Riverbed: dall’ottimizzazione di rete al Digital Experience Management
Dal 2002, Riverbed si è costruita una posizione invidiabile un segmento di mercato che ha di fatto creato: quello dell’ottimizzazione delle prestazioni di rete a lunga distanza, sfruttando diversi strumenti di compressione dei dati in base alle specifiche delle singole applicazioni e ottimizzazione del routing per velocizzare le comunicazioni e ridurre la latenza.
Da allora, la velocità media di connessione offerta dai provider è aumentata sensibilmente (almeno nelle zone metropolitane), e l’azienda – avendo anche di fatto saturato il suo mercato – ha ampliato il suo portfolio per includere soluzioni che andassero a soddisfare esigenze più diversificate, mettendo nel mirino la nuova preoccupazione di chi gestisce l’infrastruttura di un’azienda: garantire agli utenti delle applicazioni, specialmente quelle direttamente usate dai clienti e magari da una connessione mobile, un’esperienza d’uso soddisfacente.
Ecco quindi che, nel corso del tempo, alla storica linea di prodotto SteelHead per l’ottimizzazione delle connessioni WAN si sono affiancati SteelCentral (monitoraggio e visualizzazione delle prestazioni di rete, nel 2009), SteelFusion (soluzione di software-defined netowrking particolarmente adatta alla gestione dei rami periferici e remote-office, 2012 ) e nel 2016 è stato introdotto SteelConnect, piattaforma per la gestione unificata di reti Lan e Wan software-defined con focus sulla semplicità di gestione anche di migliaia di router per l’esecuzione di applicazioni in modo veloce e sicuro.
Per Gillez Azoulay, Regional Vice President Sud Europa di Riverbed Technology, “l’utilizzo di reti legacy sta rallentando l’adozione del cloud e le iniziative di digital trasformation”, soprattutto per le attività che tracciano il comportamento degli utenti in rete e negli spazi fisici (omni-channel) e l’IoT, applicazioni che generano enormi quantità di dati.
Questa opinione è condivisa dalla quasi totalità dei 1.000 IT decision maker di aziende di nove paesi che hanno risposto a una indagine promossa appunto da Riverbed. L’indagine rivela anche che il 93% di essi pianifica di migrare a un’infrastruttura di Software Defined Wide Area Network nei prossimi quattro anni, da sommarsi a un 4% che già l’ha adottata.
Tra le motivazioni principali per la migrazione a una rete “next generation” e software defined toviamo la realizzazione delle iniziative di digital transformation (56%), lo spostamento strategico verso il cloud e le reti ibride (55%), la domanda di applicazioni mobile (51%), l’aumento delle aspettative dei clienti (51%) e il supporto per dispositivi IoT (45%).
Gli utenti si aspettano di avere prestazioni delle applicazioni simili indipendentemente dal fatto che la connessione sia cablata, Wi-Fi o 4G. “Misurare le prestazioni del business digitale è cruciale per capire quali sono i colli di bottiglia o gli ostacoli nell’erogazione di un servizio”, ha affermato Vittorio Carosone, Regional Sales Director per l’Italia di Riverbed. Con le soluzioni SD Wan, Riverbed intende mettere al centro della propria offerta la Digital Experience Management, non occupandosi più solo della soddisfazione dei propri clienti, ma anche di quella dei loro clienti.
In Italia, Riverbed intende ampliare l’attuale la rete di partner, e punta a rafforzare le relazioni con i service provider, in particolare i fornitori di servizi cloud.