Da un lato Microsoft può dirsi più che soddisfatta dagli ultimi dati di diffusione di Windows 10, che nel primo mese dalla sua uscita è già stato installato in 75 milioni di dispositivi, totalizzando quindi oltre 2,6 milioni di aggiornamenti al giorno ed essendo ormai diffuso in 192 Paesi e in oltre 90mila modelli unici di dispositivi.

Dati imponenti che però non hanno evitato l’insorgere di parecchie lamentele da parte degli utenti, soprattutto per la delicata questione degli aggiornamenti.

Con Windows 10 infatti Microsoft ha adottato una nuova policy per gli update di sistema. In pratica, oltre a essere obbligatori da scaricare e installare (al massimo si possono rimandare di alcuni giorni), gli aggiornamenti di Windows 10 non vengono più segnalati da Microsoft con l’elenco dei cambiamenti che apportano.

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In questo modo non si può sapere nulla sui contenuti dell’update che stiamo installando e se ciò può non essere un grande problema per un utente consumer, può diventarlo (e anche in modo serio) in ambito aziendale.

Immaginate infatti un responsabile IT che si trova costretto ad aggiornare centinaia, se non migliaia, di PC della sua azienda senza sapere i contenuti dell’update. Considerando poi che con gli ultimi aggiornamenti di sistema diversi utenti hanno sperimentato riavvii continui e altri problemi di stabilità, questo degli aggiornamenti obbligatori e “sconosciuti” sta diventando per Microsoft una questione piuttosto seria.

Qualcosa però potrebbe presto cambiare. Già nei giorni scorsi Redmond aveva annunciato che per i cosiddetti major update di Windows 10 saranno rilasciate informazioni su gran parte dei loro contenuti, ma durante un recente incontro con la stampa Jim Alkove di Microsoft ha fatto intendere un cambio di strategia, che porterebbe presto l’azienda a fornire i dettagli su ogni singolo update di sistema ai suoi clienti aziendali. Al momento però non c’è nulla di ufficiale e lo stesso Alkove non ha fatto riferimento a una possibile data per l’introduzione di questa nuova strategia. Non resta che aspettare.