Addio a Windows 7? Ecco alcune alternative non Windows
Preparatevi a dire addio a Windows 7. Il 14 gennaio 2020 Microsoft distribuirà infatti l’ultimo aggiornamento di sicurezza gratuito per i PC che eseguono ancora questo sistema operativo. E non si tratta di una deadline da poco. Persino oggi, agosto 2019, a soli cinque mesi dalla cessione del supporto, Net Applications riferisce che il 36% di tutti gli utenti Windows al mondo utilizza ancora Windows 7. Solo il 55,2% degli utenti Windows è passato a Windows 10 ben quattro anni dopo il suo debutto.
Le persone restano fedeli a Windows 7 perché a loro piace di più e sentono di essere più produttive con questo OS, che in effetti ha sempre funzionato bene ed è stato apprezzato da qualsiasi tipologia di utenti. Windows 10, d’altra parte, è stato afflitto da un errore di aggiornamento dopo l’altro. Anzi, ad essere sinceri abbiamo perso il conto di quanti problemi abbia avuto Windows 10 con gli aggiornamenti.
Ma seriamente, cosa potete fare se davvero non volete passare a Windows 10? Potete restare con Windows 7 se siete disposti a pagare 300 euro per PC all’anno per gli Extended Security Updates di Windows 7 (ESU). Gli ESU vi forniranno supporto per la sicurezza fino al gennaio 2023, ma sono disponibili solo per gli utenti di Windows 7 Professional o Windows 7 Enterprise che hanno acquistato il sistema operativo tramite un contratto multilicenza.
Con gli ESU sarete anche in grado di utilizzare Office 365 ProPlus. Già, perché Microsoft non supporterà questa versione di Office in concomitanza con la fine del supporto di Windows 7. Per quanto riguarda Office 2010, il suo supporto termina il 13 ottobre 2020 e non è previsto un piano esteso, anche perché come ben sappiamo Microsoft vuole che passiate il prima possibile a Office 365. Come “ultima risorsa” potete acquistare quella che sarà quasi sicuramente l’ultima vera versione desktop di Office: Office 2019.
Uno scenario non proprio idilliaco, vero? La vostra migliore opzione, se proprio siete allergici alla migrazione a Windows 10, è quella di dire finalmente addio a Windows e provare un altro sistema operativo. Prima di rifiutare questa idea, considerate il vostro lavoro. Lo svolgete interamente online? Allora basterà un qualsiasi sistema operativo con un browser.
Siete invece legati a Office? Come già detto, Microsoft non vuole che eseguiate Office sul vostro PC, ma che acquistiate Office 365, che funzionerà su qualsiasi sistema operativo con browser Edge, Safari, Chrome o Firefox. Ciò significa che, in teoria, è possibile eseguire Office 365 praticamente su qualsiasi sistema operativo. D’altronde abbiamo usato Microsoft Office Online (la versione gratuita e anche la più semplice di Office) su Linux tramite un browser web senza versare sudore o lacrime.
Quindi, se le vostre applicazioni sono già in rete, il primo suggerimento è di passare a un Chromebook. Ovviamente potete sempre rivolgervi a un Mac, ma macOS è un sistema operativo radicalmente diverso da Windows e i Mac non sono per nulla economici, soprattutto di questi tempi. L’opzione che alla fine preferiamo è un bel desktop Linux, sebbene siamo ben consapevoli dei numerosi problemi che ciò può comportare.
Recentemente però la comunità Linux sembra finalmente essere riuscita a sistemare molte cose e quindi ora potrebbe essere un buon momento per passare a Linux. Personalmente, quando si tratta di considerare le molte distro disponibili, preferiamo Linux Mint. È sicuro e veloce e ha anche il vantaggio non secondario di apparire molto simile a Windows 7. Ciò rende il passaggio a esso più facile di quanto vi possiate aspettare.
Ma se avete bisogno di supporto aziendale, farete meglio a puntare su Red Hat Enterprise Linux Workstation o Ubuntu Canonical per desktop. A proposito, potete usare i desktop Linux con i vostri domini Active Directory esistenti se questo è ciò che vi impedisce di considerare Linux.
Qual è quindi l’opzione migliore? Solo voi potete rispondere a questa domanda. Quello che ci sentiamo di dire, tuttavia, è che oggi non dovete per forza stringere i denti e passare per forza alla prossima versione di Windows. Grazie in gran parte al passaggio a un modello SaaS che ha interessato quasi tutte le applicazioni più importanti, il sistema operativo non è più quell’unica e monolitica ancora a cui aggrapparsi.