È giunta l’ora di Windows 10
Microsoft festeggia quest’anno i suoi primi quarant’anni, ma gli ultimi cinque sono stati i più problematici della sua storia. Di errori, dalle parti di Redmond, ne sono stati fatti anche in passato, dalla famigerata sVista ai molti esperimenti dati in pasto al mercato troppo presto o troppo tardi, come i primi tablet, gli immaturi PocketPc o il tardivo Zune, mandato allo sbaraglio all’improbabile inseguimento dell’iPod. Ma nessuno di questi sbagli ha mai avuto le conseguenze del sottovalutare, in piena crisi, l’esplosione del mondo mobile e la trasformazione del concetto stesso di Pc. Oggi, dopo pesanti ristrutturazioni che non hanno ancora finito di mietere vittime e trimestrali in altalena, si riparte da dove si è iniziato, ovvero da Windows. Ancora una volta tutto gira intorno alla nuova versione del sistema, che ha il potere di richiamare i partner storici, come Hp e Dell, a fare quadrato per superare, o quantomeno ritardare, la crisi dell’IT tradizionale.
Da oggi tutte le pedine sono in campo e la strategia di Satya Nadella è, se non altro, chiara e per molti versi rivoluzionaria. La partita può cominciare e la posta è altissima.
Pochi ritocchi, filosofia rivoluzionaria
Su Windows 10 prima e dopo il lancio non ci sono state sorprese. L’abbiamo provato in ogni fase della sua evoluzione e abbiamo raccontato le sue novità che, malgrado il salto di un numero, non sono sconvolgenti. Soprattutto sono razionali, dettate non tanto dalla voglia di stupire un pubblico di habitué, quanto dalla necessità di recuperare una fiducia che si è un po’ persa. Così, con umiltà, si ritorna al desktop per i Pc, ma si innova radicalmente unificando lo store delle app per mobile con quello per desktop. Si recupera il salvataggio incrementale degli stati del sistema, che si era perso con Windows 8 e non sempre funzionava su Seven, e si aggiungono i desktop multipli, di cui gli utenti Mac non possono da tempo fare a meno. Soprattutto si mantiene la leggerezza delle richieste hardware, che aveva consentito al suo predecessore di funzionare con successo anche su macchine datate, in qualche caso rivitalizzando vecchi Pc azzoppati da Windows Vista.
non deve scandalizzare che gli aggiornamenti di sicurezza si installino automaticamente
Quanto all’equilibrio tra uso professionale e amatoriale, la distanza tra i due mondi si è assottigliata nella vita reale, e i ritocchi nell’interfaccia interpretano bene questo stato di cose. Così se il vostro pc non è touch, partirà con il desktop tradizionale e passerà dal redivivo ma rinnovato menu Start, ampiamente personalizzabile, per controllare il sistema. Si elimina quell’inferno di clic inutili che costringeva a passare costantemente da Modern al desktop in Windows 8, a cui credo nessun utente, per quanto paziente, si sia mai abituato. Se poi avete un convertibile, da usare come tablet o notebook a seconda dei casi, il sistema è capace di riconoscere lo stato della configurazione, proponendo di volta in volta l’interfaccia più adatta. Del resto l’intero sistema è ‘convertibile’ nel senso che consente, se necessario, di usare le app nate per il full screen e il touch in finestre ridimensionabili, da maneggiare con il mouse e gestire alla vecchia maniera.
Molte app acquisiscono anche nuove funzioni, adatte all’interfaccia di Windows 10. Anche se con la lentezza con cui si popola e si aggiorna lo store Microsoft, malgrado i tool di conversione rapida rilasciati agli sviluppatori, potrebbe volerci molto tempo prima di vedere buona parte del software esistente adeguarsi alla nuova logica.
Nell’ottica di semplificarci la vita è poi normale, e non deve scandalizzare, che gli aggiornamenti di sicurezza si installino automaticamente, senza lasciare all’utente l’onere di capire se servano o meno. Se ci sono rischi in questa procedura, sono paragonabili a quelli che corriamo con le vaccinazioni obbligatorie, ovvero incomparabilmente inferiori ai benefici.
Una nuova amica da non sottovalutare
Per lo stesso motivo non poteva mancare l’integrazione con Cortana, che funziona come abbiamo già sperimentato sui dispositivi mobile, ovvero molto bene per le ricerche e l’avvio delle principali funzioni del sistema. Va riconosciuto che in questo caso Microsoft è arrivata prima dei concorrenti, visto che su OS X Siri non ha ancora messo piede, anche se non tarderà molto.
Cortana è però già particolarmente ben integrata nel sistema, impara in parte dai suoi errori e registra alcune abitudini di utilizzo dell’utente, migliorando le risposte. Pur dipendendo ancora dalla connessione, un assistente vocale di questo tipo si rivela, in fin dei conti, molto più utile su un desktop che su un telefonino, spesso usato in ambienti rumorosi e attraverso reti instabili. Se avete un ufficio tranquillo, dove nessuno vi guarda male se di tanto in tanto parlate con il Pc, in breve tempo non ne potrete più fare a meno.
Tutto in-house, senza paura dell’antitrust
Sono lontani i tempi in cui Microsoft non poteva integrare il suo browser e il suo motore di ricerca nel sistema operativo per paura delle sanzioni della Commissione Europea. Ora che nel mirino dell’antitrust c’è il pervasivo concorrente Google, e Redmond non sembra avere più la forza di esercitare un ruolo da monopolista, Windows 10 può ospitare più coerentemente tutte le tecnologie che Microsoft ha acquisito o sviluppato. Così ci sono il nuovo browser Edge e Bing un po’ dappertutto. Quest’ultimo è altresì indispensabile per il corretto funzionamento di Cortana. Anche sul fronte della sicurezza, la possibilità di integrare agenti antimalware che operano in background e si aggiornano automaticamente, senza suscitare le proteste dei produttori di antivirus, è un bel vantaggio, anche se già acquisito con le versioni precedenti. Qui l’impressione è però che tutto sia meglio amalgamato e molto più trasparente all’utente, che ha decisamente meno cose inutili di cui preoccuparsi.
La misura delle prestazioni
Windows 10 non è più veloce del suo predecessore, almeno nei benchmark. Lo è invece se si considera il tempo necessario a un utente per svolgere molte comuni attività, grazie al minor numero di clic e alla razionalizzazione dell’interfaccia. Basta pensare a quanto tempo si guadagna non dovendo più accedere al pannello di controllo per la stragrande maggioranza delle funzioni di configurazione, ora integrate nel più immediato menu delle impostazioni.
chi adotterà per primo Windows 10 aiuterà, correndo qualche rischio, a pilotare eventuali correzioni di rotta
Ci sono però due elementi caratteristici del nuovo sistema in cui le prestazioni sono state realmente incrementate. Il primo è il browser Edge, semplice nell’interfaccia e veloce nel rendering delle pagine almeno quanto Chrome. Se, come è scontato che avvenga, migliorerà in termini di compatibilità con le pagine web nei prossimi mesi, potrebbe diventare il nuovo avversario da battere nel panorama dei software di navigazione.
Il secondo elemento da non trascurare sono le DirectX 12. Le nuove librerie consentono non solo di sfruttare meglio i sistemi con più Gpu di ultima generazione, ma anche di liberare risorse delle Cpu multi-core durante l’uso della grafica, migliorando in modo sensibile la reattività del sistema nelle applicazioni più intensive. I primi benchmark in questo senso promettono miracoli.
Dalle workstation agli aspirapolvere
Microsoft ha sempre cercato di raggiungere tutto l’installato dei Pc, ma quello di Windows 10 è un obiettivo ancora più ambizioso. Il sistema è infatti nato per essere integrato, oltre che nelle piattaforme hardware mobile più diffuse, anche in SoC di modeste prestazioni, come quelli usati nell’Internet of Things. Non è un caso che anche soluzioni come le schede Arduino abbiano voluto e ottenuto la compatibilità col nuovo sistema. Per capire la reale portata del progetto dovremo quantomeno aspettare la versione mobile, prevista per questo autunno, che dimostrerà quali funzioni e con quale efficacia potranno essere implementate su hardware leggerissimi. Il fatto che droni, sensori per la domotica, elettrodomestici, veicoli, computer indossabili, giocattoli e smartphone possano condividere lo stesso sistema operativo, apre scenari inediti di interoperabilità, sui quali si gioca buona parte della scommessa del colosso di Redmond.
La nuova politica per battere Seven
Ma la più grande discontinuità di Windows 10 rispetto al passato, resta la sua politica commerciale e di aggiornamento. Rendendolo gratuito anche per i possessori di Seven, Microsoft ha fatto un grande sforzo, ma ha anche disinnescato il peggiore ostacolo alla diffusione del nuovo sistema. Inoltre, garantendo il supporto fino al 2025 e assicurando l’utenza professionale che non ci saranno altri salti, secondo la logica Saas, sta raccogliendo il favore dei molti che si sono stufati di cambiare hardware e sistema operativo secondo le esigenze di incasso dei vendor.
Windows 10, assicurano a Redmond, sarà l’ultimo sistema operativo Microsoft, e verrà aggiornato in modo continuo, rinnovandosi indefinitamente. Sarà però anche l’ultima occasione, per produttori di Pc, di sfruttare l’onda lunga del lancio di un nuovo OS per rivitalizzare le vendite. E sono in molti a ritenere che l’effetto sarà comunque modesto, visto che la politica di aggiornamento e le non incrementate richieste hardware di Windows 10 favoriranno il recupero di sistemi già esistenti, piuttosto che spingere nuovi acquisti.
Avete un anno, sfruttatelo
Uno dei motivi per cui l’aggiornamento al nuovo sistema non verrà rilasciato nello stesso momento a tutti gli aventi diritto, oltre a evitare di intasare i server con milioni di download contemporanei, è quello di testare ancora un po’ l’affidabilità del sistema. Non verrà dichiarato ufficialmente nemmeno sotto tortura, ma è evidente che chi adotterà per primo Windows 10 aiuterà, correndo qualche rischio, a pilotare le prime correzioni di rotta. Dalle nostre prove già la Rtm di metà luglio risultava stabile e affidabile, ma naturalmente qualche problema può sempre venire alla luce nei prossimi giorni.
Per cui, se vale senz’altro la pena di sostituire l’8.1 con Windows 10, non è detto che sia utile farlo subito, soprattutto su macchine usate per attività professionali che non ammettono interruzioni. L’ideale è installarlo su un muletto, o un Pc meno importante, per impratichirsi delle novità, e attendere qualche mese e i primi aggiornamenti prima di procedere al salto definitivo. Del resto Microsoft ci ha concesso un anno di tempo. L’importante è segnare in rosso sul calendario il 29 luglio del 2016, data oltre la quale sarà necessario mettere mano al portafoglio.
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