Diversi utenti statunitensi (si parla di circa un milione) hanno scoperto che il loro software di sicurezza di Kaspersky è stato sostituito da UltraAV di Pango Group, antivirus poco conosciuto e non testato. Ciò è dovuto al divieto del governo USA a Kaspersky di vendere, aggiornare o aggiungere nuove firme di malware ai suoi prodotti negli Stati Uniti. Il divieto è stato imposto per timori che la Russia possa usare i prodotti Kaspersky per spiare i cittadini americani, sebbene non siano mai stati forniti dettagli a supporto di questa affermazione.

Kaspersky ha rispettato il divieto e ha annunciato che avrebbe automaticamente trasferito gli utenti statunitensi dei suoi prodotti consumer a UltraAV, software fornito da un fornitore nazionale. Questa transizione è ora in corso, con il software Kaspersky che viene sostituito automaticamente da UltraAV sui sistemi Windows. Gli utenti Apple e Android dovranno invece scaricarlo e installarlo manualmente.

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UltraAV ha un profilo insolitamente basso per un’azienda che si occuperà presto di un compito importante su numerosi PC. Fa parte di Pango, azienda americana con sede a Boston recentemente acquisita da Aura, che gestisce un portafoglio di prodotti legati alla sicurezza. Pango e Kaspersky avevano già una partnership, visto che l’azienda russa concedeva in licenza uno dei prodotti di quella americana.

Il motore antivirus di UltraAV deriva da Max Secure Software, un fornitore indiano acquisito sempre da Aura circa due anni fa. A differenza della maggior parte dei principali fornitori di antimalware, né UltraAV, né Max Secure hanno permesso a tester indipendenti di valutare i loro prodotti e quasi nessuno dei principali laboratori di test antivirus ha visto il codice di UltraAV (un test di terze parti sembrerebbe comunque previsto entro fine anno).

Dal 30 settembre, Kaspersky cesserà le sue operazioni negli USA, lasciando ai suoi clienti consumer (che manterranno lo stesso prezzo che pagavano per Kaspersky) la scelta tra UltraAV o un altro fornitore di sicurezza. Questa situazione solleva interrogativi sulla fiducia e la trasparenza nel settore della sicurezza informatica, evidenziando l’importanza di test indipendenti e una reputazione consolidata per i fornitori di software antivirus. Allo stesso tempo, mette in luce le complesse dinamiche geopolitiche che possono influenzare il mercato della cybersecurity e l’impatto che le decisioni governative possono avere sui consumatori.