Se ci preoccupiamo delle Big Tech, cosa accadrà con le Big IA?
Volenti o nolenti, dobbiamo prepararci. Dal caso antitrust di Microsoft fino alle indagini in corso sul potere delle Big Tech, abbiamo visto le grandi aziende tecnologiche sfidare le regole e diventare dominanti in molti settori. Ma questa era solo una prova generale rispetto all’inevitabile concentrazione di ricchezza e potere che si verificherà con l’intelligenza artificiale. Pensateci bene. Microsoft, Apple e Google insieme costituiscono la stragrande maggioranza dei servizi e dei sistemi operativi in uso oggi. Di conseguenza, hanno accumulato un enorme potere sul nostro modo di vivere. Oggi ogni grande azienda è già un’azienda tecnologica, il che implica che prima o poi ogni grande azienda sarà un’azienda IA.
Molte lo sono già. L’analisi dei dati va oltre il controllo del traffico su Google e arriva fino ai processi e ai sistemi aziendali e diverse catene di supermercati utilizzano già l’intelligenza dei dati per decidere quale cadenza seguire nel rifornimento degli scaffali. Questo non accade per caso. Le scorte vengono ordinate appena in tempo sulla base di informazioni fornite in parte da sistemi automatizzati che prevedono, a volte con mesi di anticipo, quali saranno le necessità degli acquirenti. È così che funzionano le supply chain al giorno d’oggi.
Noi stessi utilizziamo già una quantità crescente di IA nella nostra vita quotidiana; la maggior parte delle persone non lo sa nemmeno, ma i leader aziendali lo sanno benissimo. Ecco perché il machine learning, la scienza dei dati, l’analisi dei dati e l’IA sono tra le professioni tecnologiche più richieste in questo momento.
Il problema, ovviamente, è che non ci sono abbastanza lavoratori qualificati per questi ruoli. Questo è un bene per i lavoratori disponibili, che vengono pagati bene e possono scegliere il proprio ruolo. È meno positivo per le imprese competitive, che potrebbero avere grandi idee su come implementare l’IA nella loro azienda, ma che all’atto pratico non hanno accesso alle competenze necessarie per realizzare queste visioni. Quindi, cosa fanno? Affidano lo sviluppo a società terze che, attraverso la procedura standard delle fusioni e delle acquisizioni, si riuniranno rapidamente in un piccolo numero di aziende concorrenti.
Basti pensare alla storia di OpenAI e ChatGPT, a Microsoft e all’attuale esplosione dell’IA generativa. Improvvisamente, tutte le grandi aziende tech vogliono avere un equivalente di ChatGPT e la sensazione generale è che senza un chatbot IA all’altezza molte di esse falliranno. La stessa Apple, che tra i big è quella più indietro nello sviluppo dell’IA generativa, potrebbe fare cose dal forte impatto sulle nostre vite con questa tecnologia.
Il balletto delle fusioni e acquisizioni
Questa voglia di intelligenza artificiale si è trasformata rapidamente in una frenesia da acquisizioni nell’ambito di sviluppo dell’IA, caratterizzata da affari da capogiro e da un ambiente altamente competitivo. GlobalData riporta che gli affari legati all’IA sono aumentati del 43% nel primo trimestre del 2023, con 12,7 miliardi di dollari di transazioni nei primi tre mesi di quest’anno.
La concorrenza è un bene, ma in questo caso il passo successivo più probabile è che, per poter competere, le aziende abbastanza fortunate da primeggiare in questo spazio abbandoneranno i concetti di IA etica sulla base dell’antico argomento che se non lo fanno loro, lo faranno i loro concorrenti. Potremmo così vedere un’IA che funziona e basta, anziché funzionare bene. Man mano che il potere si consolida, si può prevedere una corsa al ribasso, seguita dall’emergere costante di un numero molto ristretto di protagonisti.
Nel frattempo, per rendere le cose ancora più “interessanti”, questi operatori produrranno motori di IA che contribuiranno alle decisioni di un numero crescente di aziende, distretti scolastici o clienti governativi. Questo scenario farà sembrare le affermazioni sull’egemonia dell’App Store di Apple come una gita a Disneyland, poiché gli stessi modelli di IA rifletteranno quasi certamente i pregiudizi di coloro che li possiedono. Ma forse tutto ciò non avrà molta importanza, perché tutti noi indosseremo i nostri begli occhiali per la realtà mista e passeremo qualche ora al giorno a esplorare un “metaverso” a pagamento per distrarci da ciò che sta accadendo.