Recensione iPhone X: ecco perché è il migliore per lavorare
Parlare di uno smartphone come iPhone X senza parlare di iOS 11 non avrebbe senso e, fortunatamente per l’utenza professionale, l’ultima release di iOS è anche la più avanzata mai sviluppata da Apple in termini di sicurezza. Parliamo infatti di un device con messaggistica end-to-end crittografata e con sincronizzazione di FaceTime e iCloud resa ancora più sicura rispetto al passato.
Ma quello della sicurezza non è solo l’unico vantaggio di possedere un iPhone X agli occhi di un’utenza business, visto che anche altri elementi come la privacy e l’accessibilità sono stati ulteriormente rafforzati da Apple. Ma anche agli occhi di un’utenza consumer il nuovo melafonino è in grado di offrire tanto seppur a caro prezzo (1189 euro per la versione da 64 GB e 1359 euro per quella da 256 GB).
Cosa c’è di nuovo in iPhone X?
Come dimensioni iPhone X si pone a metà strada tra iPhone 8 e iPhone 8 Plus, anche se la quasi totale assenza di cornici attorno al display OLED ha reso di fatto lo schermo più grande (seppur più stretto e allungato) di quello di iPhone 8 Plus. È scomparso anche il pulsante Home e ciò ha obbligato Apple a introdurre una nuova serie di gesture per navigare in iOS 11 e tra le app; nulla di drammatico comunque, visto che già dopo qualche ora di utilizzo si prende facilmente confidenza con i nuovi gesti.
L’unica eccezione alle cornici è rappresentata da una conca nera sulla parte superiore del display (il cosiddetto notch) che contiene al suo interno diversi sensori, mentre come materiali iPhone X è un mix tra vetro anteriore e posteriore e profilo in acciaio inossidabile. Un vero gioiello da tenere in mano che prevede, come altra novità in fatto di utilizzo, la pressione prolungata del tasto di accensione/spegnimento per attivare Siri e un suo doppio tocco per utilizzare Apple Pay.
La scomparsa del pulsante Home ha significato anche l’abbandono del Touch ID come metodo di autenticazione e di sblocco. Su iPhone X troviamo Face ID, che sfrutta i sensori presenti proprio sotto al notch (il sistema True Depth) per riconoscere il volto dell’utente e sbloccare il telefono.
Usare Face ID
Un sistema che a detta di Apple aumenta enormemente (si parla di 20 volte in più) la sicurezza del dispositivo rispetto al Touch ID e che risulta estremamente efficace e immediato sia nel set-up iniziale (molto più breve rispetto a quello del Touch ID), sia nella prova effettiva sul campo.
È poi vero che nelle ultime settimane sono emersi in rete casi limite in cui, tramite maschere realizzate con stampanti in 3D o con utenti gemelli, il Face ID ha fatto cilecca e ha riconosciuto come valido un utente che non lo era, ma per quanto ci riguarda (e immaginiamo nel 99% dei casi) il Face ID si è dimostrato un sistema veloce, sicuro e molto pratico, sebbene per il suo funzionamento corretto l’utente debba avere il proprio visto esattamente di fronte al telefono e non con un’angolazione troppo spinta.
Contando però che il Face ID è utilizzato non solo per lo sblocco del telefono ma anche per autenticare le transazioni di Apple Pay, confermare acquisti su App Store e persino per accedere a password, se i casi appena descritti aumentassero o se comunque Face ID si rivelasse più vulnerabile del previsto, gli amministratori IT possono (e dovrebbero) stabilire una policy per disabilitarlo e per tornare a un accesso tramite password (naturalmente le più complesse possibili).
È inoltre possibile dalle Impostazioni del telefono disabilitare l’accesso tramite Face ID a diverse funzioni quando iPhone X è bloccato. In questo modo nessuno può utilizzare ad esempio Siri per fare chiamate dalla Lock Screen, leggere le notifiche o accedere al Centro Controllo. Noi però possiamo fare tutto ciò dalla schermata di sblocco visto che Face ID ci riconosce come legittimi proprietari del telefono. Un passo in più a livello di sicurezza che gli admin IT dovrebbero considerare seriamente e implementare.
Il miglior display OLED di sempre
Non lo diciamo noi, anche se in effetti il display di iPhone X è una meraviglia, ma lo sostengono diversi esperti tra cui il noto sito Display Mate, secondo il quale quello di iPhone X è il miglior display di uno smartphone fin qui testato nei loro laboratori. Parliamo dopotutto dello schermo con la densità di pixel più elevata di sempre per un prodotto Apple (458 ppi), senza dimenticare il supporto al Dolby Vision e all’HDR10 per la dinamica estesa e una resa di colori, neri e contrasto davvero superba.
Ne esce un display estremamente realistico nella resa cromatica e il confronto con i passati LCD-IPS (ancora montati oggi su iPhone 8 e 8 Plus) testimoniano la superiorità dell’OLED soprattutto nella resa dei neri. Inoltre, seppur realizzato da Samsung, il display OLED di iPhone X è stato sviluppato secondo precise direttive di Apple ed è anche per questo che Display Mate lo ha ritenuto migliore rispetto agli OLED del Samsung Galaxy S8 o Galaxy Note 8.
Senza poi dimenticare la tecnologia True Tone già vista sugli ultimi iPad Pro che imposta automaticamente la temperatura colore del display a seconda delle condizioni di luce nell’ambiente, la modalità Night Shift, una tecnologia proprietaria per ridurre al minimo l’effetto burn-in tipico degli OLED e, infine, il refresh del sensore touch a 120Hz.
Non bisogna però confondere quest’ultimo con la tecnologia Pro Motion degli iPad Pro più recenti che porta il refresh del display a 120 Hz (su iPhone X è ancora a 60 Hz), ma si tratta comunque di un plus piacevole che rende la risposta al tocco e le gesture più fluide rispetto a prima. L’unica differenza in negativo rispetto ai display LCD-IPS dei precedenti iPhone è che, cambiando angolazione quando guardiamo iPhone X, cambia leggermente anche la luminosità, mentre con un pannello IPS l’angolo di visuale rimane più ampio e non si assiste a questi cambiamenti.
Prestazioni al top con il SoC A11 Bionic
La nuova generazione di iPhone, compresi i modelli 8 e 8 Plus, si affida al nuovo SoC A11 Bionic e a un nuovo motore neurale, un componente progettato in modo specifico per processare i calcoli di machine learning (identificazioni di oggetti e persone nelle foto ad esempio) e far funzionare il Face ID e il Secure Enclave.
Quest’ultimo è una porzione cifrata del chipset che contiene tutti i dati biometrici utilizzati da iPhone X per il riconoscimento facciale, che in questo modo rimangono solo ed esclusivamente all’interno del dispositivo a tutto vantaggio della sicurezza. L’A11 Bionic si compone di una CPU con quattro core ad alta efficienza (70% più veloci di quelli su iPhone 7) e due ad alte prestazioni (25% più veloci), utilizzando tutti i sei core allo stesso momento quando alcune app o certi processi richiedono la massima capacità computazionale. La GPU è del 30% più veloce rispetto a quella montata sull’A10 Fusion e in effetti le prestazioni grafiche sono elevatissime.
Ma quando è davvero potente l’A11 Bionic? Alcuni benchmark lo pongono allo stesso livello di un Intel Core i5-7267U, il SoC a bordo del MacBook Pro da 13’’. Tanto per dire come questo nuovo chip abbia prestazioni elevatissime e non arrivi mai a soccombere di fronte a nulla tra giochi, applicazioni in realtà aumentata o processamento delle foto in tempo reale. Non abbiamo trovato una sola app o una sola operazione che creasse qualche forma di lag o di micro-rallentamento e, anche in ottica futura, questo nuovo SoC di Apple promette meraviglie.
Arriva la ricarica wireless
L’utilizzo del vetro come materiale per la parte posteriore di iPhone X ha portato anche al supporto per la ricarica wireless basata sullo standard universale Qi, che non necessita quindi basette di ricariche apposite di Apple (anche se quella ufficiale arriverà più avanti e non costerà poco). Se per Apple tutto ciò rappresenta una novità assoluta, in realtà la ricarica wireless è presente nel mondo Android da diversi anni.
Un ritardo quindi colmato con un sistema efficace e sicuro che però, nonostante permette una ricarica fino a 15W, su iPhone X viene limitato a 5W, che passeranno a 7.5W con il rilascio di iOS 11.2. La ricarica wireless si è dimostrata sicuramente più comoda e immediata rispetto a quella con il tradizionale cavetto Lightning, ma anche più lenta e quindi poco adatta a chi ha necessità di ricaricare velocemente l’iPhone X nei casi di “emergenza”.
Che fotocamere!
Come iPhone 7 Plus e iPhone 8 Plus anche iPhone X integra una doppia fotocamera posteriore con stabilizzazione ottica per entrambi gli obiettivi (il primo con apertura f/1.8 e il teleobiettivo da f/2.8). Gli stessi sensori possono ora contare su pixel più grandi per assicurare una resa migliore con poca luminosità e un miglior range dinamico.
La modalità di scatto HDR è sempre attiva e fa un lavoro eccellente nel bilanciare le situazioni di luminosità più rischiose. I risultati fotografici degli iPhone sono sempre stati improntati a una resa molto vibrante e vivida dei colori più che a una realistica e naturale. IPhone X non fa eccezione, ma i risultati sono comunque ottimi. Colpisce sempre l’effetto bokeh con i ritratti e i video in 4K a 60 fps (un plus che pochi smartphone possono oggi vantare) non sono da meno, così come l’effetto slow motion in 1080p a 240 fps.
Verdetto
Come già accennato all’inizio della recensione, l’unico vero “problema” legato ad iPhone X è il prezzo, al quale bisognerebbe sommare quello di Apple Care (altri 229 euro) visto il costo salatissimo delle riparazioni nel caso vi si rompesse il vetro frontale o posteriore. Insomma, con la versione da 256 GB e con Apple Care si sfiorano i 1600 euro, che iniziano a essere davvero tanti per uno smartphone seppur top di gamma.
È vero però che tra lo splendido display OLED, le feature di sicurezza, le prestazioni dell’A11 Bionic, la ricarica wireless, i materiali e la solita ottimizzazione di Apple a livello software, iPhone X rimane tra i due-tre migliori smartphone oggi sul mercato, se non il migliore in assoluto se già lavorate in un ecosistema Apple.