In collaborazione con Progettare per la sanità Edra

Censis e Janssen Italia: una piattaforma per la “Sanità del Futuro”

Censis e Janssen Italia: una piattaforma per la “Sanità del Futuro”
L’emergenza pandemica ha messo in evidenza vecchi e nuovi problemi. La piattaforma di collaborazione "I Cantieri per la Sanità del Futuro" vuole disegnare una Sanità sempre più a misura dei cittadini

L’emergenza pandemica ha rimescolato le carte della sanità mettendo in evidenza vecchi e nuovi problemi. Per questo è nata la necessità di guardare oltre dopo i turbolenti mesi del Covid per disegnare una sanità sempre più a misura dei cittadini. È questo il senso del progetto di collaborazione tra Censis e Janssen Italia che vuole contribuire a individuare le direttrici per una sanità post-Covid.

“I Cantieri per la Sanità del Futuro” è il titolo della piattaforma di collaborazione fra l’istituto di ricerca e l’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson che intende avanzare soluzioni per fronteggiare i tre fronti di acuzie, cronicità ed emergenze.

I dati indicano infatti che in Italia al 2040 ci saranno oltre 19 milioni di anziani e 28 milioni di cronici, con incrementi rispettivamente del +38,5% (+5,4 milioni di anziani) e del +12% (+3 milioni di cronici).

Sanità di prossimità e digitale sono le due direttrici indicate dai cittadini che per il 52% si attende di vedere più efficienza. Il 33,2% chiede più umanità, più ascolto, dialogo, empatia, il 30,8% maggiore collaborazione tra i diversi soggetti della sanità, e oltre il 91% dice ok all’uso della telemedicina purché resti centrale il rapporto diretto medico-paziente.

Quattro sanità diverse

Per quanto riguarda la sanità digitale le esperienze realizzate finora in maniera indipendente dai vari territori hanno dato vita a una moltiplicazione infinita di piattaforme e progetti con il risultato che l’Italia vanta una babele di software, device, tecnologie. Del digitale è emersa la fragilità e, ad oggi, l’incapacità di informare di sé la sanità perché in troppi casi si è constatata l’insufficiente digitalizzazione o l’altrettanto pericolosa digitalizzazione dell’analogico.

Eppure gli italiani hanno aspettative chiare perché l’86,5% vuole poter prenotare prestazioni sanitarie direttamente da smartphone, pc, laptop e l’86,6% di avere accesso alla cartella sanitaria ovunque. Richieste basiche che mettono in rilievo come il digitale sia ben visto dove facilita l’accesso a strutture e servizi.

Oltre alla centralità del fattore umano una digitalizzazione “vera” di servizi e competenze è un elemento imprescindibile della sanità del futuro.

Il Rapporto ha esaminato quattro sanità diverse tra loro con la sanità piemontese che vive una spinta positiva della riorganizzazione regionale, con un forte impulso alla digitalizzazione. In Veneto, regione pioniera della costruzione di una buona sanità di territorio (con alta integrazione tra sanitario e sociale), sono stati ulteriormente potenziati ruolo e attività del digitale, tra interoperabilità dei processi, relazioni tra attori e telemedicina. L’uso intenso ed efficace del digitale in sanità marca la positiva esperienza regionale del Lazio.

L’obiettivo esplicito è di riportare le buone performance di questa fase dentro il ripensamento della sanità ordinaria, potenziando gli attori della sanità di prossimità, così da allentare la pressione su ospedali e in generale liste di attesa. L’esperienza della pandemia è stata l’occasione in Puglia per valorizzare la buona cooperazione tra i soggetti del Servizio sanitario pugliese e di altri mondi.

Nell’emergenza sanitaria, l’interoperabilità consentita dal digitale ha dato buona prova. Sono le solide premesse per la ridefinizione della sanità di prossimità, in cui il medico di medicina generale resta il punto di riferimento riconosciuto, perno di una articolazione di servizi, quali ospedali di comunità, infermiere di famiglia e assistenza domiciliare integrata digitale.

Indispensabile è comunque avviare la costruzione di piattaforme regolatorie, di riferimento organizzativo e strutturale comune tra le Regioni, sia sul tema della medicina di prossimità che su quello del digitale.

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Europa: la digitalizzazione fra i target di Eu4Health

Europa: la digitalizzazione fra i target di Eu4Health
È partito il primo programma di lavoro dell'Unione Europea del valore di 312 milioni di euro

EU4Health, la risposta europea alla pandemia, ha adottato il primo programma di lavoro annuale del valore di 312 milioni di euro.

Secondo Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare: “Avviamo un programma di investimenti senza precedenti per la sanità nell’Ue. Il primo programma di lavoro EU4Health prepara il terreno per un’Unione Europea della salute forte. Metteremo a frutto gli insegnamenti tratti durante la pandemia di Covid-19 investendo nella preparazione alle crisi. Ricostruiremo sistemi sanitari migliori, più forti e più resilienti, più digitali e dotati di una forza lavoro qualificata e formata”.

Cosa prevede il programma

Il programma, gestito dalla Commissione europea e dall’Agenzia esecutiva per la salute e il digitale, finanzierà i sistemi sanitari con interventi volti a rafforzare la preparazione alle crisi sanitarie e un’azione più incisiva dell’Unione nella lotta contro il cancro. Il primo programma di lavoro annuale fornirà 312 milioni per la preparazione alle crisi, la prevenzione delle malattie, i sistemi sanitari, il personale sanitario e la digitalizzazione.

I progetti finanziati riguarderanno, tra l’altro, la sorveglianza epidemiologica, la prevenzione delle carenze di medicinali, la prevenzione, l’individuazione precoce, la diagnosi e il trattamento del cancro, il rafforzamento delle reti di riferimento europee per le malattie rare, la verifica della resilienza dei sistemi sanitari e la preparazione di uno spazio europeo dei dati sanitari.

Con EU4Health, l’Europa investirà 5,3 miliardi di euro a prezzi correnti integrando le politiche dei paesi membri e perseguendo i dieci target specifici nell’ambito dei quattro obiettivi generali. In particolare si punta a migliorare e promuovere la salute nell’Unione, far fronte alle minacce sanitarie transfrontaliere, migliorare i medicinali, i dispositivi medici e i prodotti rilevanti in caso di crisi e potenziare i sistemi sanitari, la loro resilienza e l’uso efficiente delle risorse. L’ultimo obiettivo si traduce nel rafforzamento dei dati sanitari, strumenti e servizi digitali, la trasformazione digitale dell’assistenza sanitaria, il miglioramento nell’accesso all’assistenza sanitaria, lo sviluppo e attuazione della legislazione UE in materia di salute e un processo decisionale basato su elementi concreti oltre alla cooperazione integrata tra i sistemi sanitari nazionali.

I tre pilastri della digitalizzazione dei sistemi sanitari

La digitalizzazione dei sistemi sanitari è uno dei target dell’Unione e si basa su tre pilastri. Il primo è l’accesso ai dati con una condivisione sicura che deve consentire al personale sanitario di inviare e ricevere ricette elettroniche e profili sanitari sintetici. A questo proposito i primi scambi transfrontalieri sono iniziati nel 2019, con l’obiettivo di coinvolgere tutti i paesi dell’UE entro il 2025. Sul più lungo periodo la Commissione punta a creare un formato europeo di scambio dei fascicoli sanitari elettronici accessibile a tutti i cittadini europei. Il secondo pilastro intende sfruttare l’enorme potenziale dei dati sanitari per sostenere la ricerca in ambito medico e migliorare così prevenzione, diagnosi, terapie, farmaci e dispositivi medici. Il terzo vuole invece rendere autonomi i cittadini potenziando l’assistenza individuale attraverso i servizi digitali.

Il programma EU4Health viene attuato attraverso programmi di lavoro annuali. Le azioni si articoleranno in quattro settori: prevenzione delle malattie, preparazione alle crisi, sistemi sanitari e digitale, con un’attenzione trasversale al cancro e prevedono sinergie con altre iniziative come il Fondo sociale europeo plus o Europa digitale.

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