Sicurezza informatica in Italia: cresce la spesa ma non la maturità
In Italia crescono sia il mercato dell’Information Security, sia l’attenzione delle nostre imprese per la sicurezza informatica, ma le aziende sono ancora in ritardo nella gestione di sicurezza e privacy. Il mercato delle soluzioni di information security in Italia ha infatti raggiunto nel 2016 i 972 milioni di euro, facendo segnare un +5% rispetto al 2015.
Sono i dati forniti dalla ricerca Cyber Crime: La minaccia invisibile che cambia il mondo, realizzata dall’Osservatorio Information Security & Privacy della School of Management del Politecnico di Milano e presentata ieri a Milano.
Lo studio rivela anche come la spesa in sicurezza sia concentrata soprattutto nelle grandi imprese (74% del totale) e sia suddivisa tra tecnologia (28%), servizi di integrazione IT e consulenza (29%), software (28%) e managed service (15%).
Sebbene quindi cresca la consapevolezza di fronte alle nuove sfide poste dallo sviluppo di tecnologie come Cloud, Big Data, Internet of Things, mobile e social, non è ancora diffuso un approccio di lungo periodo alla gestione della sicurezza e della privacy, con una chiara struttura di governo.
Solo il 39% delle grandi imprese ha infatti un piano di investimento con orizzonte pluriennale e solo il 46% ha in organico in modo formalizzato la figura del Chief Information Security Officer (CISO), il profilo direzionale a capo della sicurezza. Nel 12% dei casi questo ruolo è presente ma non formalizzato, mentre nel 9% è prevista la sua introduzione nei prossimi 12 mesi.
“Se analizziamo più in profondità i dati della ricerca, ci rendiamo conto di come le grandi organizzazioni italiane siano ancora indietro: oltre la metà non ha ancora una figura manageriale codificata per la gestione della sicurezza informatica, evidenziando un gap importante rispetto a quanto avviene in altri Paesi” ha commentato Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Information Security & Privacy.
Le PMI italiane, evidenzia infine lo studio, iniziano a spendere per la cybersecurity, ma spesso sottovalutano la crescita della consapevolezza dei rischi tra i propri dipendenti e pochissime hanno specifici programmi di formazione.