Intervento chirurgico tra Bari e Napoli con la realtà aumentata
Da una parte al Policlinico di Bari, indossando un visore, c’era Gennaro Martines dell’equipe della chirurgia generale universitaria Rubino, diretta da Donato Francesco Altomare. Dall’altra dietro un video c’era invece Mario Musella, direttore di chirurgia generale ad indirizzo bariatrico del Policlinico Federico II di Napoli riconosciuto come centro di eccellenza dalla Federazione internazionale di chirurgia bariatrica.
In mezzo, sul tavolo operatorio un paziente affetto da obesità che ha subito una gastrectomia, l’operazione chirurgica di riduzione dello stomaco, fondamentale per la cura del tumore allo stomaco ma molto utile anche nei problemi di forte sovrappeso e obesità. L’intervento si è concluso con successo e il paziente è stato dimesso senza complicanze.
Il 5g in sala operatoria
“La sperimentazione dell’intervento in realtà aumentata – ha osservato Gennaro Martines, delegato regionale della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle Malattie Metaboliche – è stato molto interessante, la piattaforma multimediale che ci è stata messa a disposizione da un’azienda potrà tornare utile in futuro, anche a scopo educazionale in ambito universitario, per la formazione dei giovani chirurghi”. Oltre che per l’utilizzo della realtà aumentata l’intervento di Bari si caratterizza per il dialogo a distanza con Napoli.
Questo è l’oggetto anche di un trial clinico che Vodafone e il San Raffaele stanno svolgendo a Milano. Il trial riguarda la riparazione della valvola mitrale per via percutanea attraverso l’impiego di un sistema di remote proctoring – supporto da remoto al medico in sala operatoria – basato su rete 5G e software di realtà aumentata della start up Artiness, vincitrice del bando Vodafone “Action for 5G”.
Con il remote procotoring è possibile usufruire è possibile usufruire a distanza del supporto delle aziende sanitarie ai medici in sala operatoria. E’ questo l’obiettivo della soluzione sviluppata dalla startup che prevede l’utilizzo di un software e di due visori di AR connessi e gestiti sull’architettura di edge computing della rete 5G Vodafone.
Il 5G quindi debutta in sala operatoria con un test che ha l’obiettivo di verificare l’applicabilità delle tecnologie che permettono di effettuare da remoto il proctoring grazie alla nuova architettura. Grazie all’utilizzo del visore lo specialista, dal dispositivo medicale, può vedere in realtà aumentata i segnali provenienti dalla sala operatoria e un modello 3D del cuore del paziente, mentre il chirurgo visualizza e interagisce con il modello 3D, ricevendo dal proctor le indicazioni in tempo reale su come procedere nell’intervento.