La scorsa settimana Microsoft ha annunciato che ridurrà le dimensioni degli aggiornamenti mensili di Windows 10 una volta che la versione 1809 sarà pronta per la distribuzione e l’installazione sui PC degli utenti (si parla di settembre-ottobre). “Presenteremo un nuovo design per gli aggiornamenti di qualità delle prossime versioni major di Windows 10 e Windows Server” ha scritto Maliha Qureshi, una program manager di Microsoft, in un post del 16 agosto. “Questo nuovo design creerà un pacchetto di aggiornamento compatto per un’implementazione più semplice e veloce.”

La prossima versione major di Windows 10 e Windows Server a cui ha fatto riferimento la Qureshi verrà etichettata come 1809, nel classico formato identificativo di Microsoft che segnala prima l’anno di rilascio (18) e di seguito il mese (09). Idealmente l’aggiornamento della funzionalità per entrambe le versioni di Windows dovrebbe essere quindi distribuito a settembre, ma vista l’abituale cadenza di Microsoft aspettiamoci la sua pubblicazione a ottobre.

Con il termine “aggiornamenti di qualità” la Qureshi si riferisce invece alle patch di sicurezza dei sistemi operativi e alle correzioni di bug non relativi alla sicurezza che vengono rilasciate più volte al mese. Ad esempio, il secondo martedì del mese (il cosiddetto Patch Tuesday) Microsoft distribuisce aggiornamenti di sicurezza per correggere le vulnerabilità. Sono inclusi in questi update anche gli aggiornamenti che Microsoft ha designato come B, C e D, un “alfabeto” che ha confuso non pochi amministratori IT.

A partire da Windows 10 1809 (e Windows Server 1809), verrà quindi rilasciata una sola dimensione per gli aggiornamenti di qualità mensili, che sarà considerevolmente più piccola rispetto a quella dei full update e leggermente più grande dei cosiddetti express update, solitamente compresi tra i 150 e i 200 MB ciascuno.

Windows update

Attualmente, Microsoft offre infatti tre diversi formati di aggiornamenti di qualità per Windows 10: full, express e delta. Il mese scorso però Microsoft ha annunciato che interromperà il rilascio degli aggiornamenti delta a partire dal 12 febbraio 2019, lasciando solo aggiornamenti full ed express per Windows 10 1803 e per le versioni precedenti.

I nuovi aggiornamenti di qualità verranno distribuiti direttamente tramite Windows Update e, indirettamente, tramite gli strumenti di Microsoft WSUS (Windows Server Update Services) e SCCM (System Center Configuration Manager) o piattaforme di gestione patch di terze parti. Verranno inoltre inseriti nel Microsoft Update Catalog in formato .msu per un’installazione standalone.

A seconda di come un personal computer, un server o un altro dispositivo Windows riceva aggiornamenti mensili, i risparmi a livello di tempo e di “peso” dei download potrebbero essere notevoli. Non sorprende quindi che, come riportato dalla Qureshi nel suo post, le aziende che ora scaricano e archiviano questi nuovi aggiornamenti per la successiva distribuzione sui PC gestiti potranno ottenere enormi risparmi nella larghezza di banda della rete e nella dimensione della cache sui loro punti di distribuzione.

D’altronde le dimensioni degli aggiornamenti sono state un problema sia per gli utenti attuali di Windows 10, sia per quelli potenziali. “Se si dispone di WSUS sul back-end, questi file devono essere memorizzati da qualche parte mentre il sistema li esegue”, ha dichiarato l’esperta di patch Susan Bradley. “E se vi appoggiate a un pessimo ISP, avere anche solo uno o due GB o da scaricare ogni mese per gli aggiornamenti significa incidere notevolmente sulla larghezza di banda disponibile”

Gli utenti che hanno lasciato commenti al post della Qureshi hanno citato proprio questi problemi sollevati dalla Bradley. “Quello dei pesi degli aggiornamenti è stato un grosso limite che ha convinto molti dei miei clienti a non passare a Windows 10”, ha scritto ad esempio Anoni Moose. Mike Benson di Microsoft ha risposto a molti dei commentatori, incluso Moose: “Riteniamo che questi nuovi aggiornamenti rappresentino un’importante novità proprio per le loro dimensioni ridotte, in particolare per i clienti aziendali o per le piccole e medie imprese che hanno più filiali da gestire”.