Come risolvere il problema dei continui attacchi al cloud
La recente adozione del cloud nelle aziende è cresciuta esponenzialmente, e di conseguenza anche gli hacker si sono adeguati al cambiamento, consapevoli che il progressivo passaggio ai modelli di lavoro ibridi sono un fenomeno avviato e inevitabile.
L’utilizzo di servizi cloud espone ad accessi non autorizzati, insider threat e rischi a livello di supply chain. Le vulnerabilità sono strumenti utili a ottenere l’accesso per esfiltrare i dati aziendali, mentre gli hacker più sofisticati possono adottare tecniche di lateral movement, di evasione del rilevamento o di appropriazione indebita di account, per stabilire e mantenere punti di appoggio all’interno dell’infrastruttura dell’azienda presa di mira.
Per risolvere il problema degli attacchi occorre pensare che la sicurezza del cloud deve iniziare dalle fondamenta e la predisposizione alla cyber hygiene ne è il presupposto fondamentale. Processi di gestione delle password, autenticazione a più fattori, gestione delle patch, aggiornamenti del software e la sicurezza dei dispositivi possono aiutare in caso di attacchi.
Anche adottare un approccio Zero Trust è sicuramente di grande aiuto, nell’ambito di una strategia di difesa olistica. Il principio dell’approccio Zero Trust funziona eliminando la “trust by default”, richiedendo l’autenticazione e la valutazione contestuale della postura di sicurezza di ogni utente e dispositivo, prima che questi possano accedere ai dati.
Molte imprese sono multi-cloud per ottimizzare il supporto di un’infrastruttura più ampia, aumentandone però la complessità e i costi di gestione. Proteggere gli ambienti multi-cloud significa individuare un modello comune di protezione agnostico rispetto a contesti unici per caratteristiche di deployment, requisiti normativi e politiche di gestione. Gli ambienti multi-cloud diventano più complessi da gestire se sono forniti da vendor diversi, e l’integrazione tra le varie soluzioni cloud può diventare difficile e comportare una perdita del controllo delle configurazioni. La soluzione per queste aziende è una piattaforma XDR aperta, come Singularity Platform di SentinelOne, che sia capace di analizzare i dati, ricevere avvisi e gestire in maniera coordinata e automatica le risposte necessarie.
di Marco Rottigni
Technical Director per l’Italia
SentinelOne