Proprio alcune settimane fa riportavamo le più recenti (e non proprio corrette) pratiche di Microsoft per spingere all’installazione di Windows 10 gli utenti di Windows 7 e Windows 8.1, tanto che in molti casi si rischiava di vedersi installato da un giorno all’altro sul proprio PC il nuovo sistema operativo di Microsoft contro la propria volontà.

È notizia delle ultime ore che Teri Goldstein, una donna che gestisce un’agenzia di viaggi in California, ha ottenuto da Redmond un risarcimento di 10.000 dollari proprio per un “fattaccio” simile successo lo scorso agosto, poco dopo l’uscita di Windows 10. La Goldstein, che si è appunto ritrovata Windows 10 installato sul PC della sua agenzia senza aver voluto assolutamente procedere all’aggiornamento, ha dovuto fare i conti con un computer non funzionante e le conseguenze negative sulla sua attività sono state numerose.

Nonostante i reclami a Microsoft, la situazione non si è mai risolta e a un certo punto la Goldstein, stanca di perdere prenotazioni per l’impossibilità di utilizzare il PC aggiornato a Windows 10, ha acquistato un nuovo notebook e al tempo stesso ha citato in giudizio Microsoft per i danno economici derivati dall’upgrade non voluto.

Il giudice ha dato ragione alla donna condannando Microsoft a pagare la somma di 10.000 dollari, sebbene le perdite della Goldstein ammontassero a circa 17.000 dollari. Microsoft, che a quanto pare non ha mandato nemmeno un avvocato in tribunale, non è voluta ricorrere in appello e ha pagato alla Goldstein la cifra richiesta per evitare ulteriori spese processuali.

Per Redmond questo potrebbe essere un pericoloso precedente e il fatto che tutta la faccenda si sia risolta con così poco interesse da parte di Microsoft potrebbe significare anche un’altra cosa, ovvero l’intenzione di far terminare la causa legale il più presto possibile e senza troppi strascichi polemici o un’eccessiva attenzione da parte della stampa. Anche perché il caso della Goldstein non è e non è stato certamente l’unico di questo tipo, soprattutto nelle ultime settimane contraddistinte dalle nuove e aggressive policy di Microsoft per l’aggiornamento a Windows 10.