro per vedere apparire quasi subito una recensione presa da Google Book, ma le applicazioni pratiche di questa tecnologia sono davvero tante e solo raramente Google Lens ha fallito il suo obiettivo.
Verdetto
Contando come al momento smartphone Android di fascia alta come il Galaxy S8+, il Galaxy Note 8 e l’imminente Huawei Mate 10 Pro costino tutti meno del Pixel 2 XL se si cerca un po’ online, può diventare difficile consigliare il nuovo top di gamma di Google considerando anche i soli 64 GB di storage e il fatto che Google Assistant non sia ancora disponibile in italiano.
Eppure, per chi vuole un’esperienza Android pulita ed estremamente fluida, un display eccellente, la sicurezza di un prodotto ben costruito e la curiosità di utilizzare fin da subito Android 8 Oreo, il Pixel 2 XL è un phablet da tenere in sera considerazione, sebbene con una simile concorrenza non sarà facile per Google ritagliarsi un posto di primissimo piano nel mercato.