Virtual Desktop: perché oggi sta diventando così importante?
La situazione vissuta dalle aziende negli ultimi mesi è stata eccezionale, un “esperimento globale” di lavoro da casa, come hanno detto in molti. Quello che una volta era un privilegio per pochi, nel giro di pochi giorni è diventato un obbligo per tutti. Una soluzione che alcuni avevano già adottato in precedenza, un servizio o un’infrastruttura di Virtual Desktop, si è dimostrata in breve essere l’ideale per superare l’emergenza e garantire un accesso sicuro a dati e applicazioni aziendali, grazie alla forte attenzione alla sicurezza, alla possibilità di riutilizzare una rete e un device domestico con l’unico requisito di un collegamento internet e di un web browser o di una app client. In questo scenario The Innovation Group propone un approfondimento sul perché l’ambiente e le soluzioni di Virtual Desktop stiano incontrando così tanto favore in questo periodo.
Cosa è il Virtual Desktop?
Definito anche Desktop Virtuale o Cloud Desktop, si tratta di un ambiente virtuale, accessibile da remoto con qualsiasi browser, che sostituisce in tutto e per tutto la postazione di lavoro dell’ufficio. Al posto del PC, l’utente dispone di un ambiente (in cui ha tutti e dati e le applicazioni che gli servono) a cui può accedere da casa o in giro, da altri device, tramite internet.
Quali sono i vantaggi del Virtual Desktop?
La virtualizzazione di tutti i componenti del PC desktop offre molti vantaggi. La gestione dell’ambiente è centralizzata dall’IT in modo che, ad esempio, tutti i dati siano salvati in automatico, o ci sia un Disaster Recovery per cui anche in caso di malfunzionamento, nulla sia perduto. Inoltre, l’ambiente può essere configurato per uno specifico ruolo, in modo che l’utente vi trova tutto, e solo, quello che gli serve per le sue attività. Ma soprattutto, l’accesso all’ambiente di lavoro è svincolato dal luogo fisso (la sede dell’ufficio) e dall’orario, come richiede appunto lo smart working.
In termini di gestione, una volta configurato un ambiente lavorativo, può essere distribuito su moltissimi utenti, quindi con un provisioning molto più rapido. Se l’ambiente viene “acceso” per uno specifico progetto, o per dei collaboratori esterni o temporanei, altrettanto facilmente potrà essere “spento” alla conclusione del lavoro. Questa facilità (software enabled) lato gestione implica anche una grande riduzione di errori di configurazione. Sempre tornando alla sicurezza, è molto incrementata sia dalla possibilità di salvare meglio i dati e controllare meglio gli accessi, sia anche da una gestione ottimizzata delle patch, che in caso di utilizzo di virtual desktop, avviene in modo contemporaneo e tempestivo, e può essere gestita direttamente dal vendor.
La crisi Covid-19 spinge la virtualizzazione dei desktop
Secondo le stime più recenti, nonostante la prevista recessione dell’economia a livello globale per il 2020, il mercato delle soluzioni di Virtual Desktop (nelle diverse accezioni, di virtual desktop infrastructure, VDI, servizi di remote desktop e desktop-as-a-service) è previsto crescere a un tasso medio (CAGR) dell’8,9% dal 2019 al 2025. Oggi sotto i riflettori, le soluzioni VDI non sono però una novità, anzi, probabilmente ogni grande organizzazione li ha valutati per la propria forza lavora, prima o poi. Negli ultimi anni, il mercato VDI è molto cresciuto e soprattutto ha beneficiato dell’arrivo di nuovi player e del lancio di approcci innovativi.
Sull’onda di un crescente ricorso al cloud, anche la virtualizzazione e remotizzazione del desktop è diventata nel tempo una soluzione, o un servizio, da prendere in considerazione, che può facilitare molto gli sforzi dell’IT mettendo a disposizione piattaforme condivise che semplificano e rendono flessibile il deployment del servizio, accelerano il delivery, mettono a disposizione un aggiornamento del software gestito dal platform vendor e offrono anche, in molti casi, modelli di pay-per-use che da un punto di vista dei costi di avvio, possono facilitare molte aziende. Tanto più in questo periodo, dove a un momento di rapido scaleup del servizio, può far seguito un altrettanto rapido downscale dello stesso (anche se per molti si tratterà di una discesa lenta e graduale).
Oggi tutti i principali vendor del mercato dispongono di offerte per deployment “pure cloud” (Microsoft Windows Virtual Desktop, AWS Workspaces, Citrix Cloud, VMware Horizon Cloud, Workspot e Nutanix Frame), in cui tutto, dal sistema di gestione, ai dati, ai workload dei virtual desktop risiede in cloud. Dove le aziende richiedono invece, per limitazioni interne, che alcune istanze rimangano on-prem o in ambienti di colocation, soluzioni ibride possono essere fornite dagli stessi vendor. Infine, va aggiunto che in molti casi si continuano a usare anche modelli più “antiquati” di virtual desktop, dove niente è appoggiato al cloud.
La sicurezza è sicuramente un punto di forza del mondo VDI e oggi può essere rafforzata ulteriormente adottando un’autenticazione multifattore in sostituzione della tradizionale user-id e password. La scelta di questa soluzione inoltre non può prescindere da una completa attività di formazione per gli utenti, anche per superare una fase di resistenza iniziale (rispetto al precedente utilizzo di un desktop personale) che qualche volta si presenta.