A10 Networks moltiplica il canale italiano con Ingram Micro

A10 Networks Ingram Micro Italia
L’obiettivo della specialista di “secure application services” è salire da 10 a 30-40 partner entro l’esercizio 2020. Il distributore erogherà direttamente una specifica certificazione per i player locali

A10 Networks ha annunciato un accordo di distribuzione per l’Italia con Ingram Micro. L’accordo è valido su tutta la regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), ma l’Italia è il primo paese in cui è stato attivato, a partire dallo scorso luglio.

A10 Networks è specializzata in “secure application services” basati su ADC (application delivery controller). Gli ADC sono componenti di rete “intermediari” tra client e server, che con l’evoluzione tecnologica hanno aggiunto all’originaria funzione di bilanciamento dei carichi (load balancer) e ottimizzazione delle prestazioni delle applicazioni delle ulteriori funzioni di web application firewall, ispezione del traffico criptato (SSL), e protezione da attacchi Denial of Service (DOS).

Con quartier generale a San Jose (California) A10 è quotata al Nasdaq dal 2014 e opera in 80 paesi, tra cui l’Italia, dal gennaio 2018, con una struttura diretta di tre persone, ha spiegato in una conferenza stampa il country manager Alberto Crivelli.

“Ci rivolgiamo tipicamente a chi gestisce o opera con grandi reti multi-cloud e 4G-5G, e cioè operatori telco, fornitori di servizi cloud e di comunicazione, e-commerce, e grandi imprese, ma non solo: ultimamente gli attacchi DOS stanno colpendo anche chi non è fortemente esposto sulla rete, e d’altra parte l’ispezione del traffico SSL è sempre più richiesta perché tra poco non esisterà più traffico non criptato su internet, per cui nel nostro target ci sono anche imprese industriali da 3-400 addetti, a cui proponiamo lo stesso set di funzioni dei grandi clienti”.

Essendo il modello commerciale di A10 Networks completamente indiretto, continua Crivelli, “per continuare a sviluppare il business in Italia ci occorrono distributori e partner a valore aggiunto, e così si spiega l’accordo con Ingram Micro, con cui collaboriamo già da tre mesi: vogliamo ampliare fortemente il canale in Italia, allargando il nostro ambito anche al mercato networking, e ci serviva un partner in grado di selezionare, formare e certificare i rivenditori, organizzare eventi e workshop e aumentare la visibilità di A10 sul territorio”.

Ingram Micro da parte sua conta su una consolidata esperienza di introduzione di vendor su nuovi mercati, ha spiegato l’Advanced Solutions Manager Fabio Di Donato. “Abbiamo impiegato questi tre mesi per completare la nostra formazione sulle tecnologie di A10, e sarà una nostra persona a formare e certificare i rivenditori che recluteremo: l’obiettivo è farli crescere con continuità, senza sostituirci ad A10”.

L’intera offerta di A10 sarà promossa attraverso la divisione Advanced Solutions di Ingram Micro, dedicata a prodotti e servizi a valore, continua Di Donato. “Abbiamo fatto due tipi di analisi. Una sul mercato attuale, sulle realtà che già erano partner di A10 (circa una decina), l’altra è stata una segmentazione dei nostri clienti per trovare i migliori candidati – in termini di capacità di investimento e tipologia di base clienti – per far crescere A10 in Italia, in modo da arrivare a una rete di 30-40 partner entro il fiscal year 2020. Già prima dell’estate abbiamo organizzato una serie di workshop sul territorio con i rivenditori principali candidati, per accelerare il business e diffondere la conoscenza dei prodotti di A10”.

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Autonomous Linux ruba la scena all’Oracle OpenWorld 2019

Autonomous Linux Oracle Openworld 2019
“L’Autonomous Cloud deve avere un suo sistema operativo autonomo”, ha detto Larry Ellison. Tra le altre novità Business Network e un accordo con VMware per l'hybrid cloud

È in corso a San Francisco l’Oracle OpenWorld, uno dei pochi eventi di massa del mondo IT: nella città californiana, che ha meno di 900mila abitanti, sono confluiti 60mila partecipanti alla kermesse di Oracle, e il Comune come ogni anno ha avvertito la popolazione di aspettarsi grandi affollamenti e circolazione molto difficile nel centro città.

All’evento come sempre gli annunci sono moltissimi, ma questa edizione 2019 ha senza dubbio un tema unificante, e cioè l’integrazione di sempre più automazione e AI (artificial intelligence) in tutte le soluzioni Oracle. Un elemento che è presente in tutte le novità più importanti finora presentate, tra cui Autonomous Linux, Oracle Business Network, e il potenziamento dei Digital Assistant nelle applicazioni cloud, oltre che un accordo con VMware in ambito hybrid cloud.

“Il primo OS autonomo in cloud al mondo”

Ma vediamo questi annunci più in dettaglio. Nel discorso del fondatore Larry Ellison che ha aperto l’OpenWorld il concetto fondamentale è stato l’Autonomous Cloud, basato su due pilastri: Oracle Autonomous Database e Generation 2 Oracle Cloud Infrastructure. “E un database autonomo deve girare su un sistema operativo autonomo”: da qui l’annuncio di Autonomous Linux, definito dagli analisti un attacco a Red Hat, e da Oracle il primo sistema operativo autonomo al mondo che gira in cloud, anzi in Oracle Cloud (non sono previste implementazioni on-premise), pensato per liberare gli utenti dalla gestione manuale, con relativi rischi di errore umano.

Oracle Autonomous Linux infatti si gestisce patch, aggiornamenti (di frequenza quotidiana) e tuning da solo, ed è abbinato a Oracle OS Management Service, un componente cloud infrastrutturale che controlla i sistemi che girano su Autonomous Linux, Linux e Windows. Tra gli altri benefici evidenziati da Oracle ci sono protezione in-depth automatica, con aggiornamenti quotidiani dal kernel Linux e exploit detection con alert automatici, always-on availability, e compatibilità biunivoca con Red Hat Enterprise Linux.

Oracle Autonomous Linux e Oracle OS Management Services sono compresi in Oracle Premier Support senza costi aggiuntivi, e dovrebbero assicurare agli utenti Linux risparmi tra il 30 e il 50%, su un periodo di 5 anni, spiega un comunicato, rispetto a implementazioni analoghe su piattaforme on-premise o di altri fornitori cloud.

Una directory B2B per gli utenti Oracle

Quanto a Oracle Business Network, si tratta di una nuova funzionalità di Oracle Supply Chain Management (SCM) Cloud, ed è interessante perché gli analisti l’hanno paragonata a SAP Ariba. Si tratta in pratica di una piattaforma B2B di aziende utenti Oracle che facilita e automatizza la ricerca di partner commerciali registrati nella directory della piattaforma, e lo scambio di documenti digitali di produzione e logistica, direttamente dall’interno delle Oracle Cloud Applications.

In Oracle Business Network sarà integrato DataFox, un motore di ricerca e aggregatore di informazioni societarie e finanziarie AI-based acquisito da Oracle l’anno scorso, per ridurre al minimo i rischi associati alla scelta di nuovi partner commerciali.

Comandi vocali nel Digital Assistant

Sempre in tema di automazione e AI, un altro annuncio interessante all’OpenWorld è l’aggiunta di comandi vocali AI-based al Digital Assistant già presente nelle applicazioni Cloud enterprise di Oracle, tra cui ERP, HRM, CRM e supply chain. L’assistente virtuale usa tecniche di machine learning e NLP (natural language processing) per capire l’interlocutore umano, ed è progettato soprattutto per automatizzare processi come la gestione delle note spese e l’organizzazione di riunioni. Finora gli utilizzi più frequenti, fa sapere Oracle, riguardano l’interazione con clienti, il self-service dei dipendenti per l’help desk IT, e la gestione delle fatture in Oracle ERP, ma la comunicazione era possibile solo via chat: l’aggiunta della voce secondo Oracle aumenterà e faciliterà l’uso del Digital Assistant. Secondo Gartner, entro due anni un digital worker su 4 interagirà quotidianamente con un assistente virtuale sul lavoro.

Carichi di lavoro VMware su Oracle Cloud

Infine l’accordo con VMware riguarda l’hybrid cloud, e precisamente la possibilità di far girare VMware Cloud Foundation su Oracle Cloud Infrastructure, e quindi di migrare facilmente carichi di lavoro VMware vSphere nella Oracle Generation 2 Cloud Infrastructure da consolle di amministrazione VMware. Oracle inoltre per la prima volta fornirà supporto tecnico ai clienti che utilizzano software Oracle in ambienti VMware, sia on-premise, in data center proprietari, sia in ambienti cloud certificati Oracle.

Con questo annuncio Oracle diventa un partner nel VMware Cloud Provider Program, e la soluzione Oracle Cloud VMware Solution sarà venduta da Oracle e dalla sua rete di partner. La soluzione sarà basata su VMware Cloud Foundation e prevede uno stack completo di software-defined data center (SDDC), che comprende VMware vSphere, NSX, e vSAN.

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