In un momento in cui le aziende devono affrontare sfide continue per la sicurezza e la gestione della forza lavoro ibrida, HP ha annunciato il lancio di HP Wolf Connect, una nuova soluzione di gestione IT che fornisce connessioni resilienti e sicure ai PC remoti e che consente ai team IT di gestire i PC da remoto anche se sono spenti o offline; questa funzionalità protegge i dati sensibili durante gli spostamenti e aiuta a ridurre i costi IT riducendo la necessità di rimediare o sostituire il PC. HP Wolf Connect utilizza una rete cellulare che aiuta i team a gestire una forza lavoro ibrida, riducendo il tempo e l’impegno necessari per risolvere i ticket di assistenza, proteggendo i dati da perdite o furti e ottimizzando la gestione delle risorse. 

“Il lavoro ibrido ha reso la gestione remota su scala più complessa, ma anche più essenziale” ha dichiarato Ian Pratt, responsabile globale della sicurezza dei sistemi personali per HP. “Il cloud ha aiutato ma non ha risolto la capacità dell’IT di gestire i dispositivi spenti o offline. La connessione di HP Wolf Connect apre nuove porte alla gestione remota dei dispositivi, consentendo una gestione efficiente ed efficace dei lavoratori”. Questo aspetto è particolarmente importante nei settori in cui i dispositivi possono contenere informazioni di identificazione personale o proprietà intellettuale, ha aggiunto Pratt.

Proteggere i lavoratori ibridi sarà “più difficile” quest’anno

Una nuova ricerca di HP suggerisce che l’82% dei leader globali dell’IT e della sicurezza che gestiscono un modello di lavoro ibrido ha delle lacune nella postura di sicurezza della loro organizzazione. Su 1.492 responsabili IT e della sicurezza intervistati, il 61% ha dichiarato che proteggere i lavoratori ibridi sarà più difficile nel corso del prossimo anno, mentre il 70% ha affermato che il lavoro ibrido aumenta il rischio di perdita o furto dei dispositivi. Oltre allo smarrimento e al furto dei PC, gli endpoint (laptop, PC o stampanti) continuano a subire gravi minacce da parte del ransomware e sono il punto di partenza per gli attacchi ai lavoratori ibridi.

sicurezza-sanità

Due terzi degli intervistati hanno dichiarato che il principale punto debole della cybersicurezza è il potenziale di compromissione dei dipendenti ibridi, con phishing, ransomware e attacchi tramite reti domestiche non protette citati come i rischi principali. Inoltre, il 65% ha dichiarato che è difficile aggiornare le misure di rilevamento delle minacce per riflettere il comportamento dei dipendenti ibridi, rendendo più difficile individuare gli attacchi, mentre il 76% concorda sul fatto che l’isolamento delle applicazioni è fondamentale per proteggere i dispositivi dei lavoratori ibridi, anche se solo il 23% ne sta attualmente usufruendo.

“Il passaggio al lavoro ibrido richiede un allontanamento dal vecchio modo di pensare incentrato sul perimetro. L’adozione di funzionalità di sicurezza e di protezione hardware, al di sopra, all’interno e al di sotto del sistema operativo, come l’isolamento delle applicazioni, sarà fondamentale per proteggere gli utenti senza compromettere le libertà offerte dal lavoro ibrido”, continua Pratt.

Poche aziende supportano il lavoro ibrido sicuro

Secondo un nuovo rapporto di Zscaler, solo il 39% delle aziende globali dispone di un’infrastruttura (basata su zero trust o VPN) per supportare un ambiente di lavoro ibrido sicuro, mentre un altro 35% non ha ancora iniziato a implementarne una o non ha intenzione di farlo. Il fornitore di sicurezza ha intervistato 1.900 responsabili IT senior in EMEA, AMS e APAC. Il 54% dei responsabili IT ritiene che le VPN o i firewall perimetrali siano inefficaci per la protezione dai cyberattacchi e forniscano una scarsa visibilità sul traffico delle applicazioni per le forze di lavoro ibride; il 47% delle organizzazioni con un’architettura basata su VPN ha dichiarato che è troppo complesso amministrare una sicurezza diversa per i dipendenti on-premises e per quelli remoti. Infine, il 52% degli intervistati ha dichiarato che un’architettura zero trust aiuterebbe a risolvere il problema delle esperienze di accesso incoerenti per le applicazioni/dati on-premises e cloud-based.