WatchGuard lancia il Managed Detection and Response per gli MSP

WatchGuard MDR
WatchGuard MDR consente agli MSP di offrire ai clienti servizi di rilevamento e risposta alle minacce 24 ore su 24, 7 giorni su 7, senza l’onere di creare e gestire un SOC interno.

WatchGuard ha annunciato il lancio di WatchGuard MDR, un nuovo servizio di sicurezza informatica disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, creato appositamente per rendere le soluzioni MDR (Managed Detection & Response) molto più accessibili ai fornitori di servizi gestiti (MSP) che lavorano per soddisfare la crescente domanda dei clienti per la fornitura di sicurezza informatica gestita.

Il nuovo servizio è gestito da un team di esperti di sicurezza informatica e alimentato dall’intelligenza artificiale; inoltre, non richiede investimenti in un’infrastruttura tradizionale di Security Operation Center (SOC), in tecnologie avanzate o in esperti di sicurezza, alleggerendo così le pressioni che gravano sugli MSP a causa della scarsa disponibilità di professionisti di sicurezza informatica e alla carenza di finanziamenti.

Il nuovo servizio rafforza ulteriormente l’architettura Unified Security Platform di WatchGuard, fornendo funzionalità avanzate di rilevamento e risposta alle minacce, oltre a WatchGuard EDR, EPDR e Advanced EPDR, che consentono agli MSP di creare offerte di sicurezza per i propri clienti. WatchGuard MDR viene fornito con il supporto del servizio automatizzato Zero-Trust per le applicazioni, del servizio di Threat Hunting, di analisi avanzata della sicurezza, di intelligence sulle minacce e di un team dedicato di analisti esperti di cybersecurity che monitorano, rilevano e rispondono alle minacce 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

“Essendo un’azienda orientata al 100% al canale, volevamo fornire una soluzione MDR di livello enterprise che consentisse ai nostri partner MSP di espandere la propria attività senza i costi necessari per la creazione di un proprio SOC e senza aggiungere altre sfide a quelle che già affrontano nella ricerca di talenti nel campo della sicurezza informatica. Questo servizio non solo aiuta gli MSP a superare le barriere esistenti all’ingresso per la fornitura di servizi di sicurezza gestiti, ma consente loro di sfruttare un’opportunità in crescita con una nuova soluzione che abbiamo creato appositamente per loro” ha affermato Andrew Young, Chief Product Officer di WatchGuard Technologies. 

automazione robotica dei processi

Le funzionalità di WatchGuard MDR includono:

  • Monitoraggio delle attività degli endpoint e raccolta dati 24/7: fornisce monitoraggio retrospettivo e in tempo reale utilizzando i dati degli eventi acquisiti da WatchGuard EPDR o Advanced EPDR nel moderno SOC di WatchGuard
  • Ricerca e rilevamento proattivi 24/7: riduce i tempi necessari per rilevare e mitigare le minacce utilizzando l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico e altre tecniche avanzate per identificare gli indicatori di attacco, mentre i threat hunter del servizio MDR di WatchGuard cercano le minacce in agguato negli endpoint.
  • Indagine e convalida 24/7: riduce al minimo l’impatto di potenziali minacce affidandosi agli esperti WatchGuard per indagare rapidamente e convalidare accuratamente gli incidenti per determinarne la loro natura e gravità.
  • Notifica immediata degli incidenti: fornisce una notifica tempestiva con informazioni chiave come, ad esempio, le macchine interessate e le tattiche utilizzate quando si verifica un incidente convalidato, in modo che gli MSP possano agire immediatamente.
  • Opzioni di mitigazione e linee guida per la correzione: offre agli MSP la possibilità di scegliere la strategia più adatta alla propria attività. Possono decidere di affidarsi al proprio team con la guida degli esperti WatchGuard per contenere e rimuovere le tracce di un attacco, ripristinare i dati, correggere le vulnerabilità e installare controlli aggiuntivi. Oppure possono esternalizzare la risposta iniziale e il contenimento attraverso l’isolamento degli endpoint con playbook automatizzati sviluppati dagli esperti MDR di WatchGuard.
  • Report settimanale sullo stato di integrità della sicurezza e report mensile sulle attività: permette di rafforzare la fiducia dei clienti grazie alla fornitura di report regolari sul loro stato di sicurezza, che i fornitori di servizi possono personalizzare per coinvolgere meglio i clienti e fornire preziosi feedback durante tutto il processo.

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SMC, la “declinazione italiana” della digital experience di Liferay

SMC Tessarin Liferay Brian Chan
SMC Treviso ha organizzato l'evento annuale della community italiana di Liferay: Marco Tessarin, AD di SMC, e Brian Chan, CSA e co-fondatore di Liferay, spiegano motivazioni e risultati della partnership

Nell’ambito della Open Source Week, evento di Rios (Rete Italiana Open Source) tenutosi la scorsa settimana a Roma, SMC Treviso ha organizzato Liferay 360, l’appuntamento annuale della Community italiana di Liferay, che quest’anno ha avuto come protagonista Brian Chan, co-fondatore e Chief Software Architect (CSA) della multinazionale americana specialista in soluzioni di digital experience per il B2B (siti e-commerce e portali per clienti, partner e dipendenti).

SMC è platinum partner di Liferay dal 2012, nonché una delle realtà più longeve dell’IT italiana. Con Brian Chan (a destra nella foto), e con Marco Tessarin, Amministratore Delegato di SMC (a sinistra nella foto) abbiamo approfondito le motivazioni, i risultati e le prospettive della partnership, che si può definire la più importante di Liferay in Italia.

SMC ha iniziato molti anni fa come fornitore di sistemi ERP: come è arrivata a occuparsi di digital experience?

Marco Tessarin: SMC è nata 42 anni fa, e in effetti fino al 2004 ci siamo occupati principalmente di ERP, ed è un’attività che prosegue ancora oggi nel gruppo, con un ERP proprietario. Nel tempo da SMC sono nati alcuni tra i più importanti partner italiani ERP, per esempio per SAP e per Microsoft, soprattutto nelle offerte per l’industria media e grande.

Circa vent’anni fa poi abbiamo deciso di affiancare alla gestione dell’informazione strutturata, tipica degli ERP, anche la gestione dell’informazione destrutturata, e abbiamo iniziato a sperimentare la piattaforma Liferay. Questo per noi ha significato l’apertura di nuovi mercati, in particolare la Pubblica Amministrazione Centrale e Locale, Banche, Assicurazioni e Utility. Mercati che prima non conoscevamo né frequentavamo.

Può dare qualche dato sulle dimensioni attuali di SMC?

Tessarin: oggi in SMC siamo circa 200 collaboratori per circa 21 milioni di fatturato, e l’anno scorso siamo stati acquisiti da DGS SpA, società di servizi IT controllata dal fondo di investimento internazionale HIG Capital. Questa acquisizione è legata all’uscita dei soci fondatori, che sono andati in pensione. È stata scelta l’offerta di DGS perché era quella che meglio valorizzava alcuni dei punti di forza principali dell’azienda, e cioè l’open source, il forte presidio del Nord-Est italiano, e il parco clienti fatto soprattutto di medie imprese industriali.

Siamo soci fondatori della Rete italiana open source (RIOS), un network di nove società nato per proporsi come single point of contact per le organizzazioni interessate a piattaforme open source di tipo enterprise. Siamo specialisti in vari campi – noi appunto nella digital experience, altri nei database a grafo o nelle soluzioni di geolocalizzazione – di piattaforme di cui siamo rivenditori, service provider, training center, certificatori.

Quando è nata la partnership con Liferay e quali sono i principali progetti a cui avete lavorato in Italia?

Tessarin: abbiamo conosciuto Liferay quasi per caso, nel 2006. Cercavamo una piattaforma che gestisse le informazioni destrutturate, ed essendo Liferay open source abbiamo cominciato a lavorarci, e abbiamo spedito alla sede centrale di Liferay alcuni nostri sviluppi. Così ci hanno invitato a Los Angeles per incontrare i tre soci fondatori, un incontro che ha cambiato la storia di SMC. Ci hanno presentato un vero e proprio piano industriale, che prevedeva la partecipazione in Europa a progetti molto grandi, e ci hanno chiesto una mano.

Poi le cose sono evolute, Liferay è cresciuta e si è strutturata, ha varato un partner program a cui abbiamo aderito tra i primi, e si è creato un legame sempre più stretto di forte fiducia reciproca. Oggi facciamo parte del loro Partner Advisory Board, il gruppo dei loro 10 più importanti partner al mondo, consultato regolarmente per indicazioni e pareri sull’evoluzione della piattaforma, e anche del Technical Advisory Board.

Insieme abbiamo lavorato a progetti per gran parte degli enti della PA Centrale, per esempio vari portali per Ministero dell’Economia, Sogei, Banca d’Italia e molte banche e assicurazioni, tra cui Axa e Bper.

Quali sono i principali messaggi per la comunità italiana di Liferay che avete incontrato all’Open Source Week?

Brian Chan: ho ricordato loro i vent’anni di storia di Liferay, dal punto di vista della missione e del business, e ho raccontato la nostra visione dei prossimi vent’anni. Abbiamo iniziato come player open source basato su Java: questi vent’anni ci hanno insegnato come gestire e far crescere un’azienda, e nei prossimi venti l’obiettivo è aumentare l’influenza di Liferay sul mercato. Nel nostro campo siamo diventati una sorta di standard de facto per pubbliche amministrazioni, banche, e altre grandi organizzazioni nel mondo interessate a una piattaforma open source di digital experience, e penso che siamo ben posizionati anche per il futuro.

Nel 2022 avete lanciato Liferay Experience Cloud, la vostra offerta SaaS. Quale bilancio può farne dopo un anno e mezzo?

Chan: con il SaaS possiamo rivolgerci ad altri mercati a cui prima non avevamo accesso. Gestire una piattaforma DXP è complicato, occorrono specialisti molto esperti, e molte aziende per mantenere il totale controllo dei dati preferiscono tenerle on-premise. Però ci sono molte altre realtà che hanno sistemi informativi solo in SaaS, e a queste ora possiamo rivolgerci con Liferay Experience Cloud, che oltretutto accorcia di molto i tempi del ciclo di vendita.

Cosa pensate dell’andamento di Liferay sul mercato italiano?

Chan: siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti finora, ma pensiamo che si possa fare molto di più in termini di penetrazione del mercato in Italia. Siamo molto soddisfatti del lavoro fatto da SMC: ci sono aspetti culturali e di relazione per cui non possiamo presidiare un mercato come l’Italia direttamente, e per questo contiamo molto su SMC, e dipendiamo da loro.

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