Parlano chiaro i risultati di un recente studio commissionato da Qualcomm e condotto dalle società di ricerca Ihs Markit e Psb) sull’impatto che il 5G avrà dal suo sbarco globale atteso nel 2020 fino al 2035. Qualche stima? Oltre 12 trilioni di dollari nel 2035 (il 4,6% di tutte la produzione globale), impatto occupazionale da 22 milioni di posti di lavoro tra diretto e indiretto e leadership assoluta nel settore manifatturiero.

L’importanza del 5G viene ritenuta talmente cruciale da questo studio da ricoprire nei prossimi anni un ruolo da general-purpose technologies, come lo sono oggi internet, l’elettricità e qualsiasi altra tecnologia capace di cambiare e di permeare il sistema economico in ogni suo aspetto.

La scelta del 2035 come orizzonte temporale stabilito dallo studio non deve stupire, visto che dovrà passare ancora molto tempo prima che il 5G riesca a penetrare ogni area geografica e a insediarsi stabilmente nei processi produttivi ed economici dei singoli Paesi (per non parlare delle diverse dinamiche regolatorie che caratterizzeranno il suo avvento su larga scala).

Leggere comunque che tra il 2020 e il 2035 il contributo diretto del 5G al PIL mondiale sarà di 3 trilioni di dollari (il PIL attuale dell’India) colpisce e fa riflettere. Dove il 5G impatterà maggiormente a livello economico sarà nei settori della manifattura (28%), ICT (12%) e Wholesale&Retail (11%).

A guidare invece l’espansione del 5G contribuiranno soprattutto tre tecnologie: il mobile broadband (36%), i servizi mission-critical (34%) e la cosiddetta massive IoT (30%).

Infine, secondo gli autori dello studio tra cui spicca l’illustre economista David Teece (direttore del Tusher Center presso la Haas School of Business, U.C. California), gli investimenti sulle reti di quinta generazione saranno pari a 200 miliardi all’anno dal 2020 al 2035 e, anche per questa previsione, si spiega la stima citata in apertura della creazione diretta e indiretta di 22 milioni di posti di lavoro.