Sempre più malware in Italia: +15% a ottobre
Check Point Software Technologies ha svelato che il numero di attacchi malware in Italia a ottobre è aumentato, come si evince dal Global Threat Index, la classifica dei malware che minacciano più comunemente le reti aziendali.
Il mese scorso il nostro Paese è stato il più colpito in Europa e il ventiseiesimo a livello mondiale. A far paura non sono solo minacce conosciute, come Conficker, il malware più diffuso, e Zeus, da tempo in seconda posizione.
Infatti, si affaccia un nuovo pericolo informatico, Boinberg. Si tratta di una backdoor specifica per piattaforme Windows, con diverse funzionalità malevole tra cui la capacità di insidiarsi profondamente in un sistema bloccando diversi rinomati antivirus.
Check Point evidenzia che sia la quantità di varianti attive di malware in Italia è aumentata del 15%, spingendo il numero mensile di attacchi contro le aziende ai livelli dei periodi più caldi registrati quest’anno. A livello globale gli attacchi del ransomware Locky lievitano, passando dal terzo al secondo posto in classifica, mentre il trojan bancario Zeus è salito di ben due posizioni, tornando tra le prime tre minacce.
Il motivo della crescita inarrestabile di Locky è il costante rinnovamento e l’espansione della sua tecnica di distribuzione, incentrata sulle email di spam. I suoi ideatori variano continuamente il formato di file che innesca il download del ransomware, e non trascurano i formati .doc, .xls e .wsf, oltre a rinnovare molto anche la struttura delle email di spam.
Il ransomware in sé non è così terribile, ma i cybercriminali che ne muovono i fili si impegnano molto per massimizzare la quantità di macchine che vengono infettate. Da sette mesi consecutivi, poi, HummingBad, malware per Android che inserisce un Rootkit persistente per svolgere moltissime azioni malevole, è la minaccia più diffusa contro i dispositivi mobili.
“Il dettaglio più inquietante è che una variante di malware conosciuta e diffusa come Conficker sia così efficace, dimostrando che le organizzazioni non applicano soluzioni aggiornate e multilayered. Per tutelarsi, le aziende devono adottare una strategia completa e munirsi di misure di advanced threat prevention per le reti, gli endpoint e dispositivi mobili, in modo da bloccare i malware allo stadio pre-infettivo” ha dichiarato Nathan Shuchami, Head of Threat Prevention di Check Point.