Se i Millennial trasformano le soluzioni di autenticazione
IBM Security annuncia uno studio che analizza, su scala mondiale, le tendenze dei consumatori rispetto a identità e autenticazione digitale. Dallo studio emerge che oggi le persone, quando accedono a dispositivi e app, privilegiano la sicurezza rispetto alla praticità.
Emergono inoltre differenze generazionali, con i giovani adulti che riservano ad esempio meno attenzione alla gestione delle password tradizionali e sono invece più propensi a utilizzare soluzioni di autenticazione biometriche e a più fattori e gestori di password per aumentare la propria sicurezza personale.
Poiché i Millennial diventeranno presto la generazione più rappresentata nell’ambito della forza lavoro, queste tendenze potranno influire sul modo in cui i datori di lavoro e le aziende tecnologiche forniranno l’accesso a dispositivi e applicazioni nel prossimo futuro. Nel complesso gli intervistati riconoscono i vantaggi che le tecnologie biometriche, quali i lettori di impronte digitali, le scansioni facciali e il riconoscimento vocale, hanno rispetto alla continua crescita delle minacce alla propria identità digitale.
La continua evoluzione delle tecnologie e delle minacce informatiche mette a rischio i tradizionali metodi di accesso basati su password e informazioni personali per autenticare le nostre identità online. Nel 2017, le violazioni di dati hanno rivelato informazioni personali, password e persino numeri di previdenza sociale per milioni di consumatori. A ciò si aggiunge che l’utente medio di Internet gestisce oltre 150 account online che richiedono una password, numero che si prevede salirà a 300 account nei prossimi anni.
La sicurezza è stata ampiamente classificata come la priorità principale per le app relative al settore bancario, agli investimenti e alla gestione del denaro in generale; per queste categorie in media il 70% ha scelto la sicurezza come priorità assoluta, il 16% ha scelto la privacy e il 14% ha scelto la praticità. La sicurezza è stata considerata di massima priorità anche per i marketplace, le app per il lavoro e la posta elettronica. Per le app dei social media le priorità sono invece diverse, con la praticità che ha guadagnato un leggero vantaggio (scelta dal 36%), seguita da sicurezza (34%) e privacy (30%).
Il sondaggio ha rivelato diverse differenze generazionali quando si tratta di proteggere l’identità personale online. Gli adulti più anziani hanno mostrato abitudini migliori in termini di creazione delle password, mentre le giovani generazioni sono più inclini ad adottare gestori di password, soluzioni di autenticazione a più fattori o biometriche come metodi per proteggere i propri account online. Ciò potrebbe indicare che le giovani generazioni hanno meno fiducia nelle password e cercano invece metodi alternativi per proteggere i propri account.
IBM consiglia alle organizzazioni di prendere atto di queste preferenze e di avvalersi di piattaforme di autenticazione di identità digitali in grado di offrire agli utenti la possibilità di scegliere tra diverse opzioni, ad esempio consentendo di passare da una notifica push mobile che si avvale di lettori di impronte digitali sul telefono o di un passcode da fornire una tantum.
Le organizzazioni possono trovare un equilibrio tra le esigenze di sicurezza e praticità utilizzando anche approcci basati sul rischio, che attivino ulteriori punti di controllo dell’autenticazione in determinati scenari, ad esempio quando segnali comportamentali o attribuzioni di connessione (al livello di dispositivo, posizione geografica, indirizzo IP) segnalano un’attività anomala.
Inoltre, i dati rivelano che le generazioni più giovani danno meno importanza alla gestione delle password tradizionali e questo rappresenta una sfida per datori di lavoro e imprese che gestiscono l’accesso ai dati tramite password da parte di utenti Millennial. Mano a mano che aumenterà il numero dei Millennial e post-Millennial nella forza lavoro, le organizzazioni e le imprese dovranno adattarsi alla propensione delle nuove generazioni per le nuove tecnologie, consentendo un maggiore uso dei dispositivi mobili come fattore di autenticazione primario e integrando approcci che sostituiscano i metodi biometrici o l’utilizzo di token al posto delle password.