I criminali online sono diventati più prudenti, ma si affidano ancora agli stessi vecchi trucchi che usano da decenni. Una nuova ricerca di F-Secure mostra infatti come lo spam rimanga il metodo più comune di diffusione di URL malevoli, truffe e malware più di 40 anni dopo che è stato inviato il primo messaggio di spam.

“Lo spam via email è ancora una volta la scelta più comune per l’invio di malware” afferma Päivi Tynninen, Threat Intelligence Researcher di F-Secure. “Tra i sample di spam che abbiamo visto nella primavera del 2018, il 46% riguardava truffe relative ad appuntamenti online, il 23% email con allegati malevoli e il 31% conteneva link a siti web malevoli”. Lo spam è stato uno dei principali vettori di infezione per decenni, osserva Päivi. “Negli ultimi anni, ha guadagnato più popolarità rispetto ad altri vettori, poiché i sistemi stanno diventando più sicuri contro gli exploit e le vulnerabilità del software.”

La tecnica si basa ancora sull’invio di un gran numero di e-mail per catturare un piccolo numero di utenti, ma i criminali continuano a ridefinire le loro tattiche per ottenere risultati sempre migliori. “Lo spam è diventato un vettore di attacco con un successo crescente, con tassi di click in crescita dal 13,4% nella seconda metà del 2017 al 14,2% nel 2018”, dichiara Adam Sheehan di MWR Infosecurity, il creatore del servizio phisd che monitora e migliora la suscettibilità delle aziende al phishing e ad altri attacchi legati ai dati.

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Mentre lo spam è un gioco di numeri, il modello di efficacia di MWR ha identificato alcune tattiche che giocano sulla psicologia dei destinatari per rendere lo spam più potente. La probabilità che il destinatario apra un’email aumenta per esempio del 12% se l’email sembra provenire da un individuo conosciuto, mentre se l’oggetto dell’email non presenta errori il tasso di successo dello spam aumenta del 4,5%. Un’email di phishing con una call to action che invita ad agire con urgenza ottiene invece meno trazione rispetto a quando l’urgenza è implicita.

I criminali non si affidano semplicemente al contenuto dello spam per ingannare gli utenti. Stanno anche usando nuovi metodi per colpire quegli utenti che sono ormai consapevoli dei pericoli derivanti dal cliccare su allegati non richiesti. “Piuttosto che usare solo allegati malevoli, lo spam che stiamo vedendo spesso presenta un URL che ti indirizza verso un sito innocuo, che poi ti reindirizza al sito che ospita contenuti malevoli. Questo extra reindirizzamento è un metodo di evasione dell’analisi per mantenere il contenuto malevolo ospitato il più a lungo possibile”, conclude Päivi. “E quando vengono utilizzati gli allegati, i criminali spesso tentano di evitare l’analisi automatica chiedendo all’utente di inserire una password inclusa nel corpo dell’e-mail per aprire il file.”