Per la maggior parte i temibili avvertimenti sull’esaurimento degli indirizzi internet sono cessati perché, lentamente ma inesorabilmente, è iniziata la migrazione dal mondo dell’Internet Protocol versione 4 (IPv4) a IPv6 e il software sta impedendo l’apocalisse degli indirizzi che molti stavano predicendo. Ma prima di vedere a che punto siamo con l’IPv6, torniamo per un attimo agli albori dell’indirizzamento internet.

Cos’è IPv6 e perché è importante?

L’IPv6 è l’ultima versione del protocollo che identifica i dispositivi su Internet in modo che possano essere individuati. Ogni dispositivo che utilizza Internet è identificato tramite il proprio indirizzo IP affinché la comunicazione Internet funzioni, proprio come gli indirizzi stradali e i codici postali che bisogna conoscere per spedire una lettera.

La versione precedente, IPv4, utilizza uno schema di indirizzamento a 32 bit per supportare 4,3 miliardi di dispositivi, che si pensava in passato fossero sufficienti. Tuttavia, la crescita di internet e il numero sempre maggiore di PC, smartphone e ora anche di dispositivi IoT dimostra che il mondo aveva bisogno di più indirizzi. Fortunatamente la Internet Engineering Task Force (IETF) lo ha riconosciuto 20 anni fa. Nel 1998 ha infatti creato IPv6, che invece utilizza un indirizzamento a 128 bit per supportare 3,4×10 alla 38esima indirizzi. Invece del metodo di indirizzo IPv4 (quattro serie di numeri da una a tre cifre separati da un punto), IPv6 utilizza otto gruppi di quattro cifre esadecimali separati da due punti.

Quali sono i vantaggi dell’IPv6?

IETF ha incluso diversi miglioramenti in IPv6 rispetto a IPv4. Il protocollo IPv6 può ad esempio gestire i pacchetti in modo più efficiente, migliorare le prestazioni e aumentare la sicurezza. Consente inoltre ai provider di servizi Internet di ridurre la dimensione delle loro tabelle di routing rendendole più gerarchiche.

Traduzione degli indirizzi di rete (NAT) e IPv6

L’adozione dell’IPv6 è stata in parte ritardata a causa della traduzione degli indirizzi di rete (NAT), che prende indirizzi IP privati e li trasforma in indirizzi IP pubblici. In questo modo una macchina aziendale con un indirizzo IP privato può inviare e ricevere pacchetti da macchine situate al di fuori della rete privata che hanno indirizzi IP pubblici. Senza il NAT le grandi società con migliaia o decine di migliaia di computer divorerebbero enormi quantità di indirizzi IPv4 pubblici se volessero comunicare con il mondo esterno. Ma come abbiamo visto questi indirizzi IPv4 sono limitati e prossimi all’esaurimento, al punto da dover essere razionati.

Il NAT aiuta ad alleviare il problema. Con il NAT migliaia di computer indirizzati privatamente possono essere presentati alla rete pubblica da una macchina NAT come un firewall o un router. Il NAT entra in funzione quando un computer aziendale con un indirizzo IP privato invia un pacchetto a un indirizzo IP pubblico al di fuori della rete aziendale. Il NAT annota gli indirizzi di origine e destinazione del pacchetto in una tabella di traduzione.

Il NAT cambia l’indirizzo di origine del pacchetto sull’indirizzo pubblico del dispositivo NAT e lo invia alla destinazione esterna. Quando un pacchetto risponde, il NAT traduce l’indirizzo di destinazione nell’indirizzo IP privato del computer che ha avviato la comunicazione. Questo può essere fatto in modo che un singolo indirizzo IP pubblico possa rappresentare più computer indirizzati privatamente.

Anatomy-of-an-IPv6-Address

Chi sta implementando IPv6?

Le reti di carrier e gli ISP sono stati i primi gruppi a iniziare a implementare IPv6, con le reti mobili che guidano questa corsa. Ad esempio, T-Mobile USA ha superato il 90% del traffico su IPv6, con Verizon Wireless vicina all’82,25%. Comcast e AT&T hanno le proprie reti rispettivamente al 63% e al 65%, secondo il gruppo industriale World Ipv6 Launch.

I principali siti web stanno seguendo l’esempio: poco meno del 30% dei siti di Alexa Top 1000 sono attualmente raggiungibili tramite IPv6. Seguono le grandi aziende con poco meno di un quarto che utilizzano prefissi IPv6 secondo il rapporto State of IPv6 Deployment 2017. Complessità, costi e tempo necessari per completare l’adozione sono le ragioni per questi numeri così bassi. Inoltre, alcuni progetti sono stati ritardati a causa della compatibilità del software. Ad esempio, un rapporto di gennaio 2017 ha fatto riferimento a un bug in Windows 10 che stava “minando gli sforzi di Microsoft di implementare una rete solo IPv6 presso la sua sede centrale di Seattle”.

Quando si verificherà un maggior numero di adozioni?

L’Internet Society ha affermato che il prezzo degli indirizzi IPv4 raggiungerà il picco nel 2018 e quindi i prezzi scenderanno dopo che la distribuzione IPv6 avrà superato il 50%. Attualmente, secondo Google, a livello globale siamo a un’adozione dell’IPv6 compresa tra il 20% e il 22%, mentre negli Stati Uniti è circa del 32%.

Mentre il prezzo degli indirizzi IPv4 inizia a calare, l’Internet Society suggerisce che le imprese vendano gli indirizzi IPv4 esistenti per finanziare la distribuzione di IPv6. Il Massachusetts Institute of Technology lo ha già fatto. L’università ha concluso che 8 milioni dei suoi indirizzi IPv4 erano “in eccesso” e che potevano essere venduti senza incidere sui bisogni attuali o futuri, in quanto il prestigioso istituto ha anche 20 nonillion di indirizzi IPv6 (un nonillion è un 1 seguito da 30 zeri).

Inoltre, man mano che aumentano le implementazioni, un numero maggiore di aziende inizia a far pagare per l’uso degli indirizzi IPv4, fornendo invece gratuitamente i servizi IPv6. ISP Mythic Beasts, con sede nel Regno Unito, afferma che “la connettività IPv6 viene fornita come standard”, mentre “la connettività IPv4 è un extra opzionale”.

Quando sarà “spento” l’IPv4?

La maggior parte del mondo ha esaurito i nuovi indirizzi IPv4 tra il 2011 e il 2018, ma non ne usciremo completamente dal momento che gli indirizzi IPv4 vengono venduti e riutilizzati (come menzionato in precedenza) e gli eventuali indirizzi rimanenti verranno utilizzati per transizioni verso l’IPv6.

Non esiste una data di switch-off ufficiale, quindi le persone non dovrebbero preoccuparsi che il loro accesso a Internet scompaia improvvisamente da un giorno all’altro. Con la transizione di più reti, più siti di contenuti supportano IPv6 e più utenti finali aggiornano le proprie apparecchiature per le funzionalità IPv6, il mondo si allontanerà lentamente dall’IPv4.