Dell Technologies ha annunciato i dati del Global Data Protection Index 2020 Snapshot, dal quale emerge che le aziende a livello mondiale si trovano oggi a gestire una mole di dati aumentata del 40% su base annuale. Lo Snapshot, che fa seguito all’indice biennale Global Data Protection Index, ha intervistato oltre 1.000 responsabili IT di organizzazioni pubbliche e private con oltre 250 dipendenti in 15 Paesi.

L’81% degli intervistati ha dichiarato che le attuali soluzioni di protezione dei dati non saranno in grado di soddisfare tutte le esigenze future in tema di protezione dati. I risultati mostrano anche un progresso positivo (80% nel 2019, rispetto al 74% del 2018) del numero di aziende che sta puntando sui dati e li considerano un asset sempre più critico per il proprio business.

Secondo lo studio, le aziende stanno attualmente gestendo una media di 13,53 petabyte (PB) di dati, quasi il 40% in più rispetto alla media di 9,70PB del 2018, e l’831% in più rispetto alla media di 1,45PB del 2016. La minaccia maggiore per tutti questi dati sembra essere il crescente numero incidenti derivanti, dai cyber-attacchi informatici alla perdita di dati ai tempi di fermo dei sistemi. Non stupisce, quindi, che la maggior parte delle imprese (82% nel 2019 contro il 76% nel 2018) dichiari di aver subito un evento dirompente negli ultimi 12 mesi. Inoltre, un ulteriore 68% del panel teme che la propria organizzazione possa subire un evento critico nei prossimi 12 mesi.

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In questo contesto, il costo medio dei tempi di inattività è aumentato del 54% dal 2018 al 2019, mentre il costo medio ad azienda, derivante dalla perdita di dati, è stato di oltre 1 milione di dollari nel corso degli ultimi 12 mesi.

“Tecnologie quali Intelligenza Artificiale, Internet of Things o cloud computing sono entrate a pieno diritto nelle agende e nei progetti di un numero significativo di aziende e rappresentano i cardini di una grande maggioranza di programmi di digitalizzazione” ha dichiarato Paolo Lossa, Sales Manager DPS di Dell Technologies Italia. “Un contesto digitale sempre più complesso, che sta portando a un incremento importante del volume dei dati aziendali da dover gestire e proteggere. Se da un lato si tratta di uno scenario positivo, in cui la centralità del dato aiuterà le imprese a crescere, dall’altro si espande il perimetro da proteggere dai cyberattacchi e dai data-leakage. Ora più che mai, diventa cruciale per qualsiasi azienda una strategia di protezione dei propri dati, supportata da un lato da strumenti tecnologici di nuova generazione e dall’altro da una cultura aziendale che ha piena consapevolezza del valore cruciale ricoperto oggi dal patrimonio informativo in possesso”.

Secondo la ricerca, infatti, il 71% degli intervistati ritiene che tecnologie emergenti come l’IoT, l’intelligenza artificiale o il 5G, creino maggiore complessità nella protezione dei dati, mentre il 61% afferma addirittura che queste stesse tecnologie rappresentano un rischio per la protezione dei dati.