Bitcoin: pensateci bene prima di darvi alle criptovalute
Il Bitcoin è più popolare che mai. Colossi come AT&T, Microsoft, Visa e PayPal accettano pagamenti tramite Bitcoin e anche le piccole aziende stanno entrando nel mondo delle criptovalute, tanto che secondo un sondaggio HSB un terzo delle piccole e medie imprese statunitensi le accetta come pagamento. Se investite in Bitcoin, sono sicuro che questa sia un’ottima notizia, ma per me è l’ennesima prova che ogni minuto nasce un pollo da spennare.
Perché questo odio verso Bitcoin? Perché è una fregatura: lo è sempre stata e lo sarà sempre. Certo, sulla carta è un’invenzione fantastica. Bitcoin è una valuta digitale decentralizzata che potete acquistare, vendere e scambiare direttamente tramite registri protetti da blockchain, invece di affidarvi a un intermediario come una banca e alle valute tradizionali. Il Bitcoin sfrutta una prova crittografica invece della fiducia in un governo, ma alla fine, così come la moneta legale, il suo valore è nello sguardo dei suoi proprietari.
Ma quindi cosa c’è di sbagliato in tutto questo? Come ha spiegato di recente Robert McCauley, un ricercatore presso il Global Development Policy Center della Boston University, confrontare Bitcoin con uno schema Ponzi significa essere troppo gentili con gli schemi Ponzi.
È vero, a differenza di Ponzi o Bernie Madoff, “il Bitcoin non viene acquistato come un’attività redditizia, ma piuttosto come un perpetuo coupon”. In altre parole, nessuno vi promette un ritorno per il solo fatto di avere dei Bitcoin; il valore deriva dalla loro vendita ad altri. Ma cosa succede il giorno in cui nessuno compra Bitcoin a nessun prezzo? Il fatto è che il Bitcoin potrebbe perdere interamente il suo valore dall’oggi al domani,
Come spiega McCauley, l’obiettivo di Bitcoin non è quello di Madoff o Ponzi, ma piuttosto uno schema “penny-stock pump-and-dump” in cui i trader acquisiscono azioni praticamente senza valore, le promuovono e magari se le scambiano tra loro a prezzi in aumento prima di scaricarle su chi è stato attratto da questo “chiacchericcio”. Come lo schema pump-and-dump, Bitcoin attinge al puro desiderio di ottenere plusvalenze e fa presa su chi (e sono molti) non sopporta la vista di amici che si arricchiscono da un giorno all’altro e soffre della cosiddetta FOMO (Fear Of Missing Out), ovvero la paura di perdersi il trend in atto e di rimanere indietro.
Vi suona familiare? Se investite in Bitcoin, dovrebbe. Il valore del Bitcoin dipende interamente da clamore e speranza, senza i quali perde il suo valore. La criptovaluta è stata colpita da molti crolli come quello dello scorso novembre, quando è scesa a meno della metà del suo valore. Mentre scrivo, è in ripresa, ma quanto durerà? Raggiungerà mai il suo massimo storico di 68.991 dollari? Nessuno lo sa.
Quello che so è che come con qualsiasi truffa, se arrivate in anticipo e vene andate al momento giusto, guadagnerete soldi (probabilmente anche molti). Per quanto riguarda i Bitcoin, se avete investito nel 2017 o prima ancora, congratulazioni; se vendete ora o lo farete a breve, guadagnerete soldi “reali”. Dopo il 2017? Non così tanto.
Satoshi Nakamoto, il misterioso inventore di Bitcoin, intendeva questa criptovaluta come un mezzo per le transazioni quotidiane e un modo per aggirare l’infrastruttura bancaria tradizionale dopo il crollo finanziario del 2007-08. Le cose però sono andate diversamente. Oggi, mentre potete utilizzare Bitcoin per gli acquisti, il suo vero utilizzo consiste in una scommessa di investimento ad alto rischio e ad alto rendimento.
Se fosse tutto qui, la cosa non mi toccherebbe particolarmente (di simili investimenti è pieno il mondo). Dopotutto la gente scommette sui cavalli, sul poker e sugli eventi sportivi; quindi perché non dovrebbe farlo con una criptovaluta? Il Bitcoin non mi piace perché fa sempre più spesso rima con crimine informatico. Senza Bitcoin e altre criptovalute, ci sarebbero meno ransomware e, “giocando” un po’ con i waller Bitcoin, non c’è quasi nessuna possibilità che i truffatori vengano catturati.
Inoltre, gran parte del malware odierno è il software per minare Bitcoin, tanto che il Cryptojacking è diventato il nuovo malware di oggi. I Bitcoin inoltre consumano una quantità spropositata di energia. Si parla infatti di circa 91 terawattora di elettricità all’anno. È più di quanto l’Argentina, una nazione con 45 milioni di persone, consumi in un anno. E il consumo di energia per i Bitcoin cresce ogni giorno di più.
Ciò è in parte dovuto al fatto che il sogno di poter estrarre con successo Bitcoin da casa non si è avverato. Per estrarre con successo un Bitcoin Proof of Work (PoW), le unità di elaborazione grafica (GPU) ad alta potenza non bastano più. C’è infatti bisogno di computer pieni zeppi di circuiti integrati specifici per applicazione (ASIC) e parliamo di configurazioni molto costose, con centinaia o decine di migliaia di computer dedicati in esecuzione 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Non deve quindi stupire il fatto che lo 0,1% dei minatori di Bitcoin controlli la metà di tutta la capacità di mining. Allo stesso tempo, le piattaforme di mining hanno fatto aumentare i prezzi delle GPU, il che ha portato a uno stravolgimento di questo mercato e ha avuto ripercussioni importanti anche in altri settori. So che il mio non è un punto di vista popolare, ma (seriamente) pensateci bene prima di darvi alle criptovalute e pensate a quello che ho scritto fin qui. Potrebbe farvi risparmiare un sacco di soldi… reali.