Google I/O 2015: tutto quello c’è da sapere
Giovedì a San Francisco si è aperta l’edizione 2015 di Google I/O, appuntamento annuale con gli sviluppatori. Google ha presentat una nuova versione di Android, una videocamera per realtà virtuale, numerose risorse per sviluppatori e molto altro ancora in un keynote durato quasi due ore.
Il Senior Vice President di prodotto Sundar Pichai è stato protagonista dell’evento, che secondo Google ha attratto più di 6.000 sviluppatori.
Molte delle indiscrezioni che hanno preceduto l’apertura dei lavori sono state in effetti confermate. Sul palco del Moscone Center hanno fatto la loro comparsa la nuova versione Android M, Google Photo, Google Pay e altro ancora.
Ci sono state però anche assenze notevoli. Google non ha fatto menzione dei suoi prodotti rivolti alle imprese come Android e Apps for Work, del servizio wireless Project Fi, né dello smartphone modulare Project Ara.
Ecco un breve riassunto di tutta la carne che è stata messa al fuoco in quel di San Francisco.
Android M
Probabilmente l’avento più importante è stato l’annuncio di Android M, o Android 6.0, che è stato distribuito agli sviluppatori e inizierà ad apparire sui dispositivi degli utenti “entro la fine dell’anno.”
Android M non presenta grandi cambiamenti: non sono cambiati il design dell’interfaccia o il modo con cui si interagisce con il dispositivo. Apporta però piccoli, utili aggiustamenti,come le impostazioni granulari per le autorizzazioni delle app (che consentono agli utenti di negare o approvare permessi specifici come il rilevamento della posizione e le informazioni sul Wi-Fi), e le schede Chrome custom, che fanno uso del pre-loading e aggiungono un’integrazione più profonda con le app per offrire una esperienza web più simile a quella di un’app mobile.
Android Pay
Come previsto, Google ha presentato una nuova infrastruttura di pagamenti mobile chiamata Android Pay. E’ molto simile ad Apple Pay e al precedente tentativo di Google nel campo dei pagamenti mobili, Google Wallet, perché è un sistema basato su NFC che permette di effettuare pagamenti avvicinando il telefono a un POS attrezzato, ma aggiunge un’infrastruttura aperta e funzionalità tap-to-pay migliorate.
Google dice che ci sono 700.000 punti vendita negli Stati Uniti che già oggi possono accettare Android Pay (un numero che sembra grande, finché non si pensa che rappresenta solo il 18% di tutti i rivenditori americani, in base alle statistiche della National Retail Federation). Forse la competizione tra Apple e Google sui sistemi di pagamento produrrà una spinta favorevole, ma per il momento il pagamento mobile non è ancora quella cura miracolosa che le aziende tecnologiche sembrano pensare che sia.
Google Photo
Apparentemente non un grande annuncio: Google ha scorporato gran parte delle funzioni di gestione foto da Google Plus e ne ha fatto un prodotto stand-alone. La notizia, però, è che Google Photo offrirà una quantità illimitata di spazio di archiviazione gratuito, fintanto che le foto sono di dimensione inferiore a 16MP e i video e sono limitati a 1080p (risoluzioni più elevate verranno compresse per risparmiare spazio.)
Rimangono i soliti scrupoli sulla privacy di Google, naturalmente, così come l’opinione che il fatto che un prodotto sia gratuito generalmente significa che il prodotto è l’utente. Pensando però all’impatto che questo servizio può avere, le preoccupazioni per Dropbox e servizi simili sembrano non essere infondate.
Google Maps
Migliorano le funzionalità offline del servizio di mappe e navigazione di Google. Se finora era possibile registrare una mappa offline e consultarla, ma non effettuare ricerche al suo interno, ora questo diventa finalmente possibile. Si accorciano le distanze tra l’esperienza offline e quella online. La mossa è pensata soprattutto per quella moltitudine di persone che non ha accesso a reti mobile veloci.
Cardboard
Sebbene Google sia nota per le sue soluzioni altamente tecnologiche, sembra molto contenta di quanto ha realizzato con un prodotto nato quasi per scherzo come Google Cardboard, il supporto in cartone che chiunque può costruire da sé per trasformare uno smartphone in un visore per la realtà virtuale.
La versione aggiornata consente di gestire i telefoni più grandi, fino a 6 pollici di diagonale dello schermo, e supporta iPhone. Google ha mostrato un video di una classe di scolari che si godono un viaggio virtuale utilizzando Cardboard.
Jump
Proseguendo con i nuovi dispositivi per la realtà virtuale, Google ha annunciato un sistema costituito da 16 videocamere chiamato Jump, che permetterà agli utenti di creare i propri contenuti VR e pubblicarli su YouTube.
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Anche GoPro ne sta realizzando una versione, che sarà data ad utenti accuratamente selezionati nel mese di luglio per un progetto pilota di sei mesi.
Android Wear
Google ha parlato del recente aggiornamento della sua piattaforma Android Wear con i nuovi controlli gestuali, come la possibilità di scorrere i menu scuotendo il poslo o disegnare emoji con un dito. Google ha anche mostrato l’integrazione con i servizi Uber e di molte altre aziende, che consente agli utenti di fare cose come chiamare un’auto con un comando vocale rapido.
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Si tratta di aggiornamenti che erano già presenti nello smartwatch LG Urbane, che è stato annunciato all’inizio di questo mese, ma Google è ottimista sul prossimi dispositivi che potranno vantare il nuovo set di funzionalità.
Brillo / Weave
Brillo è una versione di Android ridotta all’osso e progettata per funzionare su dispositivi di potenza molto bassa. Insieme con il suo nuovo standard di comunicazione machine-to-machine, denominato Weave, Brillo rappresenta un importante passo di Google verso il mondo dell’Internet delle cose.
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Google Now
Google conosce i suoi utenti ancor più intimamente ora. Ha dimostrato alcuni impressionanti nuovi progressi tecnologici nel suo assistente personale Google Now, compresa l’elaborazione del linguaggio naturale per un”interfaccia vocale più facile e una funzionalità chiamata What’s On Tap che visualizza informazioni differenti in base a quel che l’utente sta facendo in quel momento.