L’iPad Pro può scalzare il Surface Pro come device aziendale?
Fin dalla sua presentazione è stato inevitabile mettere a confronto il nuovo iPad Pro di Apple con i Surface Pro 3 e 4 di Microsoft. Il grande tablet di Cupertino ha preso infatti molto dal Surface Pro a livello di design, cominciando dall’ampio display da 12.9’’ e continuando con la tastiera-cover e con il supporto per un pennino, che Apple ha chiamato Pencil. Diversamente dall’ibrido di Microsoft però, l’iPad Pro si basa su un sistema operativo mobile (iOS 9), mentre il cuore software di Surface Pro è Windows nella sua versione desktop.
Il prezzo poi è abbastanza simile. L’iPad Pro, in uscita a novembre, parte da 799 dollari per il modello da 32 GB e arriva a 949 dollari per quello da 64 GB e a 1.079 dollari per quello da 128 GB con connettività 4G. Il Surface Pro 4, atteso tra pochi giorni sul mercato, parte invece da 999 dollari e offre molte più configurazioni, fino ad arrivare al prezzo massimo di 2.199 dollari.
Quando si guarda a questi due dispositivi, la maggior parte dei paragoni si concentra sulla user experience, sull’accesso alle applicazioni e su come si prestino a un utilizzo consumer e professionale sulla lunga distanza. Ciò che viene invece spesso lasciato fuori dall’equazione sono le implicazioni a livello IT, ovvero decidere quale dei due device sia più adatto da adottare, gestire e supportare in un ambiente enterprise nel breve e nel lungo termine.
Da una prospettiva puramente IT ci sono una tendenza naturale e alcune effettive buone ragioni per rimanere nell’ecosistema Microsoft, anche perché Apple, rimandando così a lungo l’uscita di un tablet per uso professionale, ha di fatto lasciato campo libero a Microsoft e alla sua linea Surface Pro. Ma siamo davvero sicuri che la scelta dell’ibrido di Microsoft sia la più giusta in ambito aziendale?
Integrazione con un’infrastruttura già esistente
Anche se iOS è sul mercato da molti anni, il suo utilizzo in ambito enterprise soffre ancora di numerose limitazioni. Un device con il sistema operativo mobile di Apple non può infatti raggiungere un dominio Active Directory e non supporta utenti multipli, ma già a partire da iOS 4 Apple ha aperto la porta alla gestione OTA (Over the Air) utilizzando di fatto soluzioni MDM (Mobile Device Management).
Non dimentichiamo poi lo strumento di gestione Apple Configurator, che può essere utilizzato per applicare policy ai dispostivi connessi a un Mac, mentre in tempi più recenti Apple ha introdotto un suo Device Enrollement Program (DEP), che permette di assegnare rapidamente dispositivi Apple ai server di gestione dei dispositivi mobili (MDM) in modo da rendere automatica la registrazione, supervisionare i dispositivi in modalità wireless e ignorare i passaggi di configurazione di base. Eppure la strada da fare è ancora lunga e ci sono due elementi che potrebbero rendere più appetibile il Surface Pro rispetto all’iPad Pro come tablet professionale.
Il primo è che il device di Microsoft si integra alla perfezione con Active Directory e con altri sistemi aziendali. Non c’è quindi bisogno di strumenti aggiuntivi (che possono essere costosi e richiedere ulteriori processi) e non c’è nemmeno bisogno di ricreare gruppi e policy di utenti o dispositivi. Infatti le tipiche policy di Windows possono essere facilmente estese a un tablet con il minimo sforzo.
Il secondo elemento a favore del Surface Pro è che le opzioni di gestione di iOS non sono assolutamente granulari come le policy di gruppo di Active Directory. È vero che su questo versante iOS è migliorato molto negli ultimi cinque anni, ma ancora oggi le sue opzioni di policy non offrono lo stesso livello di specificità di Active Directory.
Quanto poi queste discriminanti possano influire sulla scelta in azienda tra un iPad Pro e un Surface Pro varia a seconda di numerosi fattori. Se per esempio un’azienda ha già investito molto in dispositivi iOS, supportare l’iPad Pro non dovrebbe essere particolarmente dispendioso e non dimentichiamo che iOS può interagire nativamente con Microsoft Exchange e altri comuni sistemi aziendali, sebbene le soluzioni di gestione e i limiti sopra accennati continuino a rappresentare ostacoli di un certo peso.
Come siamo messi a livello di app?
Se è vero che l’integrazione è un punto a favore del Surface Pro, la possibilità di utilizzare applicazioni corporate lo è ancora di più. Oggi quasi tutte le aziende di medie e grandi dimensioni hanno proprie applicazioni personalizzate, che servono per gestire tantissimi compiti organizzativi e non solo. In molti casi poi queste applicazioni sono vecchie di anni (se non decenni) e nel corso del tempo sono state modificate, migliorate e potenziate, oltre ad essere state sviluppate per un utilizzo con mouse e tastiera.
Avere a disposizione un device Windows come il Surface Pro significa che tutte queste applicazioni possono funzionare senza la necessità di particolari modifiche. Teoricamente potrebbero essere modificate per supportare i controlli touch, ma anche nel loro stato attuale sono utilizzabili fin da subito con un Surface Pro.
Lo stesso però non vale per l’iPad Pro o per qualsiasi iPad. Certo, ci sono soluzioni per trasformare un’app desktop rendendola adatta a un dispositivo mobile come ad esempio VDI (Virtual Desktop Infrastructure) e DaaS (Desktop as a Service), ma si tratta di scenari che richiedono comunque un certo livello di gestione e di conoscenze tecniche, oltre che di infrastrutture di rete affidabili e robuste.
La soluzione ideale per applicazioni enterprise quando si parla di iPad Pro sarebbe quella di creare versioni fatte su misura per iOS e ciò, tra le altre cose, significa riscrivere una certa app da zero, creare un’interfaccia web-based che funzioni su un iPad Pro o sviluppare una soluzione ibrida, che si installi cioè come un’app iOS nativa ma che carichi i contenuti con un’app web. Opzioni che però richiedono investimenti di un certo peso sia di tempo, sia di denaro.
L’importanza del supporto
I prodotti Apple sono apprezzati solitamente anche per il fatto che offrono un costo di manutenzione più basso rispetto a quelli con sistema operativo Windows e questo fatto, nella scelta aziendale tra un iPad Pro e un Surface Pro, potrebbe favorire il primo. Gli esatti costi per il supporto non sono però facili da calcolare, dal momento che includono un supporto help desk, ma anche assistenza e sostituzione di dispositivi difettosi o non più funzionanti.
Su questo versante Microsoft ha annunciato recentemente un programma di supporto per le aziende che utilizzano Surface Pro, ma al momento è ancora presto per capire la sua convenienza visto che non si è ancora parlato di prezzi. Dal canto suo la partnership di Apple con IBM per la creazione di app enterprise e per il supporto all’iPad Pro non è un fattore da sottovalutare.
Le opportunità mancate di Apple e Microsoft
A questo punto il Surface Pro (3 o 4 che sia) sembra essere un candidato più efficace e conveniente per un utilizzo aziendale e questo anche per colpa della stessa Apple, che nonostante la recente partnership con IBM (vista da molti come un primo importante passo verso un’utenza business), ha aspettato davvero troppo per proporre una sua soluzione ibrida in grado di venire incontro a esigenze professionali, lasciando così campo libero non solo a Microsoft ma anche ad altri produttori.
Anche Microsoft però ha commesso i suoi sbagli, proponendo da un lato i più economici Surface con processori ARM e sistema operativo Windows RT che si sono rivelati un buco nell’acqua, e non riuscendo dall’altro lato a incidere nel mercato mobile con i suoi smartphone Windows Phone. Ciò ha permesso un dominio di Apple nel mercato degli smartphone enterprise, che a sua volta ha spinto di riflesso all’adozione in azienda anche di altri prodotti Apple, inclusi appunto gli iPad.