Sebbene Windows 10 sia disponibile da quasi tre anni, molte grandi organizzazioni si affidano ancora a Windows 7 o 8/8.1. Ma con la fine del supporto esteso per Windows 7 previsto tra meno di due anni, molti reparti IT stanno solo ora pensando a quello che sarà un aggiornamento necessario. Nonostante i principali aggiornamenti e le implementazioni degli OS su larga scala possano essere stressanti sia per i responsabili IT, sia per gli utenti finali, offrono al tempo stesso opportunità strategiche per rivedere il software e i servizi necessari a garantire il corretto funzionamento dell’azienda.

Ciò rende questo il momento ideale per approfondire e analizzare ciò che funziona bene nell’ambiente aziendale, ciò che funziona solo in parte (gli utenti devono fare uno sforzo e/o ricorrere a soluzioni alternative per svolgere il proprio lavoro) e ciò che non funziona affatto. Il tempo e l’energia messi in questi sforzi possono pagare dividendi a lungo termine costringendo i responsabili IT a ripensare come opera un’azienda, quali servizi saranno necessari nell’immediato futuro e se lo status quo merita di essere mantenuto.

Dal momento che è probabile che si verifichi un’interruzione se si applica il passaggio a una nuova versione di Windows o si passa a un’alternativa come macOS, i responsabili IT possono trarne vantaggio da questa pausa per parlare ai dipendenti e capire cosa funzioni meglio per loro. Per il modo in cui Apple ha posizionato il suo OS desktop (l’ultima versione è macOS High Sierra), così come iOS per i dispositivi mobile, la prospettiva di far passare alcuni (o forse tutti) dipendenti a macOS è una soluzione praticabile e per molti versi invitante. Ciò infatti consente alle aziende di trarre vantaggio da macOS e dalle sue funzionalità di sicurezza/gestione e di fornire ai lavoratori computer come quelli che potrebbero già utilizzare a casa.

Ecco otto elementi che l’IT dovrebbe prendere in considerazione nell’ipotesi di un passaggio da Windows a macOS.

Preferenza dell’utente

Anche se sembra una cosa da poco, la scelta e le preferenze dell’utente sono invece un aspetto molto importante. L’esperienza di molte aziende dimostra che quando gli utenti ritengono che un dispositivo, una piattaforma o un’app svolga un lavoro migliore degli strumenti forniti dall’IT, iniziano a utilizzare le proprie soluzioni. Il risultato è spesso una maggiore produttività e soddisfazione, ma anche il rischio di un deterioramento della relazione tra dipendenti e IT che può portare a interazioni ostili e a dati che si spostano tra dispositivi e che l’IT non può gestire o persino vedere. Venire incontro ai dipendenti e costruire un ecosistema aziendale per supportarli può offrire un significativo incremento di efficienza e produttività.

apple-mac-modelli

Integrazione con iOS

Quella di iOS è diventata di fatto la piattaforma mobile per eccellenza per gli utenti aziendali. L’iPhone e l’iPad offrono le opzioni di sicurezza e di integrazione aziendale di cui l’IT ha bisogno in un mondo mobile-first. Sia con le funzionalità di Continuity che consentono a dati e attività di spostarsi facilmente tra dispositivi come Mac, iPhone/iPad e persino Apple Watch, sia per la possibilità di utilizzare la stessa app in iterazioni mobile e desktop, iOS e macOS sono progettati per funzionare bene assieme. Ciò ha notevoli vantaggi per l’esperienza dell’utente e può essere vantaggioso anche per l’IT.

Se ora state già supportando i dispositivi iOS (e data la popolarità dell’iPhone, la maggior parte delle aziende lo sta già facendo), le stesse soluzioni di gestione possono essere utilizzate anche per gestire i Mac. Quando infatti si aggiunge un Mac in azienda, le policy basate sui dispositivi iOS di ciascun utente vengono generalmente applicate a macOS. Questo rende l’installazione di Mac e dispositivi iOS insieme estremamente semplice e veloce. Allo stesso modo, se state utilizzando app iOS, molte di esse offrono una versione desktop che può essere utilizzata in tandem con un iPhone o iPad.

Se necessario, c’è anche Windows 10

Anche se può sembrare strano, i Mac possono avviare Windows invece di macOS utilizzando la funzione gratuita Boot Camp disponibile per tutti i Mac desktop e portatili. L’esperienza è essenzialmente la stessa di un utente che ha effettuato l’accesso a un PC Windows. I Mac possono anche eseguire le applicazioni Windows in modo nativo utilizzando strumenti di virtualizzazione come quelli offerti da Parallels e VMWare. Ciò consente agli utenti e all’IT di avere uno scenario del tipo “il meglio di entrambi i mondi”, in cui macOS funge da soluzione principale pur mantenendo l’accesso alle app legacy o ad altri software Windows che potrebbero essere necessari ad alcuni utenti.

Opzioni di gestione: pensare mobile

Gestire i Mac è generalmente molto più semplice rispetto ai PC Windows. Apple infatti ha adottato un framework di gestione basato sul supporto EMM, il che significa che praticamente qualsiasi soluzione in grado di gestire i dispositivi iOS può essere utilizzata per gestire i Mac. Sono quindi necessari pochi investimenti aggiuntivi se scegliete di lavorare con uno strumento esistente, mirare a opzioni più approfondite specifiche come JAMF, o affidarvi a soluzioni Apple come il Device Enrollment Program, l’Apple Configurator o l’imminente Apple Business Manager.

La decisione di Apple di utilizzare un framework di gestione sui suoi dispositivi significa che i Mac possono essere trattati essenzialmente come dispositivi mobile. Il processo può essere guidato da policy, integrato con Active Directory o soluzioni simili ed essere comunque semplice ed efficace. L’esperienza generale è più immediata e meno complessa di quella della gestione dei PC Windows che utilizzano i Criteri di gruppo, ma può fornire controlli simili.

Potrebbe comunque esserci una curva di apprendimento iniziale in termini di policy di implementazione, specialmente se l’IT deve rivedere e riconsiderare politiche che potrebbero non essere più obbligatorie o che necessitano di aggiornamenti. Tale revisione dovrebbe essere eseguita anche se si passa a Windows 10 e offre la possibilità di eseguire alcune “pulizie virtuali” che si portano comunque dietro alcuni vantaggi a seconda dell’età e della complessità dell’ambiente corrente.

macOS High Sierra

Costi di supporto significativamente inferiori

Uno dei tratti distintivi dell’hardware di Apple e di macOS è la sua affidabilità e l’attenzione di Apple per la semplicità nell’esperienza utente. Aziende di ogni dimensione hanno notato che spendono meno denaro (oltre al tempo e ad altre risorse) per supportare i Mac rispetto ai PC Windows. IBM ad esempio ha osservato che nonostante spese iniziali più elevate per l’acquisto delle macchine, con i Mac si possono risparmiare in quattro anni dai 264 ai 535 dollari per ogni macchina implementata in azienda e solo il 3,5% dei dipendenti che utilizzano Mac ha avuto bisogno di assistenza hardware o software.

Passare a una nuova piattaforma comporta probabilmente costi iniziali, incluso il supporto per gli utenti Windows di lunga data durante la transizione. Il punto però è che la necessità di supportare Windows 10 significa affrontare comunque un aggiornamento importante insieme ai costi e ai requisiti associati. Di conseguenza passare da Windows a macOS non rappresenta più quello “shock” che si poteva invece sperimentare fino a qualche anno fa.

App su dispositivi mobile e desktop

Microsoft ha provato a creare una piattaforma per utilizzare applicazioni Windows tanto su desktop quanto su mobile. Windows 10 Mobile poteva essere una strategia vincente visto che un’app può essere sviluppata una sola volta ed essere eseguita su uno smartphone, un tablet o un PC tradizionale. L’unico problema è che gli smartphone con a bordo il sistema operativo di Microsoft, nonostante un’esperienza utente generalmente positiva, hanno avuto sempre pochissima espansione sia in azienda, sia presso un’utenza consumer, tanto che oggi sono quasi del tutto scomparsi dal mercato mobile.

Di conseguenza, resasi conto del fallimento della propria piattaforma mobile, Microsoft ha basato la propria strategia portando le proprie app (si pensi solo a quelle di Office) e i propri servizi cloud su altre piattaforme mobile (e quindi su iOS e Android), senza poi contare che le versioni per Mac di alcuni software Microsoft esistono fin dagli anni ’80.

Anche Apple ha affrontato il concetto di “app universale” e il successo questa volta è stato ben maggiore. Come già accennato, ci sono generalmente versioni macOS di app iOS che si integrano e si scambiano informazioni e funzioni con pochissimo sforzo. Il linguaggio di programmazione e gli strumenti di sviluppo di Apple Swift consentono infatti agli sviluppatori di creare app in tandem per entrambe le piattaforme (e mettiamoci anche Apple Watch e Apple TV).

Ciò ha dato vita a un’esperienza semplificata per i lavoratori mobile quando hanno bisogno di una soluzione desktop e mobile al tempo stesso, oltre ad aver ridotto il costo di sviluppo e le risorse e il personale coinvolti. Swift è un linguaggio potente (seppur molto semplice rispetto ad altri strumenti di sviluppo) da utilizzare per la creazione di app. Mentre le nuove piattaforme di Apple si sviluppano e trovano sempre più spesso casi d’uso in ambiente lavorativo, tale facilità di approccio allo sviluppo di app offre un modo semplice per espandere gli strumenti di business in maniera unificata.

Integrazione con sistemi esistenti

In passato lavorare in ambiente Apple con soluzioni non Apple non era considerata un’esperienza particolarmente positiva. Negli ultimi dieci anni, tuttavia, Apple è passata dall’essere un’emarginata aziendale (i suoi prodotti erano pieni zeppi di requisiti proprietari) a una cittadina enterprise di serie A. I Mac oggi possono infatti unirsi ad Active Directory, sincronizzarsi con Exchange e integrarsi con una serie di servizi aziendali e cloud con uno sforzo minimo e senza la necessità di strumenti specializzati. Ciò significa che gli utenti possono accedere alle stesse risorse e avere lo stesso livello di autenticazione e autorizzazione per accedere alle risorse come farebbero in ambiente Windows 10.

I partner aziendali di Apple

Non importa quanto sia buona la soluzione: nessun venditore è un’isola. La spinta di Apple verso il mercato enterprise ha infatti assunto la forma attuale anche perché Cupertino ha stabilito numerose relazioni e stretto partnership con altri importanti fornitori IT tra cui IBM, Cisco, SAP, Deloitte, GE e Accenture per offrire soluzioni integrate in ogni fase dello stack IT. Ciò dimostra che Apple non è solo l’opzione migliore per il business, ma che ha anche una base di partner e soluzioni disponibili per una vasta gamma di settori da primo della classe.

Esigenze delle piccole aziende

Apple ha offerto per molto tempo soluzioni a basso costo e multipiattaforma per le piccole aziende facili da configurare e gestire, nonostante ultimamente sembri essersi ritirata da questo mercato con la rimozione di diverse opzioni chiave dalla sua soluzione MacOS Server. Allo stesso tempo però sembra stia puntando nuovamente sulle realtà aziendali più piccole con nuovi strumenti più facili da gestire come Apple Business Manager, un servizio che mira a fornire un framework di gestione facile da usare all’interno di una soluzione basata sul web simile ad Apple School Manager.

Questa imminente soluzione cloud fornisce alcune delle funzionalità di macOS Server e ciò potrebbe fornire un’opzione di business ancora migliore o incoraggiare una PMI a creare ambienti integrati con altre opzioni se Apple Business Manager non soddisfa le proprie esigenze.