Sviluppo low-code e digitalizzazione spingono la crescita di Appian
Durante la pandemia, l’implementazione rapida di strumenti per l’accesso digitale ai servizi della pubblica amministrazione così come la creazione di processi per la raccolta e gestione dei dati sono stati critici per rispondere in modo efficace alle nuove sfide. La possibilità di sviluppare applicazioni in modo veloce con la modalità low-code ha svolto un ruolo molto importante.
Ma l’urgenza non è il solo driver a spingere aziende e organizzazioni ad adottare modalità di sviluppo rapido e agile per le proprie applicazioni aziendali. La scarsità di sviluppatori qualificati sta favorendo la diffusione del concetto di citizen developer, utenti finali che – utilizzando un framework sotto il controllo della funzione ICT – realizzano o personalizzano le applicazioni necessarie a gestire i propri processi lavorativi.
Si capisce quindi il forte interesse verso i metodi e gli strumenti per lo sviluppo low-code. Per funzionare, però, il modello deve però adattarsi alla realtà tecnologica e organizzativa dell’azienda senza creare sconvolgimenti dirompenti. “Appian cerca di inserirsi nelle grandi aziende in modo non invasivo, facendo una reingegnerizzazione dei processi ma senza deturpare o stravolgere il patrimonio applicativo già presente, integrando i dati e lasciando l’ownership e la responsabilità del dato ai sistemi core dell’azienda”, afferma Silvia Speranza, Regional Vice President per il Centro e Sud Italia di Appian.
Questo approccio ha permesso ad Appian di avviare progetti anche in aziende molto grandi, con sistemi centrali difficilmente modificabili, come quelli di Enel, Eni o Poste Italiane.
Il ruolo dei partner e system integrator nello sviluppo low-code
Si potrebbe pensare che la diffusione di metodi di sviluppo low-code possano diminuire la necessità per le aziende di ricorrere a fornitori esterni e system integrator, ma le cose non stanno necessariamente così.
Il report “How Low-Code Automation and Partner Services Are Accelerating Digital Business Outcomes in Europe” realizzato da IDC su incarico di Appian, ha evidenziato tre tendenze:
- Il low-code è una priorità per le organizzazioni europee che vogliono trasformarsi digitalmente.
- Le organizzazioni europee cercano di scalare gli investimenti in questo campo coinvolgendo partner di servizi di terze parti fidati in grado di fornire indicazioni sulle best practice e una profonda esperienza nel settore.
- I system integrator stanno diventando estensioni integrali del business dei loro clienti attraverso la strategia e la progettazione low-code, la fornitura di talenti e competenze, lo sviluppo e l’integrazione, la co-innovazione di soluzioni e la co-creazione di centri di eccellenza low-code (CoE).
Secondo IDC, gli obittivi più ricercati da aziende e organizzazioni per i progetti low-code sono:
- Ridurre il rischio aziendale con un’automazione più completa della sicurezza (32% dei rispondenti)
- Integrare meglio le fonti di dati e gli strumenti di analisi per migliorare la comprensione del business (35%)
- Tempi di commercializzazione più rapidi e coinvolgimento dei clienti più profondo con nuovi prodotti e servizi digitali (35%)
In Italia, la rete di partner di Appian è cresciuta e si è consolidata e oltre ai grandi system integrator globali si compone di diversi system integrator nazionali e aziende locali focalizzate sullo sviluppo di applicazioni o sulla consulenza.
Tra i grandi system integrator, Accenture ha sviluppato due soluzioni per supportare le amministrazioni pubbliche a gestire meglio le attività legate ai fondi UE, una per la gestione, il monitoraggio, la rendicontazione e le attività di controllo delle spese e un’altra per la comunicazione tra Autorità centrale e Regioni e le attività quotidiane relative alla contabilità patrimoniale”.
“Il PNRR è stato un catalizzatore per il digitale e questo si riflette sul mercato dei partner, con il ricorso ad aziende locali che fanno riferimento a practice verticali. Tutto questo ci ha permesso di ottenere una crescita annua del 300% nel numero dei progetti avviati tra il 2021 e il 2022”, afferma Fabio Scottoni, Senior Director Alliances di Appian Italia.
L’iniziativa di formazione lowcode4all con Atos Italia e Key Partner
Diversi partner italiani hanno risposto all’appello legato all’iniziativa di formazione lowcode4all, lanciato globalmente da Appian.
Atos Italia ha lanciato la prima Hyperautomation academy, un percorso di reclutamento e formazione dedicato a partecipanti con esperienza che vengono assunti da Atos fin dal primo giorno, mentre trascorrono le prime quattro settimane in un percorso di formazione su automazione, robotica e intelligenza artificiale in progetti di alto valore. La formazione relativa ad Appian è fornita da un altro partner, Gamma Innovation. È prevista una seconda edizione dell’Academy a gennaio 2023.
Key Partner ha invece istituito con l’Università degli Studi del Molise il nuovo Master Universitario di II livello in “Gestione di sistemi software complessi: nuove tecnologie e metodologie”, disponibile a partire dall’Anno Accademico 2022/23. Delle 175 ore di formazione in aula (in presenza e da remoto), 40 ore sono tenute da professionisti delle aziende Key Partner con un focus sull’integrazione e l’automazione dei sistemi con l’utilizzo della piattaforma Appian Low-Code. Key Partner finanzierà 10 borse di studio e 500 ore di stage presso l’Hyperautomation Hub di Termoli, nuova sede molisana di Key Partner.
(Immagine di apertura: Postmodern Studio / Shutterstock.com)